Tbc, l’allarme dell’Oms: “Con tagli USA ai finanziamenti a rischio milioni di vite”

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Roma, 10 marzo – La prevenzione è quella “medicina” che – limitandosi alla malattia infettiva considerata più letale a livello globale, ovvero la tubercolosi – ha salvato qualcosa come più di 79 milioni di vite umane  in due decenni,  3,65 milioni delle quali solo lo scorso anno.

Ma questi straordinari progressi -che soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito (Lmic= è stato possibile raggiungere grazie a aiuti esteri essenziali, primo tra tutti Usaid, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale – potrebbero prestissimo diventare un ricordo. a causa delle politiche che la nuova amministrazione americana guidata da Donald Trump annuncia di voler adottare. A esprimere molta preoccupazione al riguardo e l’Oms, proprio mentre  la Corte Suprema Usa ha bocciato  – non senza sorpresa, considerando che è composta a maggioranza da fedelissimi del tycoon – l’ordine del presidente di azzerare il 92% dei finanziamenti destinati all’estero di Usaid, finita nel mirino fin dalle prime ore di Trump alla Casa Bianca.

La Corte Suprema ha invece stabilito, conformemente alla decisione di prima istanza del giudice federale, che Trump aveva invece  deciso di rigettare, che devono essere immediatamente sbloccati i finanziamenti dell’Usaid che erano già stati stanziati ed erano quindi dovuti agli appaltatori che hanno già completato il loro lavoro.

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Ma la preoccupazione sulla disponibilità di risorse resta, tanto che l’Oms, in una nota di tre giorni fa, mette in guardia sull’impatto per la Tbc: “I tagli ai finanziamenti per i programmi” dedicati alla malattia “mettono milioni di persone, in particolare le più vulnerabili, in grave rischio”. Sulla base dei dati segnalati dai programmi nazionali sulla Tb all’Oms e sulla base della segnalazione del governo degli Stati Uniti al sistema di segnalazione dei creditori dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il governo degli Stati Uniti ha fornito circa 200-250 milioni di dollari Usa all’anno in finanziamenti bilaterali per la risposta alla Tbc a livello nazionale. Questo finanziamento è stato circa un quarto dell’importo totale dei finanziamenti dei donatori internazionali per la Tbc. I tagli ai fondi del 2025 avranno un “impatto devastante” sui programmi per questa gravi infezione, avverte l’Oms, “in particolare nei Paesi a basso e medio reddito che dipendono fortemente dagli aiuti internazionali, dato che gli Stati Uniti sono stati il ​​maggiore donatore bilaterale”.

Questi tagli mettono a rischio nel dettaglio “18 dei Paesi con il più alto carico” di malattia, “poiché dipendevano dall’89% dei finanziamenti statunitensi previsti per la cura della Tbc“. La regione africana è la più colpita dalle interruzioni, seguita dalle regioni del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale. “La pandemia di Covid lo ha dimostrato – osserva Tereza Kasaeva (nella foto), direttrice del Programma globale per la Tbc e la salute polmonare dell’Oms – poiché le interruzioni dei servizi hanno portato a oltre 700mila morti in eccesso per Tbc tra il 2020 e il 2023, aggravati da misure di protezione sociale inadeguate. Senza un’azione immediata, i progressi duramente conquistati nella lotta calla malattia sono in pericolo. La nostra risposta collettiva deve essere rapida, strategica e dotata di risorse complete per mantenere slancio verso la fine della Tbc”.

I primi rapporti che stanno arrivando all’Oms dai 30 Paesi con il più alto tasso di Tbc confermano che i ritiri dei finanziamenti stanno già portando allo smantellamento di servizi essenziali, segnala l’agenzia sanitaria dell’Onu. Migliaia di operatori sanitari affrontano licenziamenti, mentre i ruoli di assistenza tecnica sono stati sospesi, paralizzando i programmi nazionali contro la Tbc. Le catene di fornitura dei farmaci si stanno interrompendo a causa di sospensioni del personale, mancanza di fondi e problemi nei dati. Anche i servizi di laboratorio sono gravemente interrotti – si legge nella nota – con ritardi nel trasporto dei campioni, negli approvvigionamenti e carenze di materiali di consumo essenziali che bloccano gli sforzi diagnostici. Infine, i sistemi di dati e sorveglianza “stanno crollando”, minando la segnalazione di routine e il monitoraggio della resistenza ai farmaci. Gli sforzi di coinvolgimento della comunità, tra cui la ricerca attiva dei casi, lo screening e il tracciamento dei contatti, si stanno deteriorando, riducendo la diagnosi precoce della Tbc e aumentando i rischi di trasmissione.

“Senza un intervento immediato, questi fallimenti sistemici paralizzeranno gli sforzi diprevenzione e cura della Tbc, vanificheranno decenni di progressi e metteranno in pericolo milioni di vite” conclude l’Oms. “Inoltre, l’Usaid, il terzo maggiore finanziatore della ricerca sulla Tbc al mondo, ha sospeso tutte le sperimentazioni finanziate, compromettendo gravemente i progressi anche su questo fronte”. In questi tempi difficili, l’Oms “rimane ferma nel suo impegno a sostenere i governi nazionali, la società civile e i partner globali nel garantire finanziamenti duraturi e soluzioni integrate per salvaguardare la salute e il benessere delle persone più vulnerabili alla malattia”.



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