LA PRESSIONE FISCALE E I COSTI DELL’ ENERGIA SONO INSOSTENIBILI, L’ UNIONE EUROPEA SEGUA LA ROTTA TRACCIATA DA DRAGHI


«L’analisi di Mario Draghi sulla competitività europea è lucida e coraggiosa. Ha avuto il merito di mettere a nudo, senza esitazioni, le debolezze strutturali del sistema economico europeo, individuando con chiarezza i nodi che frenano la crescita e l’innovazione. Il riferimento alla fuga di capitali dall’Unione Europea è particolarmente rilevante per l’Italia, dove le piccole e medie imprese – cuore pulsante della nostra economia – soffrono di un accesso al credito sempre più difficile e di un mercato frammentato che non limita le potenzialità di espansione. Il presidente Draghi ha centrato un punto fondamentale: l’assenza di un vero mercato unico europeo dei capitali e dei servizi penalizza le nostre imprese, costringendole a cercare altrove le condizioni per crescere. Il capitale che fugge dall’Europa è capitale che le nostre PMI non riescono a intercettare per innovare e competere sui mercati globali. È evidente che senza un salto di qualità nella politica industriale e finanziaria dell’Unione, le nostre aziende continueranno a operare in condizioni di svantaggio rispetto ai concorrenti americani e cinesi».

Lo dichiara il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando l’audizione dell’ex presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, al Senato. « Anche sul tema fiscale Draghi ha toccato un nervo scoperto: i vincoli di bilancio imposti dalle regole europee limitano la possibilità di intervento dello Stato per sostenere la crescita e l’innovazione. La proposta di ricorrere al debito comune è una strada obbligata se vogliamo evitare che il peso degli investimenti per la difesa, l’energia e la transizione digitale ricada interamente sulle spalle delle imprese e delle famiglie. Per le PMI italiane, che già devono fronteggiare una pressione fiscale tra le più alte d’Europa e un costo del credito insostenibile, una strategia europea di rilancio degli investimenti rappresenterebbe una svolta. Servire un’Europa più coraggiosa, capace di fare squadra e di agire con rapidità. Le nostre imprese hanno bisogno di meno burocrazia, di un mercato dei capitali più accessibile e di una politica energica che riduca i costi di produzione. Draghi ha tracciato la rotta. Ora tocca alla politica – europea e nazionale – trovare il coraggio di seguirla» aggiunge il presidente onorario di Unimpresa.

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