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Scesa sui fianchi, ma anche sartoriale e dall’aspetto elegante, quasi ladylike. È l’identikit della gonna a vita bassa che torna come grande protagonista, ma in versione rivisitata, per la Primavera Estate 2025. Con quel taglio provocatorio, che si abbassa fino a posizionarsi ben al di sotto dell’ombelico, ma anche con una nuova attitudine classy grazie alla preferenza per le lunghezze al ginocchio e l’impiego di materiali ricercati. A dire il vero, già le sfilate dell’Autunno Inverno 2024/2025 l’avevano riportata in auge con modelli di ispirazione anni Duemila, lunghi fino alle caviglie e declinati in tessuti maschili, come visto da Proenza Schouler e Helmut Lang. E con la vita rigorosamente sotto l’ombelico, talvolta sottolineata da una cintura sottile.
Lo stile richiama alla mente la collezione Primavera Estate 1994 di Alexander McQueen, intitolata Nihilism, che vide il debutto dei primi pantaloni a vita bassa, anzi bassissima del brand, subito soprannominati “bumster”. Responsabili di gran parte del successo della tendenza low waist tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, questi pantaloni rivoluzionari attingevano in parte ai fit utilitari degli idraulici, famosi proverbialmente per quel principio di derrière in mostra dovuto alla posizione in cui spesso si trovano a lavorare. D’altro lato, invece, introducevano una silhouette nuova, in grado di allungare moltissimo la figura, che divenne ben presto un emblema della casa di moda, tanto da essere rilanciata da Sarah Burton quasi trent’anni dopo con la Primavera Estate 2023.
Tra l’altro il tema è più scottante che mai, visto che l’ultima tornata di sfilate milanesi e parigine ha offerto una carrellata di pantaloni a vita bassa dal design piuttosto spinto, che ha innescato l’ennesima discussione sui limiti che la moda ama oltrepassare. Da Diesel, Glenn Martens ha proposto una serie di jeans per lei e lui in cui la vita è scesa ben sotto i fianchi, lasciando poco all’immaginazione. Un’intenzione di nudità esplicita, e rimarcata dalla costruzione con mutande incorporate, che si è fatta strada anche sulle passerelle di Dsquared2 e del brand Hodakova, vincitore dell’LVMH Prize 2024. Mentre ad andare oltre è stato Duran Latink, che rumors degli ultimi giorni vorrebbero in pole per salire alla guida di Jean Paul Gaultier, con i suoi jeans “bareback” — letteralmente “a schiena nuda” — in cui dalla vita bassa si passa direttamente alla mancanza della parte posteriore del pantalone.
Nulla di così spinto invece sulle passerelle della Primavera Estate 2025, dove lo spirito disinibito degli anni Duemila aleggia con nuove riletture. Da Miu Miu, ad esempio, la gonna a vita bassa è declinata sia in un modello a pieghe dall’estetica sartoriale, bi o tricolor e abbinato a giacche tecniche oppure a body cut out sotto al blazer elegante, sia in versione a portafoglio effetto vinile. Sulla wrap skirt puntano anche Dior, con modelli midi ricamati e scintillanti indossati con un semplice body tono su tono, Ferragamo e Stella McCarteny. Ricche di pieghe e drappeggi sono le gonne a vita bassa di Alaïa, sia corte che lunghe, mentre dritto e minimale è il taglio delle gonne viste da Ferrari, con il punto vita molto abbassato, proposte anche coordinate alla giacca in versione completo.
Versace sceglie questo taglio per la sue morbide slip skirt di seta lunghe fino al ginocchio, eleganti e sensuali. Ma anche la gonna a vita bassa in versione mini domina le passerelle primaverili, con un forte rimando agli anni Duemila. Da Acne Studios si porta in denim e scesissima sui fianchi, quasi in versione bumster se non fosse per la canotta bianca infilata dentro in via precauzionale. Roberto Cavalli e Schiaparelli la propongono in versione completo, il primo color avorio a pieghe abbinata a un cappottino anni Sessanta, il secondo con giacca cropped in denim Mocha Mousse. Da McQueen, Séan McGirr la declina in versione micro di pelle marrone un po’ stile biker, Patou sperimenta con modelli a palloncino e maxi cinture, mentre Chanel la rende protagonista del tailleur in tweed con bra coordinato.
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