Passa l’indennità differita per i consiglieri regionali lombardi: analisi del provvedimento e confronto con le pensioni dei lavoratori – Politica

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Approvata la nuova misura volontaria per i consiglieri regionali: dettagli, confronti con il sistema pensionistico generale e reazioni politiche. Forte (FdI): «Si tratta di un atto di giustizia»

(MIANEWS)L’11 marzo 2025, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato con 49 voti favorevoli e 17 contrari la legge che introduce un’indennità differita per i consiglieri regionali. Questo provvedimento prevede una trattenuta volontaria dell’8,8% sull’indennità di carica, pari a 6.327 euro mensili, per costituire un fondo che, al compimento dei 65 anni e dopo almeno cinque anni di mandato, riconoscerà ai consiglieri aderenti un assegno calcolato con il metodo contributivo.

Calcolo della rivalutazione per i consiglieri regionali

Un consigliere regionale di 40 anni che decide di aderire al nuovo sistema e versa contributi per cinque anni, accumulerà un totale di circa 33.406,56 euro. Grazie a un coefficiente di rivalutazione di 2,75, al compimento dei 65 anni, il montante contributivo raggiungerà circa 91.868,04 euro. Questo capitale garantirà una rendita mensile di 448 euro, che, ipotizzando un’aspettativa di vita fino a 85 anni, porterà a un totale percepito di 107.520 euro.

Confronto con la rivalutazione dei contributi per i lavoratori dipendenti e autonomi

Nel sistema previdenziale italiano, la rivalutazione dei contributi per i lavoratori dipendenti e autonomi segue criteri differenti. Con l’introduzione del metodo contributivo dalla riforma Dini del 1995, la pensione è calcolata sulla base dei contributi effettivamente versati, accumulati in un “montante contributivo individuale”. Questo montante viene rivalutato annualmente in base alla variazione media quinquennale del Prodotto Interno Lordo (PIL) nominale, calcolata dall’ISTAT.

Per il 2024, il tasso di rivalutazione è stato fissato al 3,6622%. Questo significa che un montante contributivo di 100.000 euro al 31 dicembre 2023 sarà rivalutato a 103.662 euro al 31 dicembre 2024, con un incremento di 3.662 euro.

Aliquote contributive per i lavoratori

Le aliquote di computo, ovvero le percentuali applicate alla retribuzione o al reddito per determinare l’importo dei contributi, variano in base alla

  • Lavoratori dipendenti: 33%
  • Lavoratori autonomi: 24%

È importante notare che le aliquote contributive per i lavoratori dipendenti e autonomi sono obbligatorie, mentre per i consiglieri regionali l’adesione all’indennità differita è volontaria. Questo significa che i consiglieri possono scegliere se aderire o meno al sistema, evitando così la trattenuta dell’8,8% sull’indennità di carica. Inoltre, le somme versate sono deducibili dal reddito imponibile, offrendo un vantaggio fiscale a chi decide di partecipare.

Posizione del relatore del provvedimento, Matteo Forte (FdI)

Matteo Forte, relatore del provvedimento e consigliere di Fratelli d’Italia, ha difeso la misura sottolineando che non si tratta di ripristinare i vitalizi aboliti nel 2013, ma di introdurre un’indennità differita calcolata con il metodo contributivo. Ha evidenziato che l’adesione è volontaria e che il provvedimento non comporta un aumento dei costi della politica, poiché le cifre accantonate si compenseranno con la riduzione delle spese dei vitalizi per i consiglieri in carica prima del 2013. Forte ha dichiarato:

«Si tratta di un atto di giustizia. Ridiamo dignità all’esercizio di un ruolo istituzionale senza incidere sui costi della politica perché le cifre accantonate si compenseranno con la progressiva riduzione dei vitalizi per i consiglieri in carica prima del 2013, anno in cui erano stati aboliti. Non si tratta dunque di ripristinare i vitalizi ma di dare la possibilità ai consiglieri di aderire a un’indennità differita calcolata con il metodo contributivo. Inoltre, sempre a differenza dei vitalizi, l’adesione è a carattere volontario, non c’è nulla di automatico. Con questo provvedimento allineiamo la normativa regionale lombarda in materia a quanto già previsto e adottato in numerose altre regioni italiane istituendo un risarcimento poco più che simbolico (448 euro netti al mese al compimento del 65esimo anno di età) per il tempo dedicato alla collettività e sottratto alla professione, all’impresa, alla carriera».

Posizione del Partito Democratico

Il Partito Democratico (PD) ha espresso la propria contrarietà al provvedimento. Pierfrancesco Majorino, capogruppo PD in Consiglio regionale della Lombardia, ha dichiarato:

«Noi siamo contrari a un provvedimento che non riteniamo necessario né prioritario. Con tutti i problemi che ci sono, con tante persone che hanno davanti a loro, ogni giorno, questioni riguardanti il salario insufficiente, i costi eccessivi dell’abitare, una sanità che costringe a pagarsi visite ed esami diagnostici, crediamo che le istituzioni debbano pensare davvero ad altre priorità. Vorrei che la maggioranza di destra in Regione mostrasse impegno per risolvere questi problemi, anziché occuparsi di vitalizi».

Conclusione

La reintroduzione di una forma di trattamento pensionistico per i consiglieri regionali lombardi ha suscitato dibattiti e posizioni contrastanti. Da un lato, si sottolinea la volontarietà dell’adesione e i benefici fiscali connessi; dall’altro, si evidenzia la necessità di concentrare l’attenzione su problematiche più urgenti per i cittadini. Il confronto tra le diverse modalità di rivalutazione dei contributi pensionistici mette in luce le peculiarità del sistema riservato ai consiglieri regionali rispetto a quello dei lavoratori dipendenti e autonomi.





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