Tecnologia, il difficile equilibrio tra progresso e sicurezza

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La sicurezza informatica è il tema affrontato nel corso del Cnpr forum “Competitività e tecnologia: il difficile equilibrio tra progresso e sicurezza” promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Matteo Mauri (Pd), vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, Andrea Volpi, deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro, Emma Pavanelli, parlamentare del M5s Commissione Attività produttive a Montecitorio e Pino Bicchielli, vicecapogruppo di Noi Moderati alla Camera e componente della commissione Difesa.

Tecnologia, tra innovazione e sicurezza

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore legale dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Bergamo: “Sempre più spesso sentiamo parlare di cyber security e della necessità di dotare tutte le principali infrastrutture italiane di un’adeguata difesa dagli attacchi degli hacker. Il Pnrr offre la possibilità di attuare piani specifici che vadano proprio in questa direzione e l’auspicio è quello che la politica sappia trovare l’unità di fronte a quella che diventa ogni giorno di più una priorità per tutelare i cittadini, le imprese, i servizi essenziali per la comunità che non possono rimanere in balìa di azioni ricattatorie o dimostrative da parte di un nemico tanto invisibile quanto pericoloso”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “La sicurezza informatica non dipende solo dalla tecnologia perché sono coinvolti anche elementi umani, tecnici, giuridici e organizzativi. L’intelligence di Ibm security censisce il 90% di sicurezza come dipendenti da errore umano. Allora l’educazione e la conoscenza della sicurezza da parte di chi opera nell’informatica diviene essenziale. Ognuno di noi deve essere preparato a fronteggiare intrusioni indesiderate facendo crescere in modo diffuso la cultura della sicurezza. E’ anche una questione di competitività che deve essere combattuta sul piano dell’innovazione. Stiamo vivendo mutamenti velocissimi rispetto ai secoli passati che spesso ci disorientano. Dobbiamo ancora metabolizzare fino in fondo la globalizzazione e già siamo proiettati nella digitalizzazione spinta e ad avere a che fare con l’intelligenza artificiale. La scuola resta strumento fondamentale per gestire al meglio e preparare i giovani a queste nuove sfide”.

Mauri (Pd): Governo fa poco su cybersecurity

Non è solo a rischio la sicurezza nazionale, ma anche quella dei singoli cittadini, poiché spesso gli attacchi hacker prendono di mira individui, causando danni economici significativi. Settori cruciali sono esposti a gravi minacce ed è indispensabile supportare, anche economicamente, gli enti locali e i privati affinché possano potenziare i propri sistemi di difesa. La sicurezza nazionale deve essere una priorità per la politica, considerando che alcune azioni possono bloccare e condizionare importanti enti pubblici. Basti pensare agli hackeraggi subiti da alcune amministrazioni pubbliche, ma anche alla possibilità che tali azioni possano compromettere interi sistemi di produzione energetica, fino al punto di fermare una centrale elettrica. Poiché queste attività illegali sono in costante aumento e sempre più sofisticati, è necessario che vi sia una risposta coordinata, non solo da parte dei singoli Paesi, ma dell’intera Europa. È fondamentale intervenire a livello legislativo, promuovendo iniziative concrete ed efficaci. Tuttavia, nei più recenti provvedimenti governativi, entrambi questi aspetti sono stati affrontati in modo insufficiente.

Volpi (FdI): Innovare nostro sistema formativo

Gli esperti prevedono che nel 2025 gli attacchi informatici saranno in forte crescita, in particolare nei settori della sanità, dei trasporti e dell’energia. Il contesto geopolitico è estremamente dinamico e alcuni Stati cercano di destabilizzare altri Paesi attraverso offensive mirate ai servizi essenziali.

L’Italia è pronta a difendersi, ma la cybersecurity è un settore in continua evoluzione, e per restare al passo con le nuove minacce, è fondamentale un aggiornamento costante. Il governo e le agenzie preposte alla sicurezza sono già operative, ma la vera sfida risiede nell’innovazione del nostro sistema formativo. Con il rapido avanzamento delle nuove tecnologie, è essenziale aggiornare i programmi di studio per garantire che i giovani siano preparati ad affrontare il cambiamento tecnologico.

Il governo ha già intrapreso iniziative significative, approvando provvedimenti legislativi in Parlamento per favorire l’introduzione di materie scientifiche fondamentali. L’obiettivo è formare e informare. Servono figure professionali pronte a entrare nel mondo del lavoro, ed è quindi indispensabile investire nella ricerca, puntando sui giovani e sulle startup innovative.

Pavanelli (M5s): Risorse per innovazione ferme al palo

Gli attacchi informatici rappresentano una delle principali criticità. Occorre maggiore efficienza in tema di cybersicurezza, affinché le nostre istituzioni, nazionali e locali, così come le imprese, investano in modo più incisivo per rafforzare le difese digitali.

La formazione gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Negli ultimi anni, le Università hanno introdotto nuovi corsi e master in cybersicurezza, ma è fondamentale anticipare questo percorso già negli istituti tecnici più avanzati, formando professionisti altamente specializzati, sempre più richiesti dal mercato del lavoro. Come M5s, avevamo promosso il piano Transizione 4.0, finalizzato all’acquisizione di nuove infrastrutture digitali, con l’obiettivo di rendere le imprese italiane più competitive e allineate agli standard europei. Oggi, con Transizione 5.0, ci sono sei miliardi di euro bloccati a causa delle difficoltà burocratiche, che rendono complesso per le imprese raggiungere gli obiettivi richiesti. È indispensabile semplificare i processi e garantire alle aziende un accesso più agevole a queste risorse, affinché possano innovare e crescere in un mercato sempre più digitalizzato.

Bicchielli (Nm): Tre attacchi su quattro per errori umani

Siamo sempre più esposti ad attacchi informatici, con un livello di rischio in costante aumento per le nostre infrastrutture. Il governo ha posto la sicurezza informatica al centro dell’agenda politica, consapevole della crescente minaccia.

Se in ogni casa custodiamo oggetti di valore in una cassaforte, spesso trascuriamo la protezione dei nostri ‘device’ digitali, come gli smartphone, che contengono dati sensibili fondamentali. Il fattore umano è l’anello più vulnerabile della catena: tre attacchi su quattro avvengono a causa di errori umani nella gestione della sicurezza, facilitando l’azione degli hacker.

È necessario intervenire su più livelli. Il Pnrr ha reso possibili investimenti significativi in cybersecurity, ma è altrettanto essenziale promuovere una diffusione capillare delle competenze digitali di base. In questo contesto, la formazione gioca un ruolo cruciale.

Come Commissione Difesa, abbiamo condotto un’indagine conoscitiva sulla cybersicurezza, coinvolgendo i principali esperti del settore. Da questo lavoro è emerso chiaramente che istruzione e formazione rappresentano il pilastro fondamentale di una strategia efficace per la difesa digitale.



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