Energie rinnovabili, i paraocchi di Legambiente.

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La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Nel suo rapporto Scacco matto alle rinnovabili 2025, Legambiente, come di consueto, descrive la sua pretesa realtà della transizione energetica in Italia, fa considerazioni e da pagelle in base ai suoi desideri.

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Una visione incentrata sul via libera alla realizzazione di tutte le centrali produttive di energia elettrica da fonti rinnovabili senza se e senza ma.   Visione legittima, sebbene piuttosto assurda e assolutamente non condivisibile.

L’avremmo lasciata lì dov’è, se non avesse così affermato:

Petizione particolare è quella partita in Sardegna dal Grig, gruppo d’intervento giuridico, associazione che nel nome della tutela ambientale e la salvaguardia dell’identità territoriale contro la speculazione delle rinnovabili chiede addirittura una moratoria nazionale con blocco di tutte le autorizzazioni esistenti in Italia al momento”.

TERNA, progetti di centrali eoliche offshore presentati (2021)

Le posizioni del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – insieme a migliaia di associazioni e comitati ambientalisti, piccoli e grandi, analogamente a centinaia di amministratori pubblici di ogni livello – in materia sono semplicemente antitetiche: siamo a favore della transizione energetica dalle fonti fossili tradizionali (petrolio, carbone, gas naturale), ma siamo radicalmente contrari alla speculazione energetica disinvoltamente ignorata da Legambiente e non abbiamo mai chiesto il “blocco di tutte le autorizzazioni esistenti in Italia al momento”, ma semplicemente lo stop alle migliaia di arrembanti progetti presentati e non approvati.

Siamo in assenza di una reale e concreta pianificazione energetica e territoriale: quanta energia serve davvero, quali metodologie privilegiare in quanto meno impattanti, individuare aree idonee e non idonee su tutto il territorio nazionale.

Sono questi i punti fondamentali della  petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! Indirizzata al Governo nazionale, che ha ormai raggiunto i ventunmila sottoscrittori.

Alghero, Isola Piana. Tre progetti di centrali eoliche offshore insistono nel mare della Sardegna nord occidentale

Fra le migliaia di sottoscrizioni, quelle di personalità della cultura impegnate nella tutela del Bel Paese (fra queste Caterina Bon Valsassina, dirigente del Ministero della Cultura e Direttrice dell’Istituto Centrale del Restauro, Margherita Eichberg, Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Gino Famiglietti, dirigente del Ministero della Cultura), archeologi (fra loro Carlo TronchettiAngela AntonaMargherita Corrado), uomini di scienza (come l’antropologa Maria Gabriella Da Re, lo psicoterapeuta Alberto Schön, il biologo ed etologo Sandro Lovari), personalità impegnate nella società, in politica e nell’economia, come Renato SoruVannozza Della SetaCesare Baj, anche personaggi dello spettacolo, come l’attrice Caterina Murino e la notissima cantante Nada, impegnata da tempo per contrastare la speculazione energetica nella sua Maremma.

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Soprattutto migliaia e migliaia di cittadini che vogliono esser ascoltati.

La cosa buffa è che sono parecchi i soci e le realtà locali di Legambiente che segnalano scempi e rischi ambientali, anche relativi a impianti produttivi di energie rinnovabili, al vituperato GrIG, che, naturalmente, li ascolta.

Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (sole, vento, acqua) dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) in assenza di alcuna seria pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica.

Tuscia, cavalli al pascolo e ruderi medievali

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 dicembre 2024 risultano complessivamente ben 6.071, pari a 348,62 GW di potenza, suddivisi in 3.881 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 152,21 GW (43,66%), 2.057 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 109,94 GW (31,53%) e 133 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 86,48 GW (24,81%).

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

No, non si può sfasciare il Bel Paese senza se e senza ma senza alcun reale vantaggio per il contrasto ai cambiamenti climatici, come giustamente afferma il Giudice amministrativo Paolo Carpentieri: “Prima di distruggere i nostri paesaggi … dovremmo riflettere bene e a lungo su cosa sta accadendo nel mondo e su quali possano essere le risposte reali e vere al mutamento climatico”.

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Il Consiglio di Stato l’ha ricordato in questi giorni con la  sentenza Sez. IV, 5 marzo 2025, n. 1872.

Roma, Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi d’un tempo e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.

Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

In tutta Italia, fra le aree idonee dovrebbero esser individuate le zone industriali e quelle già degradate, mentre dovrebbe esser privilegiata e incentivata la soluzione relativa al posizionamento di pannelli fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici, capannoni, aziende, edifici privati, ecc.    

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Sarebbe più che sufficiente per le necessità energetiche nazionali.

Si rammenta che lo studio ENEA pubblicato sulla Rivista Energies (N. Calabrese, D. Palladino, Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector, 27 marzo 2023) afferma che per sopperire ai fabbisogni energetici dell’intero patrimonio residenziale italiano basterebbe realizzare pannelli fotovoltaici sul 30% dei tetti a uso abitativo.

tetti fotovoltaici

Per esempio, come afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202)), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’ISPRA, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”.  Energia producibile senza particolari impatti ambientali e conflitti sociali.

centrale eolica a mare

Ma è poi vero quanto afferma Legambiente?

E’ vero che ”l’Italia … rischia di arrivare agli obiettivi del 2030 con ben 8,1 anni di ritardo”?

Paolo Arrigoni, è il Presidente del Gestore Servizi Energetici (G.S.E.), “società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile”, pensiamo che ne sappia più di Legambiente ed è molto chiaro nelle sue affermazioni: la crescita delle installazioni di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Italia è forte ed è innegabile.

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Tra gennaio e agosto di quest’anno (2024, n.d.r.) in Italia sono stati installati ulteriori 5 gigawatt di capacità provenienti da impianti fotovoltaici, tecnologia che si conferma trainante sul fronte delle rinnovabili. A fine 2023, infatti, su complessivi 67 gigawatt di capacità installata, 30,3 provenivano dal fotovoltaico, 23 dall’idroelettrico e 12 dall’eolico”.  Non solo, “il trend dell’installazione è positivo se verifichiamo gli ultimi 4 anni, ma soprattutto ci sono tanti strumenti … tutti i gestiti dal Gse, che hanno dei contingenti che assommati vanno ben oltre l’obiettivo 2030”.

Capito?   “ben oltre l’obiettivo 2030”.

Solo gli sprovveduti per il clima e i mezzi di informazione acritici possono parlare di guerra in corso alle energie rinnovabili in Italia.

La guerra – sacrosanta e doverosa per chiunque abbia un po’ di buon senso – è contro la speculazione energetica arrembante nel povero Bel Paese.

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: dopo aver quantificato il quantitativo di energia elettrica realmente necessario a livello nazionale, sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

In realtà, la prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

E’ ora che ciascuno di noi faccia sentire la sua voce: firma, diffondi e fai firmare la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! .

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Ormai siamo ventunmila ad averlo già fatto.

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Gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis)

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, Google Earth, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)



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