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Le tasse si pagano anche sulla pensione. Anche sui trattamenti erogati dall’INPS a chi ha versato i contributi si pagano le imposte. Evidente che ogni abbattimento dell’IRPEF, che è l’imposta che grava su tutti i produttori di reddito in Italia, finisce con l’incidere anche sulla pensione netta percepita. Il governo ha in cantiere un ritocco dell’IRPEF. E se questo andrà in porto, alcuni pensionati godranno di un concreto aumento di pensione. Ci sarà da discutere sul fatto che sono i pensionati con trattamenti più alti coloro i quali godranno di questi aumenti, ma fatto sta che il taglio dell’imposta da versare è interessante da capire.
Se sotto la spinta di Forza Italia, che è il partito di maggioranza che più di altri va nella direzione del nuovo taglio dell’IRPEF, il provvedimento troverà i natali, ecco che molti pensionati riusciranno a prendere un trattamento maggiore. E di questi tempi, con anche il ceto medio in netta sofferenza, ogni incremento di pensione è una buona notizia.
Cosa accadrà alla pensione se passa la linea del taglio IRPEF del ceto medio, tutti gli esempi
Il taglio dell’IRPEF di cui da tempo si parla è che non è stato introdotto nella legge di Bilancio per carenza di risorse, riguarda il cosiddetto ceto medio. Dopo il passaggio a tre scaglioni l’IRPEF vede nel suo secondo scaglione quello del ceto medio. Cioè i titolari di redditi superiori a 28.000 euro e fino alla soglia dei 50.000 euro. Ed è su questo scaglione che il governo vuole intervenire. Per il ceto medio sulla parte di reddito compresa tra i 28.000 ed i 50.000 euro l’IRPEF da versare è pari al 35%. L’idea è quella di abbassare di due punti percentuali questa aliquota portandola al 33%.
In questo modo è evidente che i pensionati, così come tutti gli altri percettori di reddito che hanno un trattamento superiore a 28.000 euro, potrebbero arrivare a recuperare il 2% in più di pensione netta.
Cosa significa il 2% in più di pensione netta
A conti fatti nulla cambierà per i pensionati che hanno trattamenti più bassi. Infatti per questi pensionati l’aliquota del 23% resterà tale. Nessuna novità al riguardo quindi per i titolari di pensioni più basse di un certo limite. Questo vuol dire che l’eventuale aumento della pensione netta riguarderà solo i titolari di pensioni più alte. Infatti stando a quando si evince, le pensioni potrebbero salire addirittura di 1.440 euro all’anno. Anche perché oltre ad abbassare di due punti percentuali l’aliquota del secondo scaglione l’ipotesi è quella di aumentare l’importo massimo di questo scaglione che da 50.000 euro passerebbe a 60.000 euro.
Chi guadagna di più e chi di meno dalla riforma del secondo scaglione IRPEF per le pensioni
Detto questo vediamo di fare alcuni esempi relativi ai pensionati e a ciò che cambierà dal loro punto di vista come pensione netta una volta che entrerà in vigore la novità. Naturalmente in base all’importo della pensione che percepiscono.
Chi ha un trattamento pari a 28.000 euro, versa il 23% di IRPEF. Cioè esattamente 6.440 euro di imposta. Se la pensione fosse di 30.000 euro, ai 6.440 euro di IRPEF si dovrebbe aggiungere oggi il 35% dei 2.000 euro superiori a 28.000. Significa altri 700 euro. Con il taglio dell’IRPEF al 33% per il secondo scaglione, da 700 euro l’imposta scenderebbe a 660 euro. Un aumento di 40 euro all’anno per questi pensionati. Ma si tratta di un aumento sempre maggiore man mano che sale la pensione. Perché con 40.000 euro di pensione il 35% di 12.000 euro sarebbe 4.200 euro. Sempre da aggiungere ai 6.440 euro dei primi 28.000 euro di reddito. Con il taglio al 33% invece l’imposta da versare in aggiunta ai primi 6.440 euro sarebbe pari a 3.960 euro. Un risparmio di 240 euro annui.
Ben 1.440 euro di aumento pensione in un anno di imposta, ecco perché
Chi godrebbe del massimo vantaggio sono però i titolari di pensione a partire dai 60.000 euro. Infatti sono loro che in base alle tre aliquota di oggi pagherebbero 6.440 euro sui redditi fino a 28.000 euro, 7.700 euro su quelli sopra 28.000 e fino a 50.000 euro e 4.300 euro su quelli sopra 50.000 e fino a 60.000 euro. Con il cambio del secondo scaglione che passerebbe ad aliquota IRPEF 33% e importo massimo pari a 60.000 euro, ecco che da un totale di 18.440 euro di imposta pagherebbero 17.000 euro esatti. Perché ai 6.440 euro sui redditi fino a 28.000 euro si aggiungeranno quelli del secondo scaglione pari a 10.560 usciti fuori dal 33% su tutti i redditi da 28.000 a 60.000 euro.
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