Pnrr, case e ospedali di Comunità: la Regione Puglia brilla per ritardi


Puglia in forte ritardo nella realizzazione dei progetti connessi alle Case di comunità con le risorse del Pnrr: questo è quanto emerge dalle risposte che la Regione ha fornito nella Cabina di Regia del 6 marzo scorso a Palazzo Chigi. Il rischio – emerso nei documenti e nelle relazioni dell’unità di missione del Ministero della Salute per l’attuazione degli interventi del piano europeo – è che possa «configurarsi il definanziamento parziale o totale dei progetti» in questione.

Il report trasmesso dalla Regione a Roma evidenzia che sono stati avviati lavori per 71 Case di comunità delle 121 programmate (pari al 59% del target minimo previsto), ma «per nessun intervento si è ancora provveduto al collaudo delle strutture». Cosa ha rallentato finora l’avvio dei lavori? Per l’ente pugliese le motivazioni sono le più varie: «l’indisponibilità di locali e immobili, l’attesa di pareri da parte dei Vigili del Fuoco e della Sovrintendenza, nonché la necessità di acquisire terreni; il finanziamento Pnrr in molti casi è risultato insufficiente a coprire i costi di Quadro economico (anche con le risorse Foi), per cui si è reso necessario reperire ulteriori fonti di finanziamento, in diversi casi l’aumento dei costi era dipendente dalla necessità di bonificare i siti; si riscontrano ritardi di alcuni Comuni nel rilascio del permesso a costruire; ci sono state molti ritardi nella sottoscrizione dei contratti specifici da parte degli operatori economici». C’è poi il fenomeno delle imprese vincitrici di pluriappalti in varie parti d’Italia ma «senza che fossero pronte con le maestranze per andare in parallelo su più cantieri».

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L’ente guidato da Michele Emiliano però conta di completare 79 interventi sulle CdC entro marzo 2026, altri 9 interventi entro giugno 2026. Quelli in bilico? Su 33 è specificato che «per 7 la conclusione è prevista comunque entro il 31 agosto 2026»; per ulteriori 9 viene fornita una data di ultimazione dei lavori, dei quali 6 saranno ultimati comunque entro il 2026 e 3 nel primo trimestre del 2027. Per questi interventi la regione non fornisce particolari informazioni in merito alle criticità rilevate, causa dei ritardi riportati, o ad azioni migliorative poste in essere. Gli ultimi 17 invece sono esclusi senza alcuna indicazione delle ragioni ostative. Anche per gli Ospedali di Comunità il punto sui lavori potrebbe essere più incoraggiante: sono stati avviati lavori per 20 Ospedali di Comunità (pari al 64,5% del target minimo previsto) ma «per nessun intervento si è ancora provveduto al collaudo delle strutture».

Lo stato dell’arte è così fotografato con la Gazzetta dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: «I dati sull’attuazione della Missione 6 del Pnrr in Puglia sono preoccupanti: i cantieri per Case e Ospedali di Comunità procedono a rilento, con valori ben al di sotto della media nazionale. Questo ritardo della Regione, soggetto chiamato all’attuazione degli interventi, mette a rischio i fondi con possibile definanziamento degli interventi assegnati alla Regione. Cosa ancor più grave, mette a repentaglio il raggiungimento del target nazionale, con il mancato rilascio della rata 10 e conseguenti definanziamenti totali anche per le Regioni virtuose». Da qui un appello: «A poco più di un anno dalla scadenza, serve un’accelerazione immediata. Il Ministero della Salute, deputato al monitoraggio e alla rendicontazione degli interventi, è comunque pronto a fare di più, offrendo supporto concreto alla Puglia e a tutte le Regioni in difficoltà, con incontri operativi per sbloccare le criticità, diffondere buone pratiche e proporre possibili soluzioni». Gemmato si offre di impegnarsi direttamente per completare le indispensabili infrastrutture sanitarie: «Per quanto di competenza, mi rendo disponibile per il bene della Puglia e dei pugliesi a non perdere questa occasione unica ed arrivare pertanto a una piena operatività e messa in funzione degli interventi in programma. Il tempo stringe: le risorse del Pnrr vanno utilizzate al meglio per rafforzare il sistema sanitario e rispondere ai bisogni dei cittadini», conclude il politico barese.



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