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L’Udinese scende all’Olimpico di Roma, rinfrancata da una classifica che a 11 giornate dalla fine ha di fatto regalato una salvezza abbondantemente anticipata, rafforzata da uno stato di forma invidiabile in considerazione di uno score pari a 13 punti conquistati negli ultimi 15 a disposizione.
Servirebbero non meno di 20 punti da qui alla fine per sperare di agganciare il treno europeo (23 se consideriamo la media degli ultimi anni in cui la 7ª classificata ha raccolto 62 punti), dunque impresa che pare ai limiti dell’impossibile.
Per rivivere una stagione dalla portata storica, si deve infatti regredire di una dozzina d’anni, quando alla guida tecnica (2012-13) sedeva un certo Francesco Guidolin. Furono ben 66 i punti raccolti alla 38ª, ricordando peraltro che alla fine della 28ª giornata, la squadra aveva raccolto 41 pt, andando ad infilare dopo una sconfitta alla 29ª e un pari alla 30ª, un filotto di 8 vittorie di fila, in grado di fruttare un insperato 5º posto finale a ridosso della Champions, con conseguente diritto a partecipare all’Europa League.
Ma l’avversario di turno è tosto, niente di meno che la Lazio di Baroni – grande la stagione sino ad ora per i biancazzurri – ben attrezzata al fine di intralciare i piani dei ragazzi di RUNJAIC che per l’occasione ritrova il portiere titolare OKOYE, ai box da oltre 3 mesi. Rinuncia in parte inattesa ad un più che positivo ATTA, per riproporre un 352 mandato a memoria, abbandonato peraltro da un paio di mesi in qua, con la conseguenza di ottenere risultati assai apprezzabili.
La LAZIO in piena lotta Champions, rinuncia al treno di sinistra Nuno Tavares oltre all’acciaccato Rovella; indisponibile anche il centravanti argentino Castellanos.
Parte bene la squadra friulana nell’occasione in giallo. La manovra é gestita nella maggior parte del tempo dagli uomini di RUNJAIC, sempre primi sulla palla e abili nel pressing alto, situazione sapientemente studiata al fine di non far palleggiare i padroni di casa, se non nella propria metà campo bassa. La superiorità tecnico-tattica si concretizza intorno a metà frazione quando un lancio dalla difesa verso LUCCA, consente al centravanti di aprire con uno sventaglio per l’accorrente THAUVIN che mette in seria difficoltà prima Romagnoli, poi l’estremo difensore; la carambola con il portiere favorisce una rovesciata “sporca”di LUCCA la quale intercettata dallo stesso capitano, finiva prepotentemente in rete. Il vantaggio assolutamente meritato metteva i padroni di casa nelle condizioni di cercare il pari che arrivava intorno alla mezz’ora. Prima OKOYE sventava con una parata prodigiosa un diagonale velenoso di Zaccagni sfuggito a KRISTENSEN, poi su corner conseguente Vecino spizzava sull’accorrente Romagnoli abile nel precedere EHIZIBUE deputato a controllare il secondo palo. Il pari non smorzava le velleità bianconere che a pochi attimi dal riposo sfioravano il vantaggio con una girata di LUCCA imbeccato da KRISTENSEN, girata fuori veramente di pochissimo.
Il pari chiudeva la frazione, con l’Udinese superiore ai padroni di casa sia nei tiri che nel possesso palla. Veramente ottima la prima mezz’ora di gioco da parte degli uomini di Kosta RUNJAIC con un SOLET abilissimo nel mettere la museruola persino al temutissimo danese Isaksen.
Al rientro dagli spogliatoi, c’era curiosità nel capire l’atteggiamento proposto dalle due sfidanti. Il pallino lo prendeva in mano la squadra di Baroni che per obiettivo avrebbe il superamento della Juventus in graduatoria, il che significherebbe 4º posto. Dopo un paio di minuti KAMARA faceva venire i brividi quando interveniva con veemenza su Zaccagni in scivolata a 2 metri da OKOYE. Scampato il pericolo era SOLET (altra prova maiuscola) a mettersi in evidenza con una progressione che costringeva al giallo Lazzari.
Passata l’ora di gioco RUNJAIC buttava nella mischia ATTA,PAYERO, ZEMURA per recuperare energie. Bene come sempre il francese che si dimostrava una volta di più, un giocatore di gran livello poiché una volta in campo raramente tradisce le aspettative, dribblando, cercando compagni e porta con personalità e coraggio (raramente chiude senza tiri verso la porta).
Al 75º anche ZEMURA si ritagliava il suo momento di possibile gloria, con una punizione dai 25 mt che impegnava il friulano Provedel in un gran intervento.
Baroni inseriva allora forze fresche, Pedro in primis, senza riuscire peró nell’intento di replicare una caratteristica in cui primeggia in nel massimo campionato, ovvero i gol (18) realizzati nell’ultimo quarto d’ora, non impegnando di fatto mai, un ritrovato OKOYE.
La squadra anche con il 352 ha dimostrato solidità con una mezz’ora molto ben interpretata oltre ad un finale in crescendo.
Dispiace per il Nino che rimane inopinatamente ai margini, seppur appare giusto riconoscere come la coppia d’attacco funzioni piuttosto bene. ATTA continua a crescere visibilmente dimostrando di meritare i galloni del titolare, insomma un giocatore da riscattare senza alcun dubbio a fine stagione dal Metz. SOLET continua a dare dimostrazione di strapotere fisico; possiamo solo immaginare se solo fosse stato disponibile da settembre… 40 punti in 28 giornate significano salvezza con 10 giornate d’anticipo; il rammarico é che se solo ci fosse in rosa un Dumfris (tanto per citarne uno a caso) forse i punti in graduatoria sarebbero 50/52, schiudendo scenari forieri persino di un Europa di assoluto prestigio.
La strada é stata finalmente tracciata. 12 anni fa, per ritornare alla storia, l’UDINESE chiuse con 8 vittorie, probabilmente irripetibili nel prossimo futuro, ma é giusto rimarcare come questa squadra, questo gruppo, infonda una fiducia che non si avvertiva da tempo.
Bravo Mister RUNJAIC, oggi possiamo asserire con assoluta fermezza che la “sua mano” si vede eccome!
AM
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