Effettua la tua ricerca
More results...
Politiche di Genere | Previdenza e fisco | Servizi TV
12/03/2025
Abbiamo portato a TV7 con voi – speciale sera una nostra analisi del rapporto diffuso dall’istituto: bisogna invertire la rotta subito perché la disuguaglianza di genere rischia di aumentare
Festa della donna ma la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Nonostante
il lavoro fatto e i diritti conquistati, persistono
ancora discriminazioni che penalizzano le donne, come lavoratrici e come
pensionate. Discriminazioni, anche con radice culturale, che sono il terreno
fertile per tutti quei comportamenti che
poi sfociano nella violenza di genere. Dire questo non è “fare confusione”
tra ricorrenze, come se 8 marzo e 25 novembre fossero cose nettamente distinte,
ma avere la consapevolezza che tutto è
collegato. Siamo partiti con una riflessione sul ruolo del linguaggio per superare una cultura discriminatoria e
prevenire la violenza: lo abbiamo fatto nella nostra partecipazione dell’11
febbraio a TV7 con voi – speciale sera
(sintesi e video a questo link).
Abbiamo parlato di parità di genere
attraverso la partecipazione attiva alla vita socioeconomica del paese,
guardando dentro anche il nostro sindacato: a questo
link
la riflessione che abbiamo pubblicato in occasione dell’8 marzo. Chiudiamo questo
ciclo di approfondimenti andando più nel
dettaglio del divario di genere, esprimendo la nostra forte preoccupazione
sul rischio dell’aumento della povertà delle donne: lo abbiamo fatto, partendo
dal “Rendiconto di genere” dell’Inps, a TV7 con voi – speciale sera dell’11
marzo, con la partecipazione della segretaria generale Fnp Veneto Tina Cupani e il coordinatore del
dipartimento Previdenza Francesco Bisognano.
La puntata si può rivedere in questa pagina.
IL RENDICONTO DI
GENERE
Come Fnp Veneto abbiamo trovato molto interessante la
pubblicazione del “Rendiconto di genere”
dell’Inps. A leggere i dati dell’istruzione, dell’occupazione, della
retribuzione e dei servizi vediamo il concreto rischio di un aumento della
povertà in generale, ma soprattutto della povertà “di genere”: già le pensioni
sono mediamente basse oggi, il regime solo contributivo le peggiorerà. E, se il
gap occupazionale e retributivo tra uomo e donna resta quello di oggi, avremo una situazione peggiore all’attuale,
con molte più anziane non in grado di mantenersi e probabilmente con difficoltà
a curarsi, dato anche che mediamente la donna vive più a lungo dell’uomo ma
sviluppa più patologie. È uno scenario che ci preoccupa: quali politiche
servono per correggere il tiro nel medio termine? In che cosa come sindacato
possiamo essere più incisivi? Che messaggio possiamo dare alle nuove
generazioni? Abbiamo affrontato in trasmissione tutte queste domande, a partire
dai dati.
DEMOGRAFIA
In una realtà data dal calo demografico, avremo sempre meno
giovani e sempre più anziani. L’invecchiamento vede le donne vivere più a lungo (l’aspettativa di
vita alla nascita oggi è di 85,2 anni per le donne, 81,1 per gli uonini), ma
contemporaneamente sviluppare più
problemi di salute. Nel 2024 il Veneto ha 4,8 milioni di abitanti, con
uomini e donne sostanzialmente equivalenti: 49,2% e 50,8%. Nel 2050 la
popolazione scenderà a 4,6 milioni di abitanti, con percentuali simili ma
inverse: 50,1% uomini e 49,9% donne. Il grande divario è nell’età anziana: oggi
il 55,6% degli over 65 è donna, nel 2050 lo sarà il 53,5%.
ISTRUZIONE
Nel 2023 le donne in Italia hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%) sia tra i laureati
(59,9%), ma questa superiorità negli studi non si traduce in una maggiore occupazione.
Con l’eccezione del settore artistico e umanistico, il tasso di occupazione
delle donne a 1-3 anni dalla conclusione degli studi è sempre inferiore a
quello degli uomini. Preoccupa però molto il fenomeno dei giovani Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né
lavorano): in molte regione le ragazze sono percentualmente di più dei ragazzi.
In Veneto il 13,4% delle giovani è Neet, contro il 7,8% dei ragazzi.
Una riflessione anche sul fatto che molta comunicazione
punta alle materie STEM (scienza,
tecnologia, ingegneria e matematica) come una delle soluzioni principali
all’aumento dell’occupazione femminile. Secondo la Fnp Veneto è condivisibile fino a un certo punto, basta pensare
alle opportunità date dalla silver
economy che i giovani possono cogliere anche in senso imprenditoriale:
cura, benessere, sport, tempo libero, soluzioni per l’autonomia etc. etc.
OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONE
Nel 2023, il tasso di occupazione femminile in Italia si è
attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini (17,9 punti di divario). In Veneto va meglio: l’occupazione femminile è al 63%, ma il divario resta simile. Gli
uomini veneti occupati sono il 78,2% (+15,2% rispetto alle donne). Permangono
settori prettamente maschili (p. es. lavoro agricolo) e prettamente femminili
(p.es. lavoro domestico). Nel pubblico impiego prevalgono le donne, mentre tra
artigiani e commercianti prevalgono gli uomini. Ancora a livello nazionale, il
64,4% delle donne lavora in part-time. Andando ai posti “di comando”, tra i dirigenti il 21,1% donna, tra i quadri
lo è il 32,4%.
Ed ecco la nota dolente degli stipendi: le donne
percepiscono stipendi inferiori di oltre
il 20% rispetto agli uomini. In particolare, fra i principali settori
economici, la differenza è pari al 20% nelle attività manifatturiere, 23,7% nel
commercio, 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, 32,1% nelle attività
finanziarie, assicurative e servizi alle imprese.
FAMIGLIA-LAVORO
Nel 2023, le giornate
di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni (Veneto
1.774.050), contro appena 2,1 milioni (Veneto 196.334) degli uomini. Tra i
servizi che consentono a una donna di rientrare al lavoro più serenamente dopo
la maternità ci sono gli asili nido:
la media italiana è sotto il 30% di posti ogni 100 bambini 0-2 anni. Il Veneto
è al 33,8%. Ma l’obiettivo Ue è 45%, che in Italia è raggiunto solo
dall’Umbria.
PENSIONI
In Veneto i pensionati sono 1,3 milioni con una
sostanzialità parità di genere: il 49,6% sono uomini il 50,4% donne. Ma il reddito
medio annuale da pensione degli uomini è 26mila euro lordi, 22mila
euro lordi quello delle donne. Sapendo che il 64,6% dei pensionati
veneti ha una pensione lorda inferiore ai 2mila euro al mese, considerata
bassa, se andiamo nel dettaglio di genere la differenza è ancora più colossale:
il 52,1% degli uomini è in questa fascia di reddito, ma ben il 76,9% delle
donne. Se l’occupazione delle donne, e deve essere occupazione di qualità, non
migliora, questo divario è destinato a peggiorare.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link