Riforma fiscale del Terzo Settore dal 2026

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Dopo anni di attesa, la Commissione europea ha finalmente dato l’ok al pacchetto fiscale previsto dalla riforma del Terzo Settore.

“Si tratta di un obiettivo inseguito da tempo, risultato di un lungo e intenso impegno da parte del Governo e di un dialogo continuo tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e le istituzioni europee”, afferma Marina Calderone, ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, annunciando la comfort letter dell’UE. “Questo successo segna un punto di svolta fondamentale, consentendoci finalmente di offrire sicurezza e stabilità agli Enti del Terzo Settore e di applicare pienamente il Codice del Terzo Settore”.

Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, dichiara: “L’Unione Europea ha riconosciuto che le agevolazioni fiscali destinate agli ETS non costituiscono aiuti di Stato, poiché sono legate ad attività di interesse generale con finalità di utilità pubblica”.

Questo passaggio apre le porte all’introduzione ufficiale delle nuove normative a partire dal 1° gennaio 2026, segnando soprattutto l’inizio di un nuovo capitolo per la tassazione delle organizzazioni senza scopo di lucro.

L’obiettivo è quello di rendere più flessibili le restrizioni sugli aiuti pubblici a livello europeo, valorizzando il ruolo svolto dal Terzo Settore.

Esenzione fiscale e nuovi incentivi

Il documento riprende l’approccio adottato dal Ministero nella richiesta di approvazione e conferma la validità delle misure rivolte agli enti registrati, basandosi sui nuovi parametri per la classificazione fiscale delle attività di interesse pubblico svolte dagli ETS. Questi enti potranno beneficiare di un’esenzione fiscale sugli utili fino al limite del 6% (come previsto dall’articolo 79 del Codice del Terzo Settore).

Dal 1° gennaio 2026, sarà operativo un nuovo sistema fiscale dedicato, che includerà diverse misure, tra cui:

  • esenzione fiscale sugli utili. I profitti destinati a sostenere le attività previste dallo statuto o ad accrescere il patrimonio degli enti non saranno soggetti a tassazione;
  • incentivi per i finanziatori. Saranno previsti benefici specifici per coloro che investono nel Terzo Settore, aumentando le possibilità di raccolta fondi per queste organizzazioni;
  • nuovi strumenti di finanziamento etico. Verranno introdotte soluzioni come le obbligazioni solidali, che offriranno agli investitori lo stesso regime fiscale applicato ai titoli di Stato, con un’aliquota del 12,5%.

Queste misure puntano a sostenere in modo più efficace le attività degli enti senza scopo di lucro, favorendo la crescita e la sostenibilità del settore.

Regimi forfettari su misura

Verranno applicati due regimi forfettari specifici:

  • per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale con ricavi inferiori a 130.000 euro, secondo l’articolo 86 del Codice del Terzo Settore, sostituendo il sistema della legge 398/1991;
  • per gli enti non commerciali del Terzo Settore, in base all’articolo 80 del Codice del Terzo Settore.

Nuovi criteri per la natura commerciale

Saranno introdotti nuovi parametri per stabilire quando un’attività di interesse pubblico può essere considerata non commerciale. In particolare, le attività saranno considerate tali se svolte:

  • gratuitamente,
  • con corrispettivi inferiori ai costi effettivi,
  • con ricavi che superano i costi effettivi di non oltre il 6% in un singolo anno fiscale, per non oltre tre anni consecutivi.

La qualificazione complessiva di un ente come ETS non commerciale dipenderà dal rispetto di questi parametri.

Il destino delle ONLUS

Con l’avvio del nuovo sistema fiscale, l’elenco delle ONLUS sarà abolito dal 1° gennaio 2026. Le organizzazioni registrate come ONLUS avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per adeguarsi alle nuove norme e registrarsi nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Le ONLUS che non si adegueranno dovranno redistribuire il patrimonio accumulato durante il periodo di registrazione. Sarà quindi essenziale che queste organizzazioni valutino attentamente le opportunità offerte dalle nuove normative.

Temi ancora aperti con l’UE

La comfort letter inviata dalle istituzioni europee richiede ulteriori approfondimenti su due aspetti specifici:

  • le obbligazioni solidali (social bonus), strumenti che permettono agli istituti finanziari di raccogliere fondi per progetti sociali degli ETS;
  • le agevolazioni fiscali per gli investimenti nelle imprese sociali, ossia la possibilità per privati ed enti di dedurre o detrarre parte delle somme investite.

Entrambe le misure mirano a rafforzare l’autofinanziamento degli enti del Terzo Settore.

La Commissione Europea esaminerà ulteriormente queste proposte con l’obiettivo di renderle operative entro la fine dell’anno.

Il ruolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze

Concluso l’iter di approvazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrà il compito di:

  • redigere linee guida interpretative in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per chiarire gli aspetti tecnici delle nuove norme;
  • attuare le disposizioni della legge n. 111/2023 per facilitare l’iscrizione degli enti al RUNTS e prevenire conseguenze fiscali indesiderate, come le plusvalenze derivanti dal cambio di qualifica da ente commerciale a non commerciale.

In questo scenario, sarà fondamentale il contributo del gruppo di lavoro già attivo tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, vista la necessità di coordinare competenze diverse. 

Commercialisti accolgono con favore il via libera dell’UE

“L’approvazione delle norme fiscali per gli enti non profit da parte della Commissione Europea rappresenta un passo fondamentale per il futuro del Terzo Settore“, afferma Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti.

David Moro, consigliere nazionale, sottolinea: “Abbiamo seguito da vicino l’evoluzione di questo tema, convinti che un sistema fiscale su misura fosse essenziale per la crescita del Terzo Settore. Ringraziamo il Ministero del Lavoro e in particolare il Viceministro Maria Teresa Bellucci per il confronto costruttivo e per aver raggiunto questo importante risultato”.



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