Borse oggi in diretta | Il Ftse Mib vira al ribasso ma è il migliore in Ue grazie alle utilities. Lo spread sale a 112

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  • Ore 09:05 Ftse Mib positivo con Leonardo e Amplifon. Spread stabile a 111
  • Ore 08:15  La produzione industriale è aumentata più delle attese a gennaio in Germania
  • Ore 07:30 Europa attesa positiva. Trump avverte di uno shutdown del governo Usa

L’indice Ftse Mib vira al ribasso (-0,29% a 38.480 punti) ma perde meno rispetto agli altri indici europei grazie alle utilities, Diasorin, Stellantis, Leonardo, Pirelli ed EnelSotto pressione, invece, le banche su cui prevalgono le prese di profitto, Mps e Bper le peggiori con cali oltre due punti percentuali. Lo spread Btp/Bund sale a quota 112,3 punti base e l’euro si conferma in rialzo dello 0,67% a 1,084 dollari. 

La fiducia degli investitori nella zona euro è migliorata a marzo. L’indice Sentix per l’area euro è balzato a -2,9 a marzo da -12,7 a febbraio, superando le stime degli economisti a -8,4. Inoltre, l’indice sulle aspettative economiche è cresciuto per la terza volta consecutiva a 18 a marzo dall’1 del mese precedente grazie ai nuovi investimenti nelle spese militari finanziati tramite debito in Europa e in Germania.

Mentre a gennaio i prezzi alla produzione dell’industria in Italia sono aumentati dell’1,6% su base mensile e del 4,4% su base annua (era +1,1% a dicembre). Sul mercato interno i prezzi sono cresciuti del 2% rispetto a dicembre 2024 e del 6% su base annua (da +1,3% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, hanno registrato un aumento congiunturale modesto (+0,2%) e una crescita tendenziale molto più contenuta (+0,8%; era +0,5% a dicembre).

Ore 09:05 Ftse Mib positivo con Leonardo e Amplifon. Spread stabile a 111

Borse europee  in rialzo in avvio di seduta. Il Dax sale dello 0,73%, il Cac40 dello 0,46%, il Ftse100 dello 0,09% e il Ftse Mib dello 0,29% a 38.703 punti. Al centro dell’attenzione l’intervista a Fox News del presidente Usa, Donald Trump, nell’ambito della quale non ha risposto alla domanda se la guerra dei dazi possa provocare una recessione negli Usa. La maggior parte degli analisti interpreta come un sì la mancanza di una risposta. Inoltre, il segretario per il Commercio Lutnick ha detto che Trump non allenterà la presa sui dazi nei confronti di Messico, Canada e Cina.

Il rendimento del Btp 10 anni resta sotto il 4%

L’insieme delle pressioni deflazionistiche in Cina, della debolezza dell’economia Usa e di una guerra commerciale globale è destinato a creare un clima di avversione per il rischio anche per il secondario italiano. Il rendimento del Btp 10 anni scende al 3,89% e lo spread con il Bund è poco mosso a 111,5 punti base dopo il pesante sell-off innescato la scorsa settimana dall’accordo in Germania per la riforma del freno al debito e per il lancio di un piano infrastrutturale da 500 miliardi di euro. L’offerta nell’area euro dovrebbe scendere questa settimana intorno ai 25 miliardi dai 42 della scorsa. In serata, l’annuncio del Tesoro sui titoli a medio lungo in asta giovedì. Il giorno prima saranno sul tavolo 9 miliardi di Bot.

A Milano bene Leonardo, Amplifon, Safilo. Debole Unicredit e male Juventus

Sul listino milanese Unicredit perde lo 0,24% a 53,23 euro. Giovedì 27 marzo i soci dell’istituto di credito saranno chiamati ad approvare l’aumento di capitale al servizio dell’ops su Banco Bpm. L’assemblea è stata anticipata di un paio di settimane perché il cda della banca è convinto che la maggior parte delle autorizzazioni stia per arrivare, in particolare quella della Vigilanza. Eppure c’è un esame su cui è complicato fare previsioni temporali certe, sottolinea Milano Finanza.

Si tratta dell’istruttoria condotta dal comitato golden power, l’organo creato nel 2012 e potenziato nel 2023 (con poteri anche su banche e assicurazioni) che tutela i settori strategici dell’economia da rischi per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico. Dopo la pre-notifica di fine 2024 e la notifica dello scorso 4 febbraio, la macchina si è messa in moto. Ma nessuno sa con esattezza quando si fermerà. A parte il governo che può sfruttare tutti i cavilli della normativa per prolungare l’iter e quindi rallentare l’ops. Una prospettiva che alletta Palazzo Chigi ma che preoccupa Unicredit e il mercato.

Restando nel comprato bancario, l’antitrust ha dato il via libera all’opas di  Banca Ifis (stabile a quota 21,26 euro) su Illimity (+0,40% a 3,48 euro), «senza imporre alcuna condizione, limitazione e prescrizione», si legge in una nota. Banca Ifis ha anche fatto sapere di non aver individuato ulteriori autorizzazioni antitrust necessarie per il completamento dell’offerta.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Meglio Leonardo, in rialzo dell’1,71% a 43,94 euro, con l’Europa pronta a mettere in campo 800 miliardi di euro per la difesa.

Non è da meno Amplifon (+1,49% a 21,17 euro) che ha raddoppiato la sua presenza in Polonia. Il gruppo guidato da Enrico Vita ha completato l’acquisizione dell’intero capitale di Kind Aparaty Sluchowe, filiale polacca, con ricavi annui pari a 10 milioni di euro, del gruppo tedesco Kind, attivo nel settore retail dell’hearing care.

Viceversa, Juventus perde il 4,10% dopo aver perso 4 a 0 contro l’Atalanta. Intanto la quota di Tether Investments nel capitale della squadra di calcio è salita all’8,2%. Exor rimane primo socio con il 65,4% seguito da Lindsell Train Ltd con l’8,7%.

Nel settore del lusso Safilo spunta un +2,16% a 0,948 euro dopo aver rinnovato con Special Olympics, la più grande organizzazione sportiva al mondo per le persone con disabilità intellettiva, la partnership storica fino al 2027. «In Safilo crediamo che la salute degli occhi non debba essere un privilegio, ma un diritto fondamentale. Per oltre 20 anni, la nostra partnership con Special Olympics ci ha permesso non solo di offrire occhiali e attrezzature, ma anche di contribuire a donare dignità, fiducia in sé stessi e opportunità a migliaia di atleti in tutto il mondo», ha dichiarato l’ad, Angelo Trocchia.

Invece, l’opa totalitaria promossa dall’azionista di controllo Terra Holding su Gibus al prezzo di 10 euro per azione inizierà oggi, 10 marzo, per terminare il 28 marzo. Infine, si riuniscono i cda di Tesmec, Cellularline e SS Lazio per esaminare i conti.

Ore 08:15 La produzione industriale è aumentata più delle attese a gennaio in Germania

Il future sull’Eurostoxx50 si conferma in rialzo (+0,60% alle 08:15) come l’euro (+0,61% a 1,083 dollari) dopo che la produzione industriale è aumentata più delle attese a gennaio in Germania. Infatti, ha evidenziato un incremento mensile del 2% dopo il -1,5% di dicembre (dato rivisto da -2,4%). Le stime degli eco0nomisti erano per un aumento dell’1,6%. Su base annua, viceversa, ha registrato un calo dell’1,6% dal -2,2% del mese precedente. Quanto alla bilancia commerciale a gennaio è risultata pari a 16 miliardi di euro, in calo rispetto ai precedenti 20,7 miliardi (la previsione era di 21 miliardi).

Ore 07:30 Europa attesa positiva. Trump avverte di un possibile shutdown del governo Usa

Borse europee attese in rialzo in avvio di seduta (+0,62% il future sull’Eurostoxx50) nonostante i futures di Wall Street negativi (-0,50% quello sul Dow Jones e -0,55% quello sull’S&P500) dopo che Donald Trump ha avvertito di un possibile shutdown del governo (il blocco delle attività amministrative). È possibile se il Congresso non riesca ad approvare il disegno di legge di un finanziamento temporaneo prima della scadenza del 14 marzo, ha dichiarato domenica il presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, ha espresso ottimismo sul fatto che una risoluzione continua, che manterrebbe i livelli attuali di finanziamento del governo fino al 30 settembre, sarà approvata.

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Possibile shutdown del governo Usa

La Camera, controllata dai Repubblicani, ha presentato il disegno di legge di spesa temporanea di sei mesi l’8 marzo, con il voto previsto per l’11 marzo. Trump ha appoggiato la risoluzione continua e ha esortato i Repubblicani a sostenerla, sottolineando la necessità di stabilizzare la situazione finanziaria del Paese. Se approvata dalla Camera, la proposta richiederà 60 voti in Senato per arrivare alla scrivania di Trump, rendendo necessario il sostegno di alcuni Democratici per evitare lo shutdown.

Musk minaccia l’Ucraina di spegnere Starlink poi fa marcia indietro e ribadisce: Usa fuori dalla Nato

Oltre a questo, gli investitori sono cauti anche in vista delle imminenti tariffe imposte da Trump e dei dati cinesi che hanno evidenziato persistenti pressioni deflazionistiche nel Paese (l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,7% su base annua, segnando il primo calo in 13 mesi e superando le previsioni degli economisti di una contrazione dello 0,4%. Al contempo, l’indice dei prezzi alla produzione è sceso del 2,2% su base annua, leggermente meglio rispetto al calo del 2,3% di gennaio, ma comunque peggio della previsione di un -2%). La scorsa settimana, il presidente Usa ha intensificato la guerra commerciale imponendo dazi del 25% sui beni canadesi e messicani e aumentando le tariffe sui prodotti cinesi al 20%. Ma successivamente ha attenuato la sua posizione, ritardando di quattro settimane le tariffe sulla maggior parte dei beni messicani e canadesi, pur rimanendo fermo sulla Cina.

Come se non bastasse, il braccio destro di Trump, Elon Musk, ha minacciato l’Ucraina di spegnere Starlink, salvo poi correggere il tiro. «Se lo facessi», ha detto, «la prima linea di Kiev crollerebbe». Poi ha chiarito: «non importa quanto io non sia d’accordo con la politica ucraina, Starlink non spegnerà mai i suoi terminali. Sto semplicemente affermando che, senza Starlink, le linee ucraine collasserebbero, poiché i russi possono bloccare tutte le altre comunicazioni! Non faremo mai una cosa del genere né la useremmo come merce di scambio», ha sottolineato il numero uno di Tesla, accendendo, però, un altro fronte caldo: uscire dalla Nato. «Dovremmo proprio farlo. Non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa». Intanto, secondo il Financial Times, alcuni ricchi investitori cinesi stanno acquistando quote nelle società private di Musk usando modalità che schermano la loro identità dall’attenzione pubblica.

La deflazione in Cina fa calare i prezzi del petrolio

In questo contesto, l’euro resta in rialzo dello 0,62% a 1,083 dollari in attesa di pochi dati macro: alle 8 la produzione industriale a gennaio in Germania (precedente: -2,4% mese su mese) e la bilancia commerciale a gennaio (precedente: 20,7 miliardi di euro) e alle 10 i prezzi alla produzione a gennaio in Italia (precedente: +0,6% mese su mese, +1,1% anno su anno) e i prezzi del petrolio si avvicinano ai minimi da maggio 2023 a causa della debolezza dei dati sull’inflazione forniti dalla Cina, principale importatore, che tiene gli operatori in ansia per il rallentamento della domanda di greggio,  dell’incertezza per l’impatto dei dazi commerciali statunitensi e dei segnali di raffreddamento dell’economia statunitense. I dati statunitensi di venerdì 7 marzo hanno mostrato che il mercato del lavoro ha creato meno posti del previsto il mese scorso.

Questo dopo una recente serie di letture poco incoraggianti per la più grande economia del mondo. Mentre in un’intervista a Fox News domenica 9 marzo Trump si è rifiutato di rispondere alla domanda se i dazi su Canada, Messico e Cina possono portare gli Stati Uniti in recessione. I futures sul petrolio Brent calano dello 0,50% a 70,01 dollari al barile, mentre i futures sul greggio Wti dello 0,54% a 66,68 dollari al barile.

A Milano occhio a Unicredit, Banca Ifis, Illimity, Leonardo, Safilo e Gibus

Sul listino milanese attenzione a Unicredit perché giovedì 27 marzo i soci dell’istituto di credito saranno chiamati ad approvare l’aumento di capitale al servizio dell’ops su Banco Bpm. L’assemblea è stata anticipata di un paio di settimane perché il cda della banca è convinto che la maggior parte delle autorizzazioni stia per arrivare, in particolare quella della Vigilanza. Eppure c’è un esame su cui è complicato fare previsioni temporali certe, sottolinea Milano Finanza.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Si tratta dell’istruttoria condotta dal comitato golden power, l’organo creato nel 2012 e potenziato nel 2023 (con poteri anche su banche e assicurazioni) che tutela i settori strategici dell’economia da rischi per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico. Dopo la pre-notifica di fine 2024 e la notifica dello scorso 4 febbraio, la macchina si è messa in moto. Ma nessuno sa con esattezza quando si fermerà. A parte il governo che può sfruttare tutti i cavilli della normativa per prolungare l’iter e quindi rallentare l’ops. Una prospettiva che alletta Palazzo Chigi ma che preoccupa Unicredit e il mercato.

Restando nel comprato bancario, l’antitrust ha dato il via libera all’opas di  Banca Ifis su Illimity, «senza imporre alcuna condizione, limitazione e prescrizione», si legge in una nota. Banca Ifis ha anche fatto sapere di non aver individuato ulteriori autorizzazioni antitrust necessarie per il completamento dell’offerta.

Da monitorare ancora Leonardo con l’Europa pronta a mettere in campo 800 miliardi di euro per la difesa.

Nel settore del lusso occhio a Safilo che ha rinnovato con Special Olympics, la più grande organizzazione sportiva al mondo per le persone con disabilità intellettiva, la partnership storica fino al 2027. «In Safilo crediamo che la salute degli occhi non debba essere un privilegio, ma un diritto fondamentale. Per oltre 20 anni, la nostra partnership con Special Olympics ci ha permesso non solo di offrire occhiali e attrezzature, ma anche di contribuire a donare dignità, fiducia in sé stessi e opportunità a migliaia di atleti in tutto il mondo», ha dichiarato l’ad, Angelo Trocchia.

Invece, l’opa totalitaria promossa dall’azionista di controllo Terra Holding su Gibus al prezzo di 10 euro per azione inizierà oggi, 10 marzo, per terminare il 28 marzo. Infine, si riuniscono i cda di Tesmec, Cellularline e SS Lazio per esaminare i conti. (riproduzione riservata)



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