«Osservatorio sul turismo, non siamo stati interpellati»

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Non è neanche nato ma già sta facendo fibrillare non solo le forze politiche ma anche varie realtà, tra cui le organizzazioni sindacali. L’istituzione dell’Osservatorio sul turismo, voluto dall’amministrazione Frontini, si è appena affacciato nel panorama cittadino e sta già provocando polemiche. Non per l’organismo in sé, che anzi rappresenta una buona idea per dare struttura a sinergie e progettualità da mettere in campo per il tanto nominato, ma difficile da far decollare, sviluppo turistico quanto per la tipologia delle realtà su cui il Comune punta per la composizione dello stesso. Di fatto enti e associazioni “che abbiano, nei propri statuti, scopi afferenti alla rappresentanza economica nel settore del turismo”. Denunciando quindi, nel documento proposto, una visione del turismo più orientata e circoscritta all’aspetto economico.
Visione stigmatizzata venerdì in seconda commissione dai gruppi di opposizione con l’abbandono dell’aula, a cui ora si aggiunge la levata di scudi da parte dei sindacati di categoria Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
Specificando che non intendono «entrare nella discussione politica che si è accesa sulla vicenda», Donatella Ayala (Cgil), Guido Calà (Cisl) ed Elvira Fatiganti (Uil) ritengono però «che le parti sociali, che si occupano dei lavoratori del settore, debbano assolutamente essere coinvolte». «Più volte, – proseguono – abbiamo sentito le istituzioni locali parlare di sviluppo del turismo, di provare a cogliere le opportunità che possano nascere da eventi di portata internazionale come il Giubileo e la candidatura della città a Capitale europea della cultura 2033».
Sottolineando poi che «Filcams, Fisascat e Uiltucs si occupano di turismo, commercio e servizi; rappresentano migliaia di lavoratori che sono impiegati in questi settori; sanno che tipo di sviluppo può scaturire da questi ambiti» rimarcano però che nonostante ciò «non vengono interpellate per iniziative di tal genere ma ci si limita a contornarsi solo di chi ha interessi prettamente economici».
«Si deve agire in modo serio» è il loro monito perché «Viterbo ha poche strutture ricettive, spesso gestite a livello familiare, non adatte ad un turismo importante sostenibile, che offrono lavoro considerato ‘povero’ e poco professionale. Il centro storico vive una fase di palese desertificazione e non siamo a conoscenza di iniziative che potrebbero rivalutarlo».
Ricordando poi che «Cgil, Cisl e Uil firmarono nel 2020 una piattaforma per il rilancio del territorio con il Comune, la Provincia, le associazioni datoriali, la Camera di Commercio e l’università; in quel documento ci sono le basi per poter davvero mettere in pratica un rilancio vero», le tre sigle sindacali lanciano una domanda provocatoria: «Si è mai provato ad attuarlo?».
Ayala, Calà e Fatiganti continuano aggiungendo: «Se la candidatura della città a Capitale europea della cultura non è un obiettivo propagandistico, dobbiamo sapere che gli anni che precedono la nomina sono fondamentali: vengono analizzati i progetti, gli investimenti, le idee per lo sviluppo economico e sociale, l’interazione che la città è in grado di generare tra le diverse culture europee. Sono gli anni in cui le istituzioni, la politica, le parti sociali, le imprese, l’università, i comitati, le associazioni dei cittadini devono fare squadra per raggiungere l’ambito obiettivo».
La dichiarazione congiunta di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil termina esprimendo anche un pizzico di perplessità. Perché «oltre a rimarcare il fatto che le istituzioni locali ignorano le parti sociali, ignorando così migliaia di lavoratori del settore», le tre organizzazioni sindacali «percepiscono che, probabilmente, una volontà vera ad agire in concreto non ci sia».
Polemiche che potrebbero essere destinate a ripresentarsi domani in prima commissione. Il regolamento sull’osservatorio del turismo, dopo il passaggio e il via libera in seconda commissione, approderà infatti domani pomeriggio in prima, competente sugli Affari amministrativi generali. Sull’eventualità che si possa ripetere il copione visto venerdì – contestazioni e abbandono dell’aula da parte della minoranza – aleggia però una grossa incognita.
I gruppi di opposizione, stando a quanto dichiarato, sarebbero intenzionati a disertare la seduta.



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