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Con le buste paga di marzo arriveranno per i dipendenti di ministeri e pa centrali gli aumenti di stipendio del 6% previsti dal rinnovo del contratto firmato a gennaio da Cisl, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp ma non da Cgil e Uil. Una novità molto attesa visto che negli ultimi due mesi tutti gli statali hanno ricevuto sul conto corrente netti inferiori a quelli di un anno prima. Com’è possibile? La piattaforma NoiPa, come denunciano i sindacati, non è mai stata aggiornata con il taglio del cuneo fiscale rinnovato e allargato dall’ultima legge di Bilancio ai redditi fino a 40mila euro. Insomma: lo Stato non sta applicando la legge. Ora che scattano gli aumenti medi di circa 165 euro, la maggior pressione fiscale ne sottrarrà un centinaio. Vanificando parte dello sforzo finanziario rivendicato dal governo e contestato da Cgil e Uil secondo cui gli stanziamenti previsti sono insufficienti se confrontati con l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto. Motivo per cui bloccano i rinnovi per la generalità degli statali.
Quando verrà risolto l’imbarazzante bug che sta facendo infuriare i dipendenti pubblici? La Flp prevede che sia necessario attendere almeno i cedolini di aprile. Per il segretario generale Marco Carlomagno è una situazione inaccettabile: “Non solo neutralizza gli effetti del rinnovo del contratto, ma in molti casi comporta la riduzione dell’importo presente negli statini di pagamento di marzo. Chiediamo quindi al Governo di fare immediata chiarezza su quanto avvenuto e in particolare sulle responsabilità che stanno alla base di comportamenti che ostacolano i risultati raggiunti”.
Alla fine di questo mese dovrebbe arrivare intanto – a parte – il pagamento degli arretrati legati al rinnovo del contratto, circa un migliaio di euro. Confsal Unsal lamenta però che le elaborazioni delle buste paga di marzo, già consultabili sulla piattaforma, evidenziano come “all’appello mancano anche gli adeguamenti delle indennità di amministrazione” aumentata di circa 50 euro al mese e “il cui decreto è stato pubblicato pochi giorni fa”.
Qualche giorno fa il presidente dell’agenzia pubblica Aran che negozia i rinnovi contrattuali della pa, Antonio Naddeo, aveva scritto su Linkedin: “È paradossale che, a marzo, molti dipendenti pubblici non abbiano ancora riscontri concreti nelle loro buste paga, nonostante le misure siano state annunciate con largo anticipo. Sarebbe interessante approfondire le cause e chiedere maggiore trasparenza su quando i lavoratori vedranno realmente i benefici previsti”.
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