Lavori green, la guida ambientale: “Un’escursione è un viaggio culturale”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Camminare con una guida ambientale non è solo una passeggiata in mezzo alla natura, ma è un viaggio culturale. Significa far scoprire le storie degli uomini e le donne che hanno abitato quei luoghi, le piante e gli animali che ne hanno fatto il proprio rifugio, l’evolversi del paesaggio. Bisogna amare il territorio che si racconta e riuscire a trasmettere questo amore a chi decide di scoprirlo, camminando con noi”. Filippo Belisario, guida ambientale escursionistica del Lazio iscritta al registro nazionale Aigae (l’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche) è anche un tecnico della Riserva Naturale Monte Rufeno, in provincia di Viterbo, un’area protetta con 3 mila ettari di boschi, antichi edifici rurali, campi agricoli.

Il territorio da scoprire e raccontare

Delle escursioni ha fatto il cuore della sua attività. Se i primi giorni della settimana il suo lavoro riguarda la gestione della Riserva nel Comune di Acquapendente, quando si avvicina il weekend il suo tempo è completamente dedicato alle escursioni a cui partecipano, in media, quindici persone. Che propone, organizza e guida lui. ”Come guida del Lazio, la mia zona è compresa tra Viterbo e Roma, fino alla Maremma e l’Umbria, un territorio ricco di ambienti naturali più diversi – spiega Belisario – l’offerta è vasta. Dalla valle del Treja fino al borgo di Calcata, oppure la passeggiata nelle gole del Forello dove il Tevere scava un percorso tra le rocce; il parco naturalistico di Vulci; la valle dei calanchi a Civita di Bagnoregio; la salita al monte Soratte; la Francigena tra Montefiascone e Bolsena; la riserva del parco del Tevere Farfa. Sono solo esempi dei sentieri che offre questo angolo d’Italia”.

“Creare empatia con i luoghi è importante”

La scelta dell’itinerario segue le stagioni, il passaggio di uccelli, una particolare fioritura, il livello dei torrenti. Sempre preceduto da un sopralluogo. “Cerco di scegliere un itinerario ad anello e che si può raggiungere in treno per evitare l’auto”. I percorsi non sono troppo impegnativi perché, chi decide di trascorrere una giornata passeggiando nella natura, è appassionato del turismo lento. ”Quando si cammina in gruppo, la regola è che il ritmo lo dà l’escursionista che va più piano”. Non si passeggia e basta. ”Il segreto per diventare una buona guida – spiega Filippo, docente Aigae – è raccontare i processi naturali con parole semplici: i segni geologici sulle rocce, una pianta, l’habitat di un uccello. Creare empatia da parte degli escursionisti è importante: se un luogo lo ami, lo proteggi. E poi, rallentare. Chiedo sempre di fare un tratto di percorso restando in silenzio. Godendo del vento e dei rumori”.

Filippo Belisario durante una delle sue escursioni 

“Tutelare la biodiversità dell’oasi”

Filippo racconta di aver scelto questo lavoro dopo la laurea in Geologia e la specializzazione triennale in “Gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette” all’università di Camerino, per una casualità. “Il direttore dell’oasi Wwf del lago di Alviano, Gianni Cardinali, mi propose di sostituire la guida naturalistica che si era trasferita. Improvvisamente, è diventato reale ciò che fino a quel momento era solo teoria. Un’emozione e una responsabilità. Perché la guida di un’oasi non accompagna solo i visitatori, ma deve tutelarne la biodiversità. Il lago di Alviano, zona umida tra le più importanti d’Italia, è ricchissima. Lì ho capito che sarei diventato guida ambientale. Così ho fatto i passi per entrare in Aigae, l’associazione riconosciuta dal Ministero che oggi si chiama delle Imprese e del Made in Italy”.

La sicurezza degli escursionisti

L’emozione di raccontare è importante, insieme alla formazione che per una guida iscritta all’albo è obbligatoria e che riguarda anche le norme di sicurezza, le regole di primo soccorso, la capacità di utilizzare un defibrillatore, sapere gestire le punture di insetti, ferite, ustioni. ”Nei nostri zaini c’è sempre una cassetta di pronto intervento, ma anche oggetti apparentemente banali, ma che nelle emergenze, aiutano. Un esempio? Un particolare nastro adesivo che usano le guide alpine molto resistente. Con quello si può fasciare qualsiasi cosa. Perfino uno scarponcino che improvvisamente si rompe”. Il lavoro della guida escursionistica, dopo la pandemia e la scoperta del turismo di prossimità, attira i laureati in discipline scientifiche e non solo. “Ma è importante fare un corso di specializzazione rivolgendosi solo alle associazioni riconosciute. Purtroppo, vediamo nei siti dedicati al trekking, gruppi che senza titolo professionale, promettono un tesserino di guida in due settimane. Ricordiamoci che quando ci si mette alla guida di un gruppo di persone per un’escursione se ne diventa responsabili”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link