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L’influencer italiana affronta sfide legali e finanziarie e legali, mentre tenta di risollevare la sua azienda. Perdite coperte con un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro.
(Foto: Chiara Ferragni e Jonathan_Kashanian, attore, durante una trasmissione tv)
Chiara Ferragni, una delle imprenditrici digitali più influenti a livello globale, sta attraversando il momento più difficile della sua carriera. Dopo anni di successi nel settore della moda e del digital marketing, il suo impero imprenditoriale è stato messo a dura prova da un mix esplosivo di scandali e difficoltà economiche.
La crisi che ha investito Ferragni ha origine dal cosiddetto “Pandorogate”, uno scandalo che ha coinvolto le sue attività commerciali legate a iniziative benefiche, ma si è poi allargata a una vera e propria debacle finanziaria. Nel giro di poco più di un anno, il suo marchio personale ha visto crollare i ricavi, mettendo a rischio la stabilità della sua società Fenice S.r.l. e costringendo i soci a intervenire con un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro.
Il “Pandorogate”: dalle accuse alle sanzioni
Tutto ha avuto inizio nel novembre 2022, quando Chiara Ferragni ha collaborato con l’azienda dolciaria Balocco per il lancio del “Pandoro Pink Christmas”. Il prodotto, venduto a oltre 9 euro al pezzo, più del doppio rispetto alla versione tradizionale, era stato presentato come un’iniziativa benefica a favore dell’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, specializzato nella ricerca sull’osteosarcoma e il sarcoma di Ewing.
Tuttavia, un’indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha rivelato che Balocco aveva già effettuato una donazione fissa di 50.000 euro all’ospedale nel maggio 2022, molto prima del lancio del prodotto, e che nessuna parte del ricavato delle vendite del pandoro era destinata all’ospedale. Secondo l’AGCM, le società riconducibili a Ferragni avrebbero incassato oltre un milione di euro senza ulteriori contributi al nosocomio.
Le conseguenze non si sono fatte attendere: a dicembre 2023 l’AGCM ha sanzionato Chiara Ferragni e Balocco con una multa di oltre un milione di euro per pratiche commerciali scorrette. “Si tratta di un caso esemplare di pubblicità ingannevole che ha sfruttato la leva della beneficenza per ottenere profitti”, ha dichiarato il presidente dell’AGCM Roberto Rustichelli in un comunicato ufficiale del 20 dicembre 2023.
Effetti a catena: dalla crisi reputazionale al crollo finanziario
Lo scandalo ha avuto ripercussioni devastanti sulla reputazione di Ferragni. Numerosi brand con cui collaborava hanno interrotto i contratti, tra cui Safilo Group e Coca-Cola. Il suo profilo Instagram, un tempo una delle principali fonti di guadagno, ha subito un’emorragia di follower, con una perdita stimata in centinaia di migliaia di utenti nelle settimane successive allo scandalo.
La crisi di immagine ha portato con sé un crollo verticale nei ricavi della società Fenice S.r.l., che detiene i diritti sui marchi Ferragni. Secondo indiscrezioni, i ricavi sono passati dai 12 milioni di euro del 2023 a meno di 2 milioni nel 2024. Nel biennio 2023-2024, le perdite complessive avrebbero superato i 10 milioni di euro, mettendo in seria difficoltà la tenuta finanziaria della società.
Aumento di capitale da 6,4 milioni per evitare il fallimento
Per evitare il tracollo, l’assemblea dei soci di Fenice ha approvato un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro. La delibera è stata sostenuta da Sisterhood, la holding della famiglia Ferragni che detiene il 32,5% di Fenice, e da Alchimia, società guidata dall’imprenditore Paolo Barletta con una quota del 40%.
“L’obiettivo è proseguire con successo le attività dell’azienda e riportarla ai livelli di eccellenza raggiunti fino al 2022”, ha dichiarato Claudio Calabi, amministratore unico di Fenice, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore.
Non ha partecipato all’operazione Pasquale Morgese, socio con una quota del 27,5%, che si è dichiarato contrario all’aumento di capitale e potrebbe impugnare le delibere del bilancio e della ricapitalizzazione. La sua scelta porterà alla diluizione della sua quota societaria, mentre Sisterhood e Alchimia copriranno l’intera operazione pro-quota.
Le conseguenze legali: il processo in arrivo
Parallelamente ai problemi economici, Ferragni dovrà affrontare un processo per truffa aggravata. La Procura di Milano ha infatti rinviato a giudizio l’influencer, con l’accusa di aver ottenuto un “ingiusto profitto” per oltre due milioni di euro dalle operazioni di marketing legate al Pandorogate e alle uova di Pasqua Dolci Preziosi.
Secondo l’accusa, la pubblicità ingannevole avrebbe portato i consumatori ad acquistare i prodotti con la convinzione di contribuire direttamente a cause benefiche, mentre in realtà i fondi destinati alle donazioni erano minimi rispetto agli incassi generati. L’udienza preliminare è fissata per il 23 settembre 2025. “Dimostreremo che non vi è stata alcuna truffa e che la mia assistita ha agito in buona fede”, ha dichiarato l’avvocato difensore Giulia Bongiorno in una nota stampa dell’8 marzo 2025.
Il tentativo di rilancio: tra moda e nuove strategie di marketing
Nonostante il momento difficile, Ferragni sta tentando di rilanciare la propria immagine pubblica. Dopo un periodo di assenza dagli eventi di moda, ha fatto il suo ritorno alle sfilate della Fashion Week di Parigi e Milano, puntando su nuove collaborazioni con marchi emergenti.
Secondo esperti del settore, la sfida principale sarà riconquistare la fiducia dei consumatori e dei brand partner. “Il danno reputazionale è stato enorme, ma se Ferragni riuscirà a riformulare il suo posizionamento con trasparenza e autenticà, potrebbe avere una possibilità di risalita”, ha dichiarato Marco Ravaioli, esperto di marketing digitale.
Il futuro dell’impero di Chiara Ferragni dipenderà dalla sua capacità di gestire le conseguenze dello scandalo, affrontare le vicende giudiziarie in corso e ristabilire la sua credibilità nel mercato globale.
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