un obbligo controverso per le imprese


Massimiliano Spigno

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Entro il 31 marzo, le imprese italiane dovranno stipulare un’assicurazione contro gli eventi catastrofali. Questo obbligo impatta in particolare 1,5 milioni di attività commerciali, turistiche e di servizi situate in immobili in affitto, costrette a una corsa contro il tempo piena di incertezze e costi imprevisti.

Polizze catastrofali: obbligo senza sanzioni, ma con gravi conseguenze

Sebbene non siano previste sanzioni dirette per chi non si adegua, la mancata assicurazione comporta gravi penalizzazioni:

  • perdita del merito creditizio, rendendo difficoltoso l’accesso ai finanziamenti bancari.
  • esclusione dai bandi pubblici.
  • nessuna possibilità di ottenere contributi in caso di calamità.
  • rischio per gli amministratori di essere ritenuti responsabili dei danni derivanti dalla mancata copertura.

Tempistiche troppo strette e costi elevati

Le aziende hanno solo 11 giorni per adeguarsi. Il provvedimento impone che, sia i proprietari che i locatari, garantiscano la copertura assicurativa dell’immobile. Tuttavia, nel caso degli affittuari, l’onere ricade su di loro mentre i benefici spettano ai proprietari. Questa situazione rende necessario ridefinire i contratti di locazione, operazione impossibile nei tempi previsti.

Secondo Confesercenti, il costo complessivo stimato per la ricostruzione dei locali commerciali interessati è di 118 miliardi di euro, con un impatto economico sulle imprese di 400 milioni di euro l’anno per le sole polizze.

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Normative poco chiare e assenza di strumenti di supporto

La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che il decreto interministeriale, che avrebbe dovuto chiarire gli aspetti operativi, è stato pubblicato solo il 27 febbraio, senza fornire indicazioni sufficienti. Inoltre, le imprese assicuratrici hanno tempo fino al 28 marzo per adeguare le polizze alla normativa, lasciando pochissimo margine per la scelta di coperture adeguate.

Un altro problema è l’assenza del portale IVASS, che dovrebbe garantire la trasparenza e la comparabilità delle offerte assicurative, ma che non è ancora attivo.

Le richieste di Confesercenti: equità e sostenibilità

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, propone misure per rendere questo obbligo più equo e sostenibile:

  • riduzione della tassazione sulle polizze catastrofali dal 22,5% al 2,5%, equiparandola alle polizze infortuni.
  • destinazione del gettito fiscale a un fondo per la sicurezza del territorio e degli immobili.
  • avvio di un piano nazionale di messa in sicurezza, ad oggi inesistente.

Anche Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova, sottolinea che l’obbligo potrebbe trasformarsi in una tassa occulta per imprese e cittadini, con possibili pressioni da parte delle banche che potrebbero vincolare l’accesso al credito alla stipula delle polizze.

Confesercenti: serve un approccio equilibrato

Confesercenti chiede una proroga e una revisione dell’obbligo assicurativo, per garantire che la gestione dei rischi catastrofali non ricada esclusivamente sulle imprese, ma venga affrontata con un approccio mutualistico e sostenibile. Ad oggi, il Governo non ha ancora dato risposte concrete, lasciando le aziende in una situazione di grande incertezza.





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