Morti sul lavoro e malattie professionali in aumento, è un’emergenza: il piano per uscirne

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Infortuni sul lavoro e malattie professionali sono una categoria di eventi tutelati dall’Inail in quanto legati all’attività lavorativa e potenzialmente dannosi per la salute individuale. Entrambi rientrano nel quadro della tutela assicurativa obbligatoria prevista dalla legge per i dipendenti e alcune categorie di autonomi. più aggiornate a disposizione – un trend in crescita.

Lo ha segnalato la Cisl nel suo nuovo report semestrale su infortuni e malattie professionali, sollecitando l’individuazione un nuovo patto sociale mirato a meglio proteggere la salute dei lavoratori.

Vediamo insieme alcuni numeri e percentuali interessanti e le critiche del sindacato, ma cerchiamo anche di capire meglio le cause dell’aumento di questi eventi infausti. Come si possono evitare infortuni sul lavoro e malattie professionali? Quali strategie si possono adottare per invertire la rotta?

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I numeri di morti sul lavoro e malattie professionali

A cura del Dipartimento Salute e Sicurezza della Cisl, il report si basa sui dati ufficiali pubblicati da Inail. Dal confronto tra i dati del secondo semestre dello scorso anno con lo stesso periodo del 2023 emerge uno scenario preoccupante. Tra luglio e dicembre 2024 gli infortuni sul lavoro sono, infatti, cresciuti dello 0,19% e gli incidenti mortali del 3,8%. In particolare le morti bianche sono stata ben 1.077 in tutto il 2024 – quasi tre al giorno.

A spiccare è però anche il dato delle malattie professionali, che segnano un eloquente +21,6%. Il sindacato riporta, inoltre, che a essere più colpiti da eventi lesivi sono soprattutto i lavoratori con più di 55 anni di età, indipendentemente dal genere.

Non bisogna dimenticare poi l’indubbio rilievo degli infortuni sommersi, ossia quegli eventi che non sono denunciati all’Inail a causa della natura irregolare del rapporto di lavoro, oppure per paura di ritorsioni, o – ancora – per il timore di cagionare conseguenze negative al datore di lavoro.

Perché serve un nuovo patto sociale

Ma è pur vero che la sicurezza non è un costo, ma un valore imprescindibile per il nostro sistema produttivo e sociale. Ecco perché nel report si segnala la necessità di giungere a un nuovo patto sociale, ossia un accordo condiviso tra tutte le parti coinvolte nel mondo del lavoro, mirato a migliorare la sicurezza e la tutela della salute e invertire questo trend negativo.

A partecipare sarebbero chiamati Governo, Inail, Ispettorato del lavoro e altre istituzioni pubbliche, aziende e sindacati. La stesura di un piano condiviso, spiega Cisl, permetterebbe di mettere al centro la prevenzione, con investimenti in formazione, innovazione tecnologica e controlli ad hoc.

Le cause di tecnopatie e infortuni sul lavoro

Volendo tracciare un sintetico quadro delle cause dell’aumento delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro, è necessario considerare alcuni fattori strutturali, economici e organizzativi. Ad esempio il lavoro precario disincentiva la formazione continua e dettagliata sulla sicurezza e sulla prevenzione. Anzi, dai datori di lavoro la formazione è talvolta vista più come un onere burocratico che una necessità, come una perdita di tempo di cui si farebbe volentieri a meno.

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L’invecchiamento della forza lavoro, con lo specifico riferimento al dato sugli over 55, è significativo perché i lavoratori senior hanno una maggiore esposizione al rischio, dovuto a una maggiore suscettibilità a malattie professionali, come patologie muscolo-scheletriche, e a una più ridotta prontezza fisica.

Ecco perché l’invecchiamento della popolazione è e sarà sempre più un tema centrale nella valutazione dei rischi in ambito lavorativo. Sulla scorta di quest’ultima debbono infatti essere definite politiche e misure di prevenzione adeguate.

Non solo. Il dato della forte crescita delle malattie professionali può essere spiegato con:

  • l’esposizione prolungata a sostanze nocive com amianto, agenti chimici, polveri sottili;
  • la programmazione di turni massacranti per mansioni caratterizzate da movimenti ripetitivi e notevoli sforzi fisici;
  • le nuove patologie emergenti, ossia burnout e stress lavoro-correlato.

La patente a punti e il Piano integrato ministeriale

Nel report il sindacato non offre soltanto le cifre del fenomeno, ma indica anche alcune raccomandazioni per provare a invertire la rotta. C’è sicuramente la necessità del già citato nuovo patto sociale a base tripartita tra Governo, istituzioni e parti sociali, che impegni a rafforzare le normative, investire nella formazione e a favorire maggiori controlli. Ma non solo.

Cisl commenta favorevolmente il varo della patente a punti e del Piano integrato per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, a opera del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Quest’ultimo è divenuto operativo lo scorso primo gennaio e mira al contrasto del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali, definendo una serie di misure immediate, progetti e attività.

Al contempo il testo è aderente a quanto delineato di recente, sul fronte europeo, dalla Strategia Eu-Osha 2025-2034, incentrata sull’avvertimento di dover essere proattivi nell’affrontare i rischi nuovi ed emergenti derivanti dalle tre grandi transizioni – digitale, climatica e demografica.

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Nuovi ispettori del lavoro e Osservatorio Cnel

Inoltre, Cisl apprezza l’entrata nel ruolo di nuovi ispettori del lavoro, novità che consentirà di aumentare i controlli e renderli più capillari, al fine di scovare più facilmente le aziende non in regola con gli obblighi in tema di salute e sicurezza.

Al fianco della contrattazione deve essere poi riconosciuto un ruolo preponderante – si legge nel report – alla figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls e Rlst), la figura che accompagna i lavoratori verso l’acquisizione della “cultura della sicurezza”.

Ancora, a contribuire a un calo dei numeri delle malattie professionali e infortuni sul lavoro, troviamo la recente costituzione presso il Cnel di un Osservatorio permanente, con il compito di incrociare i dati degli eventi lesivi con le correlate informazioni riferite ai contratti e rapporti di lavoro degli occupati coinvolti. Tale analisi sarà svolta in funzione delle eventuali violazioni riscontrate da parte degli organi di vigilanza nelle realtà lavorative.

Anche la tecnologia contro le morti sul lavoro

Concludendo, la linea tracciata da Cisl è quella che mette in primo piano l’aumento dei controlli e delle sanzioni per chi non rispetta le norme e la più accurata formazione e sensibilizzazione su salute e sicurezza, non escludendo la previsione di incentivi economici per chi investe in sicurezza.

E, a dire il vero, anche le tecnologie più innovative potranno dare il loro contributo nel ridurre i rischi, come dispositivi di protezione avanzati o sistemi con intelligenza artificiale per monitorare la sicurezza nei cantieri.

L’obiettivo di fondo è quello di fare della sicurezza sul lavoro una priorità davvero collettiva, evitando che la prevenzione sia considerata solamente un costo per le imprese, se non addirittura un fastidioso onere. Se le norme e gli strumenti ci sono, vanno però rafforzati e divulgati in tutti i settori produttivi, in modo che il singolo lavoratore sia messo nelle condizioni di conoscere.

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