Circa 830mila imprese interessate di 29 settori per tagliare 7 miliardi di costi della burocrazia: ecco il VI Rapporto dell’Osservatorio
Grosseto: Un pacchetto di 100 proposte di semplificazione per liberare le energie delle piccole imprese. Le ha presentato Cna nel corso del consueto appuntamento per la presentazione del VI Rapporto dell’Osservatorio Cna Burocrazia, presentato a Roma.
Una robusta e ampia opera di semplificazione amministrativa e normativa continua a rappresentare una priorità per il Paese, per favorire la competitività, rafforzare la produttività e dare vigore alla crescita. “Sono state numerose le semplificazioni realizzate nel corso degli anni – commenta Anna Rita Bramerini, direttrice di Cna Grosseto – ma imprese e cittadini non avvertono il necessario cambio di marcia e la burocrazia rimane una foresta pietrificata che penalizza e frena il dinamismo delle imprese”.
Le 100 semplificazioni contenute nell’Osservatorio non si limitano a segnalazione lacci e ostacoli, ma offrono la soluzione operativa senza pregiudicare le necessarie tutele o abbassare il livello dei controlli, puntando a migliorare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Molte delle semplificazioni proposte sono accompagnate da un’analisi dell’impatto economico.
Alcune proposte contenute nell’Osservatorio sono di sistema e riguardano l’intera platea imprenditoriale, le altre si concentrano su 29 settori (dal tessile alle costruzioni, dalla meccatronica all’oreficeria) che rappresentano circa 830mila imprese e 3,6 milioni di lavoratori. Il Centro studi della Cna ha stimato in modo prudenziale che la messa a terra delle 100 proposte può contribuire a ridurre da 313 a 263 ore l’anno il tempo dedicato alle pratiche burocratiche con un risparmio netto di quasi 1.500 euro a impresa e un taglio da 7 miliardi di costi della burocrazia che pesano oltre 43 miliardi l’anno.
Oltre a ridurre i costi della burocrazia, le 100 proposte della Cna non comportano oneri per le finanze statali, snelliscono il lavoro della Pubblica amministrazione e migliorano l’efficienza del sistema economico.
“La semplificazione amministrativa e normativa – continua Bramerini – è, come sosteniamo da tempo, la riforma più importante da portare avanti, perché coinvolge le imprese, i cittadini, la stessa pubblica amministrazione”.
Ecco alcune delle proposte presentate da Cna:
Insegne di esercizio – Per posizione un’insegna possono essere necessari fino a 9 enti (Comune, Soprintendenza se l’edificio è storico, Anas se è vicino a una strada statale, e in alcuni casi anche della Regione), moduli e istruttorie diverse da comune a comune e in base alla zona di insediamento. Questo può comportare un’attesa di 90/120 giorni e costi che possono superare i 1.500 euro. Un’impresa deve poter installare un’insegna senza dover aspettare mesi, semplicemente attraverso una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Suap (Sportello unico attività produttive).
Autorizzazione nei porti – Un’impresa che ripara le vele delle imbarcazioni deve essere autorizzata dall’Autorità portuale e inserita in un registro con regole. Ad esempio, per lavorare in sei porti dell’Alto Tirreno occorrono le autorizzazioni di 4 autorità portuali con documenti (fino a 20), durata e regole diverse tra loro. Cna propone un’unica autorizzazione valida su tutto il territorio nazionale, per almeno 2 anni.
Oltre 50 piattaforme appalti – Per partecipare al mercato degli appalti una piccola imprese si registra in media a 25 piattaforme con una spesa di 5mila euro (200 euro a piattaforma), dedicandovi 5 giorni di lavoro e altrettanti di formazione per replicare gli stessi documenti. Un registro nazionale dei fornitori accreditati e un’unica piattaforma farebbero scendere i costi del 70%.
Super Suap – Lo sportello unico attività produttive (Suap), quello per l’edilizia (Sue) e quello ambientale dovrebbero semplificare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, ma i procedimenti sono ancora frammentati e articolati (per aprire un forno occorre rivolgersi a sei enti diversi). Con l’accordo digitale degli sportelli unici (Super Suap) i tempi di rilascio delle autorizzazioni si dimezzerebbero a 30-45 giorni.
Registro alcool etilico – Le imprese di trasformazione alimentare devono avere il registro per l’utilizzo di alcool etilico ad accisa assolta (già pagata al fornitore) che si traduce in una duplicazione della registrazione dell’accisa con costi fino a 2mila euro l’anno per la tenuta del registro.
Imprese orafe – Svolgere attività marginale di compro oro (un volume di attività inferiore al 20% del totale acquistato) comporta molti adempimenti che richiedono 2-3 giorni di lavoro al mese e costi di consulenza tra 500 e mille euro per le norme fiscali e di antiriciclaggio.
Start up innovativa – Il titolo di start up innovativa è riservato in via esclusiva alle società di capitali. Occorre, quindi, allargare le forme societarie per scongiurare di perdere qualche potenziale nuova impresa italiana.
Rent whitelist – Per contrastare l’abusivismo, è diventata obbligatoria l’iscrizione al Rent (Registro nazionale elettronico) da parte di taxi e di Ncc. Molti comuni però utilizzano delle specifiche anagrafi per formulare un elenco di operatori del trasporto non di linea, ai fini della percorrenza di corsie riservate e per l’accesso alle Ztl. Per l’iscrizione serve in genere una domanda con allegati, rispettare precise modalità di trasmissione, ecc. Per tale ragione, il Rent potrebbe superare l’iscrizione alle cosiddette whitelist (anagrafi comunali), snellendo di molto la burocrazia.
Comunicazione delle sovvenzioni pubbliche – La legge impone alle imprese di pubblicare nella nota integrativa di bilancio o sui siti web le informazioni sui contributi pubblici ricevuti sopra una certa soglia. Si tratta di un’inutile duplicazione di dati già disponibili sui siti delle pubbliche amministrazioni che li erogano e sul registro nazionale degli aiuti di Stato che, peraltro, espone le imprese a sanzioni minime di 2mila euro. Cna propone di abolire l’obbligo di comunicazione per le imprese che ricevono sovvenzioni.
Ispettori centri di revisioni – La difficoltà di reperire nuovi ispettori sta causando un blocco del turnover nel settore delle revisioni, compromettendo l’efficienza del sistema e la sicurezza dei cittadini. Cna propone di razionalizzare le ore di formazione, che da 30 sono passate a 300, e di semplificare il linguaggio dell’esame, rendendolo più chiaro e basato sui contenuti dei corsi di formazione, abbandonando il burocratese.
Codice identificativo nazionale (Cin) – Per contrastare le forme irregolari di ospitalità turistica e favorire il coordinamento dei dati, dal primo gennaio 2025, lo Stato richiede per gli immobili a uso ricettivo il possesso del codice identificativo nazionale (Cin). Tuttavia, molte Regioni avevano già provveduto a disciplinare l’attribuzione di specifici codici identificativi con contenuto identico. Da qui un doppione, superabile soltanto con l’adozione di un’unica procedura.
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