“Vendita entro giugno”. I sindacati premono sulla tempistica

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Per quanto riguarda le proposte in campo relative all’acquisizione degli stabilimenti del gruppo ex Ilva non è ancora possibile entrare nel merito dal momento che la gara è ancora aperta. Entro la seconda metà di marzo, il governo prevede di valutare le offerte ricevute e di avviare un negoziato esclusivo con il soggetto ritenuto più adatto.

Contemporaneamente, saranno avviate procedure antitrust e sarà esercitata la golden power, un potere di controllo e salvaguardia per garantire che l’azienda rimanga sotto un adeguato presidio.

È in estrema sintesi quanto emerso dal confronto tra governo e sindacati svoltosi nella serata dell’11 marzo a Roma a Palazzo Chigi e comunicate dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il quale ha sottolineato l’importanza del rilancio competitivo dell’impianto e affermato che, se tutto andrà per il verso giusto nel rispetto dei tempi, Taranto potrebbe diventare il primo stabilimento completamente green in Europa.

Altro punto importante emerso durante l’incontro è stata la collaborazione con gli enti locali, che il ministro Urso ha evidenziato come un aspetto fondamentale della procedura di cessione. Un modo, questo, per garantire che tutte le parti interessate siano coinvolte e che le decisioni prese siano condivise.

Al vertice svoltosi nella sala Verde di Palazzo Chigi erano presenti per l’Esecutivo, insieme al ministro Urso, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento), il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il ministro per gli Affari europei-Politiche di coesione-Pnrr, Tommaso Foti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Per i sindacati c’erano i segretari di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici e Usb. Presenti, anche, i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari di Ilva in as.

Le organizzazioni sindacali dal canto loro hanno accolto positivamente la prospettiva di una partecipazione pubblica nella nuova compagine societaria, ma hanno espresso la necessità di comprendere meglio gli aspetti di governo e gestione dell’azienda e ribadito che l’accordo sindacale deve essere un elemento centrale, vincolante, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, sia di Acciaieria d’Italia, Ilva As e indotto, e le misure da adottare per garantire che nessuno venga lasciato indietro. Così come hanno sottolineato che è essenziale considerare anche forme di incentivo per i lavoratori e tutte le opportunità industriali che si potranno generare. Su questi aspetti  il ministro Urso ha ribadito l’impegno del governo «a salvaguardare tutti i livelli occupazionali», sia negli impianti sia nell’indotto dell’ex Ilva, e la piena decarbonizzazione della produzione, affinché nessuno rimanga indietro e sempre con il coinvolgimento delle parti sociali. A tranquillizzare ulteriormente i sindacati è stata la ministra al Lavoro e alle Politiche sociali, Calderone, che, nel ringraziare le organizzazioni sindacali per il senso di responsabilità in occasione dell’accordo di proroga della cassa integrazione di AdI in as ha ribadito la centralità nel progetto anche dei 1600 lavoratori di Ilva in As e degli appalti che saranno oggetto di misure specifiche.

 

I commenti dei sindacati

Uliano e D’Alò (Fim): “Completare rapidamente l’operazione di vendita”

Preso atto delle tempistiche sulla procedura di vendita degli stabilimenti ex Ilva, Ferdinando Uliano e Valerio D’Alò, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale della Fim, hanno sottolineato la necessità «di completare l’operazione in tempi rapidi» specialmente considerando che, come indicato dallo stesso Urso, «a giugno l’azienda potrebbe trovarsi in difficoltà dal momento che in quel periodo le risorse messe a disposizione dello Stato andranno ad esaurirsi. Di fatto – hanno aggiunto i due segretari – avremmo due mesi, da aprile a giugno appunto, per sviluppare un negoziato per mettere in sicurezza le questioni che abbiamo posto tenendo conto, anche che, come ci hanno precisato, entro il mese di giugno ci dovrà essere anche l’Autorizzazione integrata ambientale».

Non solo perché Uliano e D’Alò hanno sottolineato che la tempistica «non deve influire sul percorso della trattativa che sarà sviluppata con la nuova società» ricordando che nel 2018 l’accordo arrivò dopo circa un anno di negoziato».

 

La Fiom: “Vanno garantite integrità del gruppo, presenza dello Stato e occupazione”

«Riteniamo fondamentale raggiungere un “accordo di acciaio” per  l’ambiente e il lavoro, con un piano almeno quadriennale che oltre alla produzione investa sulla trasformazione dell’acciaio con cui garantire l’occupazione a Taranto, Genova, Racconigi, Novi Ligure e in tutto il gruppo».

Così Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil, subito dopo il vertice di Palazzo Chigi convocato per discutere della condizione dei lavoratori e le prospettive per il futuro dell’azienda, anche alla luce delle offerte ricevute e dei relativi rilanci. Presente anche il segretario generale Fiom Taranto, Francesco Brigati.

«Il Governo – ha aggiunto De Palma –  ha aperto alle richieste che avevamo avanzato che sono l’integrità del gruppo, la piena occupazione e la presenza pubblica dello Stato che sia di controllo sul processo di transizione e di governance su un sito di interesse strategico per il Paese. Occorre dare continuità al piano di ripartenza con lo stanziamento di ulteriori risorse che possano traguardare l’obiettivo della risalita produttiva durante la fase dell’amministrazione straordinaria per consentire ai futuri acquirenti di avviare un percorso di decarbonanizzazione attraverso l’utilizzo dei forni elettrici e del DRI che si concluderà dopo 3 anni dall’autorizzazione». E sul fronte dell’occupazione «al governo – conclude De Palma – abbiamo detto che tutti i lavoratori devono essere garantiti, non uno di meno, anche attraverso interventi straordinari per la tutela occupazionale».

 

Palombella (Uilm): “Servono strumenti straordinari per una crisi straordinaria”

Per gestire la vertenza dell’ex Ilva servono strumenti straordinari «che prevedano anche forme di risarcimento ai lavoratori, perché la nostra priorità è non lasciare indietro nessuno. Abbiamo di fronte un passaggio epocale verso una produzione green e per questo c’è bisogno di misure che diano una risposta a ogni lavoratore».

Ad affermarlo è Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, il quale, pur riconoscendo «l’impegno e il lavoro positivo svolto da tutte le parti sedute al tavolo quando la situazione era quasi irreversibile», sottolinea l’importanza «di conoscere quanto prima il piano industriale, occupazionale e ambientale dell’acquirente per avviare al più presto un confronto sindacale per valutare se ci siano o meno le garanzie per i lavoratori e per il futuro dell’ex Ilva. Chiediamo – ha aggiunto – la presenza dello Stato con pieni poteri e capacità decisionale all’interno del nuovo Gruppo e non vogliamo che si ripetano gli errori del passato».

Per quanto riguarda i lavoratori diretti dello stabilimento, conclude Palombella, «la ripresa della verticalizzazione è fondamentale per dare valore aggiunto al mercato e all’azienda ma anche per tutelare tutti».

 

“Lo Stato faccia da garante su salute e lavoro”, la posizione dell’Usb

«Solo la presenza dello Stato, con un vero ruolo da protagonista, può fare da garanzia della realizzazione di tutti gli interventi necessari a garantire salute e lavoro». Di questo avviso sono Sasha Colautti e Francesco Rizzo dell’esecutivo nazionale confederale dell’Usb, che al governo hanno consegnato un documento complessivo di analisi socio-economica «e contenente le nostre proposte a tutela complessiva dei lavoratori del perimetro di Acciaierie d’Italia, comprensivo di Ilva in As e appalto. Una situazione straordinaria si governa con strumenti di tutela straordinari per i lavoratori».

Sulla possibile scelta di un eventuale rigassificatore a Taranto, Colautti e Rizzo hanno sottolineato che si tratta di un tema delicato «che va trattato in un tavolo ad hoc. Non si può sottovalutare la sensibilità della città di Taranto e, quindi, il suo bisogno di attenzione per quel che concerne l’importantissima questione di carattere ambientale».

 

Spera (UglM): “Si procede secondo gli impegni con Governo e commissari”

Mantenimento degli asset industriali, nessun esubero e cassa integrazione straordinaria, da pochi giorni sottoscritta con il ministero del Lavoro, che accompagni solo il piano di ripartenza e che sia legata all’andamento produttivo. Sono le richieste avanzate al tavolo col Governo da Antonio Spera, segretario nazionale UglM, e dal vicesegretario Daniele Francescangeli, che mantengono la barra a dritta sui temi quali piano industriale e ripartenza dei forni oggi ancora spenti. «Apprendiamo con soddisfazione – concludono i due sindacalisti – che ci sarà una partecipazione pubblica, volta alla garanzia degli accordi e vigilanza all’interno della compagine societaria, che va nel versante da noi proposto nei vari incontri».



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