Carron, Confindustria Veneto Est: «Più innovazione e focus sull’Oriente, l’Europa salvaguardi l’industria»

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Un mercato che balla tra l’incognita dei dazi americani, la frenata della Germania e una generazione di giovani che fa le valigie.

Il Nord Est industriale si trova davanti a un bivio: difendere il proprio ruolo da locomotiva del Paese o subire il contraccolpo di una congiuntura che non fa sconti.

Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est, sarà presente al Festival Città impresa per analizzare il peso delle nuove tariffe americane, il rallentamento del principale partner europeo e il problema di trovare talenti qualificati.

Il rischio? Un territorio ancora forte, ma sempre più sotto pressione. La soluzione? Investire, diversificare, innovare. Ma l’Europa, questa volta, dovrà fare la sua parte.

Presidente Carron, affrontiamo subito il tema più attuale: l’annuncio di dazi del 25% sulle importazioni europee negli Stati Uniti.

«È innegabile che ci sia una certa preoccupazione. Il Veneto è la quarta regione italiana per export verso gli Stati Uniti, con un valore di circa 7,6 miliardi, pari a oltre l’11% del totale nazionale. Gli Usa rappresentano quindi un mercato cruciale, non solo per il settore automobilistico, ma anche per la filiera metalmeccanica, l’energia, l’agroalimentare, il tessile e l’abbigliamento. Un aumento dei dazi potrebbe avere un impatto significativo, senza contare il possibile effetto boomerang per gli Stati Uniti, con un conseguente aumento dell’inflazione interna. In questo contesto, la risposta può venire solo dall’Europa, che deve dimostrarsi unita e coraggiosa.

Oltre alla questione americana, c’è anche il rischio che la Cina riversi parte delle sue esportazioni sul mercato europeo, con prodotti a basso costo ma anche ad alta tecnologia, spesso non conformi alle normative a cui noi siamo soggetti. Anche su questo, l’Europa deve intervenire con misure adeguate a salvaguardare le nostre industrie».

Lei dice che stiamo vivendo un cambio di paradigma senza precedenti: il ritorno di Donald Trump sulla scena politica, la guerra in Ucraina, l’instabilità delle alleanze occidentali, la polarizzazione tra Stati Uniti e Cina, la crisi di Germania e Francia.

«In questo scenario complesso, la geopolitica è diventata una variabile cruciale per le imprese. Per questo, oggi più che mai, è fondamentale per l’Europa rafforzare il settore industriale e manifatturiero, che negli ultimi anni è stato trascurato. Lo stesso Mario Draghi lo ha sottolineato: la risposta può essere solo europea. L’economia è l’unico terreno su cui l’Europa può ancora esercitare una leadership».

Un altro tema che ci tocca da vicino è la crisi della Germania, che è in stagnazione.

«La crisi tedesca ha avuto un impatto significativo anche sulle nostre imprese, in particolare nella componentistica. In Veneto, quasi 200 aziende, con un fatturato di circa 7 miliardi, operano a stretto contatto con il mercato tedesco. La Germania è il primo mercato di sbocco per il Veneto, assorbendo quasi il 14% dell’export regionale, per un valore di 11 miliardi di euro.

Parliamo di settori strategici come macchinari, prodotti in metallo, alimentari, apparecchi elettrici e sistema moda. Nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni venete in Germania sono calate del 6,7%, con una perdita di 572 milioni di euro. Già nel 2023 si era registrato un calo dello 0,8%.

È un problema serio, ma il piano di investimenti da 500 miliardi annunciato dal governo tedesco per rilanciare la domanda interna potrebbe avere ricadute positive anche sulle nostre aziende. Cosa possiamo fare? Sostenere gli investimenti in innovazione e aiutare le imprese a riposizionarsi su nuovi mercati. Negli ultimi anni, molte aziende hanno già iniziato a guardare ai Paesi del Golfo e dell’Estremo Oriente, dove la domanda è in crescita. Bisogna rafforzare queste strategie di diversificazione».

Sul fronte degli investimenti, sappiamo che gli anni dei tassi d’interesse elevati hanno frenato la spesa delle imprese. Ora la Bce ha iniziato a tagliare i tassi, con una speranza di ulteriori riduzioni fino a 150 punti base entro il 2025.

«L’auspicio è che i tassi scendano, ma è difficile raggiungere il target di 150 punti base nel 2025.

Il miglioramento delle condizioni di credito è lento e il clima di incertezza frena ancora gli investimenti. Oltre ai tassi, serve un supporto governativo più efficace. Il Piano Transizione 5.0, per esempio, è ancora troppo complesso: ad oggi, sono stati prenotati solo 484,8 milioni di euro di credito d’imposta su 6 miliardi disponibili. Questo significa che c’è un problema burocratico. O si semplifica il 5.0, oppure bisogna pensare ad altre misure di agevolazione, magari coinvolgendo il risparmio privato per sostenere l’economia reale».

Un altro problema è la fuga di giovani talenti. Come si può invertire questa tendenza?

«Questo è un tema cruciale. La denatalità è un problema che parte dagli anni Settanta e oggi ne vediamo le conseguenze. Trovare personale qualificato è sempre più difficile: per molte figure tecniche, il 70-80% delle aziende fatica a reperire candidati. Confindustria sta lavorando per rafforzare il legame tra istruzione e mondo produttivo, promuovendo percorsi di formazione tecnica e professionale. Abbiamo bisogno di trattenere i giovani offrendo stipendi adeguati e opportunità di crescita. Il Veneto è un territorio con aziende eccellenti e dobbiamo valorizzarlo per attrarre talenti».

Sul palco con Carron Nalini, Nocivelli e Vidal

L’evento di apertura di venerdì 14 marzo a cui parteciperà Paola Carron, alle 10.30 all’ex chiesa di San Teonisto a Treviso, sarà la prima occasione per incontrare numerosi imprenditori che costituiscono la spina dorsale della manifattura del Nord Est. Al panel con la presidente parteciperanno Francesco Nalini, ad di Carel (foto a destra), Marco Nocivelli, presidente di Epta, Marco Vidal, ad di Mavive. Tra gli incontri di venerdì uno sarà dedicato all’India, con l’ex ambasciatore Vincenzo De Luca, Luigi Nappo ad di Vit Incoming e Mario Pezzini dell’Ocse (Museo Luigi Bailo, ore 15). Qui il programma del festival e il link per l’iscrizione



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