Automotive: cosa è emerso dal tavolo del MIMIT


Durante l’incontro di venerdì a Palazzo Piacentini si è parlato infatti sia del processo di riforma delle politiche industriali europee per l’auto, sia delle misure e delle strategie di finanziamento nazionali previste a supporto della filiera automobilistica, che sta attraversando un momento di profonda crisi. 

Il tavolo automotive, presieduto dal titolare del MIMIT Adolfo Urso, e dal Sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, ha visto la partecipazione di Regioni, imprese, organizzazioni di settore, sindacati e dell’ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. 

Contabilità

Buste paga

 

La nuova direzione del Piano UE sull’automotive

Nel corso del tavolo, il ministro Urso ha ricordato anzitutto il contributo del governo italiano alla nuova rotta intrapresa dall’Europa a supporto del settore. Con il non paper sull’automotive presentato al Consiglio Competitività lo scorso dicembre, infatti, l’Italia ha influito in modo rilevante su due importanti decisioni della Commissione Europea. Da un lato, il rinvio di due anni delle sanzioni legate alle emissioni di CO2 previste per il 2025, in linea con la richiesta delle case automobilistiche – duramente colpite dalla chiusura delle fabbriche e preoccupate per i dazi annunciati da Trump – di ridurre le multe sui veicoli a benzina e diesel (che quest’anno sarebbero potute arrivare a 15 miliardi di euro se non fossero stati rispettati i limiti di emissione di CO2). Dall’altro lato, la scelta della Commissione di anticipare la revisione del regolamento sui veicoli leggeri (inizialmente fissata nel 2026). 

Due risultati che, secondo Urso, sono sì precondizioni assolutamente necessarie, ma ancora non sufficienti. 

Altra questione ribadita dal ministro delle Imprese e del Made in Italy è la necessità di sfruttare “tutte le tecnologie disponibili, dai biocarburanti all’idrogeno” (e non soltanto dei veicoli elettrici) per attuare la transizione del comparto. Proprio rispetto all’elettrico, il ministro ha anche dichiarato che è necessario supportare l’autonomia strategica dell’UE sul fronte delle batterie, incentivando la produzione made in Europe. “La battaglia è ancora lunga, ma noi non molliamo”, ha evidenziato Urso a tal proposito. E sembrerebbe non voler mollare nemmeno Bruxelles, dato che tra le proposte dell’Industrial Action Plan for the European automotive sector figurano risorse per 1,8 miliardi di euro (da stanziare nei prossimi mesi) per creare una catena di approvvigionamento sicura e competitiva per le materie prime necessarie per la produzione delle batterie.  

Gli incentivi MIMIT per l’industria italiana automotive

Urso ha poi illustrato le risorse messe in campo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy a supporto della filiera: 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-2027 per la riconversione della componentistica, di cui 1,6 miliardi nel 2025 tra sostegno all’innovazione (finanziando progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di rilevante impatto tecnologico), contratti di sviluppo (per il sostegno dei programmi di sviluppo industriale) e credito d’imposta per le attività di R&S. Una misura, quella del credito d’imposta, accolta con particolare favore dal presidente ANFIA, Roberto Vavassori, che ha dichiarato: “In riferimento agli stanziamenti dei fondi nazionali, accogliamo con favore la previsione di una misura di credito d’imposta diretto per le attività di ricerca e sviluppo. Ci impegneremo per far sì che diventi un volano di innovazione per le nostre imprese”.  

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

L’indirizzamento delle risorse alla sola filiera componentistica ha suscitato però alcune polemiche tra i sindacati, che hanno sottolineato come le risorse annunciate dal Governo per l’industria automobilistica italiana, oltre ad essere insufficienti, trascurino il peso della crisi del settore sui lavoratori. L’auspicio dei sindacati (in particolare della Fiom) è quindi che il Governo intervenga con un pacchetto di investimenti su produzione, progettazione e ricerca e sviluppo per tutelare l’occupazione nel comparto, nonché con ammortizzatori sociali per accompagnare la transizione. 

Supporto alla domanda: stop a Ecobonus auto

Tornando alle risorse previste dal Ministero, alcune riguardano gli incentivi ai consumatori: saranno infatti erogati 100 milioni per interventi mirati sulla domanda, che verranno stabiliti nell’ambito di un confronto tra istituzioni e filiera.

Per quanto riguarda, in particolare, l’Ecobonus auto il ministro ha confermato che non sarà rinnovato: “Abbiamo chiesto all’Europa che un piano incentivi alla domanda sia realizzato, invece, a livello continentale”. Con il Piano UE per l’automotive, la Commissione ha già previsto di supportare gli Stati membri nell’adozione di programmi di leasing sociale per promuovere la mobilità green a prezzi accessibili e, inoltre, l’Esecutivo europeo dovrebbe promuovere un migliore coordinamento degli schemi di incentivi dei Paesi UE per gli acquisti dei consumatori pubblicando una Raccomandazione dove verranno identificate le fonti di finanziamento dell’Unione da cui i 17 possono attingere per erogare gli incentivi. 

Stellantis: gli investimenti del Piano Italia

Infine, durante il tavolo automotive è stato fatto il punto sul Piano Italia, presentato da Stellantis lo scorso 17 dicembre al MIMIT. Un piano industriale del Gruppo per l’Italia che, solo quest’anno, prevede investimenti per 2 miliardi di euro per gli stabilimenti, 6 miliardi in acquisti da fornitori italiani e garantisce la permanenza in produzione di tutti gli stabilimenti di Stellantis nel Paese e dei livelli occupazionali. In tale contesto, il ministro Urso ha espresso apprezzamento per l’anticipo dell’avvio della produzione della Fiat 500 ibrida a Mirafiori e della nuova produzione dei cambi per le auto ibride a Termoli. 

A proposito dei lavoratori del settore automotive, dipendenti di Stellantis in primis, per valorizzare le competenze il MIMIT prevede di supportare le aziende della filiera nella diversificazione e riconversione delle attività verso settori in crescita, come difesa, aerospazio, blue economy e cybersicurezza. Sul tema, verrà insediato uno specifico tavolo con le imprese e le Regioni, mentre un altro tavolo sarà convocato per fare il punto sullo stabilimento Stellantis di Termoli (alla luce della sospensione del progetto della gigafactory di Automotive Cells Company – ACC).   

Per approfondire: Ecco cosa prevede il Piano UE per l’automotive



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione