Effettua la tua ricerca
More results...
Samuel Ross è ossessionato dall’outerwear, è così fin da quando era teenager. Il designer e artista britannico ricorda ancora il suo primo memorabile capospalla, comprato a 16 anni: «Un Nike Quick Strike Stormbreaker verde lime desaturato con rilievi intrecciati e riflettenti, acquistato in saldo da TK Maxx, a Northampton». Per chi ha seguito la carriera di Ross fino a oggi, quello Stormbreaker spiega molte cose. Esuberante, sportivo, in un colore sperimentale e senza compromessi, è perfettamente in linea con A-Cold-Wall*, il brand che Samuel ha poi fondato nel 2014, proponendo un’interpretazione concettuale di quello che è stato il boom dello streetwear di lusso. È altrettanto in linea con la collaborazione strategica che ha avuto con Nike Inc., dove ha creato circa 45 sneakers, e con Hublot, per cui ha disegnato diversi modelli dell’orologio Big Bang con cinturini in tinte scintillanti. Oggi, nel suo studio di Islington, è concentrato su un altro colore, una tonalità di blu simile a quella dell’inchiostro: «Ho passato gli ultimi mesi a metterla a punto». Ross, che ora ha 33 anni, è vestito in total black ed è chinato a fissare una giacca a vento stesa sul pavimento. Lo studio è arredato con due panche recuperate in chissà quale chiesa, piccoli Bronzi del Benin, una scrivania rossa in metallo e una postazione di allenamento in legno, che giura di usare regolarmente. Ross, con la sua consueta schiettezza e visione d’insieme, commenta la sfumatura di quel blu: «Non è un blu corporate, ma nemmeno un blu anarchico, vero?».
Ci incontriamo per l’anteprima del suo ultimo progetto, un nuovo brand di abbigliamento concepito in collaborazione con il gigante dell’high street Zara, che si aggiunge alla già lunga lista delle sue attività. Ross è un eclettico di professione. È stato prima assistente di Virgil Abloh (lo ha aiutato a lanciare il brand Off-White) e consulente per il progetto Donda di Kanye West. Poi, da quando nel 2014 ha fondato A-Cold-Wall*, ha disegnato mobili, cuffie (ha una consulenza per Apple) e l’anno scorso persino un wc di un brillante color arancio per la Milano Design Week. Il suo Converge Gilet è stato acquisito dal Victoria and Albert Museum di Londra, che nel 2022 aveva incluso il lavoro di Ross nella mostra Fashioning Masculinities: The Art of Menswear, mentre la sua Anaesthesia I, una grande scultura a forma di scrivania brutalista, fa parte della collezione del Met di New York. È stato insignito di un MBE (Member of the Order of the British Empire), la University of Westminster gli ha conferito un PhD onorario in arte e, in qualità di visual artist, ha esposto lavori alla White Cube di Londra e alla Friedman Benda di New York. Oggi, una fila delle sue tele astratte è sistemata contro il muro.
«Trovo notevole la straordinaria abilità che ha Sam di tradurre il linguaggio del suo design su una così ampia varietà di mezzi espressivi», commenta Rob Boyd, curatore e designer di Opencircle Agency, che segue Ross dagli esordi. Lo descrive come molto esigente in materia di tessuti e materiali, «ma la cosa più interessante è tutto quello che ruota attorno ai suoi capi, i progetti che li affiancano, e come tutto diventi un multiverso, che incarna la sua visione, il suo mondo». Dopo avere venduto, nel 2023, la sua quota di maggioranza in A-Cold-Wall*, Ross presenta ora SR_A Engineered by Zara, primo capitolo di un progetto a lungo termine che proseguirà per alcune stagioni. «È sostanzialmente una joint venture», spiega. «È la prima volta che Inditex e Zara lavorano con un designer indipendente su una partnership che durerà più anni». La collezione, disponibile in Italia dal 6 febbraio, è stata mostrata in alcune presentazioni – la prima alle sfilate uomo di Parigi, a gennaio, mentre questo mese c’è un pop-up dedicato a New York – «e coinvolge varie personalità con cui ho contatti, dalla musica allo sport, dalla cultura alla controcultura». Zara ha alle spalle una lunga storia di collaborazioni, solo per citare le più recenti ci sono quelle con Stefano Pilati, Harry Lambert, Nanushka e Kate Moss, ma è la prima volta che il brand sostiene una linea indipendente. A Ross tutto questo offre una capacità di produzione e distribuzione che è difficile da eguagliare: «Significa lavorare con un gruppo che ha la struttura necessaria per sperimentare e proporre vere novità».
SR_A si collocherà in quella intersezione tra sartorialità informale e sportswear che ultimamente ha predominato nella moda uomo. «La collezione riflette il mio universo, il punto in cui credo che oggi si trovino tante persone», spiega riferendosi a chi, come lui, ha cominciato a sviluppare uno stile quando Instagram era solo agli inizi. «Quelle persone stanno ora entrando in un nuovo capitolo della vita, stanno affinando la loro identità. Io propongo un punto di vista per affrontare questa fase con grazia, sentendosi a proprio agio. Né con una felpa né con un abito. È uno spazio che sta nel mezzo». Lo definisce «molto meno strutturato e rigido» dello stile dell’era di A-Cold-Wall*, «e più comodo», e lo racconta parlando in modo quasi poetico di cerniere e tessuti traspiranti. I prezzi vanno da 29,95 euro per una T-shirt a 299 euro per un parka. «Il punto è essere liberi di muoversi, di spostarsi. Ma non nel senso di indumenti per runner, di cui francamente non se ne può più», precisa con una punta di malizia, alludendo allo stile gorpcore che ha dominato di recente. «So che il mio posto è tra arte, design e moda, non certo tra i runner». Parlando dell’evoluzione del suo stile, sostiene che «all’inizio si deve urlare forte per essere visti. Ora è il momento della riflessione, quasi della contemplazione». Si tratta di un prodotto più maturo? «Assolutamente sì, e senza età!». L’atteggiamento e l’indole di Ross sono legati alla sua infanzia, trascorsa a Wellingborough, una città vicino a Northampton, nel cuore dell’Inghilterra. La casa in cui è cresciuto era «molto, molto bohémienne»: la madre è un’accademica e una pittrice piena di entusiasmo, il padre ha studiato alla Central Saint Martins e al Goldsmiths, e ora realizza vetrate artistiche. Per quattro anni Samuel non ha frequentato la scuola, ma è stato formato a casa: «A essere sincero, lo adoravo», sorride. Suo padre gli ha insegnato a costruire macchine fotografiche con l’obiettivo stenopeico e lo portava alle fiere informatiche. «A quei tempi la curiosità per l’ingegneria e la voglia di esprimermi erano i miei punti saldi». La sua vocazione è stata chiara fin da subito: «Ho sempre saputo che mi sarei occupato di arte, non ho avuto alcun dubbio, non c’è mai stato un momento in cui mi sia chiesto: “Sono davvero un artista?”. Io so di essere un artista». Ha iniziato studiando graphic design e illustrazione alla De Montfort University di Leicester, ma ha abbandonato subito il design industriale per la moda. Abloh lo contattò per offrirgli uno stage: «Sapevo che c’erano novità all’orizzonte, e ogni fibra del mio corpo sentiva il bisogno di alimentare questa prospettiva».
Per il suo lavoro con A-Cold-Wall* ha vinto tre British Fashion Awards, ma dopo nove anni ha deciso di vendere le sue quote della società. A-Cold-Wall* aveva una visione molto particolare, spiega, che non gli corrispondeva più. Nel 2021, dopo la nascita del suo secondo figlio, ha cominciato a pensare al secondo capitolo della sua vita professionale: «Il mio istinto di artista e designer mi suggerisce di essere sempre onesto riguardo a quello che ho da dire. Senza contare che gli artisti e i designer hanno bisogno di libertà». A-Cold-Wall* alla fine del 2023 è stato acquisito da Tomorrow Ltd, che dopo un anno l’ha venduto a Four Marketing, che fa parte del colosso inglese Frasers Group. «È un successo indubitabile», commenta Ross. «Ne sono molto orgoglioso. A una persona di colore, che viene da Londra, non ricca, non capita spesso. È bello emanciparsi dalle origini della propria storia. Io devo spingermi verso l’ignoto, fa parte della mia natura». In un momento particolarmente difficile per la moda, il lavoro di Ross con Zara potrebbe inaugurare una tendenza: «Abbiamo bisogno di nuovi modelli», sostiene il designer, e sono in molti a concordare. «Il 2024 è stato il primo anno, dal 2009, in cui l’industria del fashion ha registrato una contrazione», racconta il brand consultant Tony Wang, fondatore di Office of Applied Strategy. «Nel mondo del lusso e della moda questo rappresenta una specie di reset culturale perché, in un certo senso, una recessione dà ai brand l’opportunità di innovarsi. Se i mercati andranno comunque in recessione, allora tanto vale sperimentare». (Nonostante il successo, nemmeno Inditex è immune dal clima generale: in dicembre ha annunciato che le sue azioni hanno perso circa il 5 per cento “senza riuscire a centrare le trimestrali di vendite e profitti”). Secondo Wang, la collaborazione con SR_A rappresenta per Zara «un nuovo linguaggio, che prevede un impegno a lungo termine, una longevità strategica», e non una semplice iniziativa di marketing, tipica dei brand delle high street. «Zara sta chiaramente costruendo una piattaforma dove sostenere designer emergenti, ma anche creativi, influencer e celebrities». Benché non si tratti di un marchio del lusso, agisce come se lo fosse, e Wang si chiede se questo faccia parte di un obiettivo più strutturato. «Il futuro grande gruppo internazionale della moda potrebbe avere origine da un marchio high street. Oggi è difficile che questo accada a partire da un luxury brand, quindi mi chiedo se per Zara o H&M cercare di acquisire quote azionarie di designer emergenti non possa contribuire a una strategia a lungo termine, il cui proposito sia appunto diventare i nuovi Lvmh, Kering od Otb Group». Interpellato, il gruppo Zara non si sbilancia in tal senso, preferisce restare concentrato su Ross. «Qui ammiriamo il lavoro di Sam da tempo, quando ci ha contattato siamo rimasti colpiti dalle sue idee e dalla sua visione: conosce profondamente la clientela a cui si rivolge», spiega Javier Romero, direttore menswear di Zara.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link