Innovazione e sostenibilità: istituzioni e imprese unite nella lotta allo spreco alimentare


Le Accademie di Filiera del Piemonte e le imprese si alleano per trasformare la lotta allo spreco alimentare in un’opportunità di innovazione e sostenibilità. Attraverso formazione, ricerca e strategie avanzate di valorizzazione dei residui agroalimentari, nasce una cultura antispreco che rafforza il sistema imprenditoriale e tutela l’ambiente.

Questo il tema centrale dell’incontro svoltosi oggi al Grattacielo della Regione Piemonte, dal titolo “Lo spreco alimentare: strategie per il recupero e la valorizzazione”. L’evento ha visto la partecipazione del vicepresidente regionale e assessore alla Formazione professionale Elena Chiorino, delle Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ con la loro presidente Silvana Rasello, di imprese innovative, dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e del Settore Regionale Istruzione, Formazione e Lavoro.

Promosso dalla Regione Piemonte e dal CIOFS-FP Piemonte ETS, ente capofila delle due Accademie, l’incontro ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato per ridurre gli sprechi, ottimizzare le risorse e sviluppare soluzioni innovative che coniughino sostenibilità e crescita economica.

«Le Accademie di Filiera del Piemonte – dichiara Elena Chiorino, vicepresidente e assessore alla Formazione professionale della Regione Piemonte – rappresentano uno strumento strategico per formare le nuove generazioni e supportare le imprese nella sfida della sostenibilità reale. Una sostenibilità che deve essere sì ambientale, ma anche economica e sociale. La lotta allo spreco alimentare non è solo una questione etica, ma anche un’opportunità per innovare e creare valore. La Regione Piemonte è impegnata a garantire una formazione di eccellenza che permetta di diffondere una cultura antispreco e di promuovere soluzioni concrete per un futuro realmente sostenibile. Siamo consapevoli che investire nella formazione significhi dare alle nostre imprese e ai nostri giovani gli strumenti per essere protagonisti di un cambiamento vantaggioso per l’intero sistema produttivo».

«L’incontro di oggi – sottolinea la presidente delle Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ Silvana Rasello – ci offre uno spazio di riflessione condivisa su temi importanti, che ci interpellano non solo come aziende, come professionisti, come promotori, ma anche come persone e cittadini ed esigeranno scelte, decisioni, interventi, operatività nell’oggi e nel tempo a venire. Richiamando un’affermazione di Henry Ford, mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. Questo riflette bene lo spirito delle Accademie: mettersi insieme, rimanere oltre le difficoltà, lavorare insieme per convergere verso obiettivi comuni, anche a partire da appartenenze, logiche, storie diverse. L’esperienza delle Accademie può – nelle realizzazioni – superare anche le “attese” grandi del disagio iniziale, scoprendo, coltivando, realizzando connessioni sistemiche portatrici di un valore moltiplicatore».

Dall’inizio dell’attività, a ottobre 2024, per l’Accademia Agrifood sono stati presentati 29 corsi per un totale di 162 partecipanti, mentre per l’Accademia Turismo e montagna sono stati 17 i corsi presentati per un totale di 113 partecipanti. A livello di network di aziende i corsi pluriaziendali sono stati 4 per Agrifood e 2 per Turismo. La prevalenza delle aziende che hanno attivato i corsi sono micro e piccole imprese.

Come emerso dall’incontro, secondo i dati presentati da Giuseppe Zeppa, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ogni anno nel mondo viene persa circa il 40% della produzione alimentare, pari a 2,5 miliardi di tonnellate di cibo e il 43% dei prodotti coltivati non viene consumato. In Italia si perdono ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di cibo tra la fase di coltivazione e la vendita. Inoltre, l’Osservatorio Waste Watcher ha calcolato che, nel 2024 lo spreco alimentare nelle famiglie italiane ha toccato i 29,5 kg. Nel 2023 erano 27,3.

La valorizzazione dei residui agroalimentari, il cosiddetto biowaste upcycling, che permette la trasformazione di scarti in prodotti di maggior valore è stata al centro dello studio di Elio Dinuccio, professore dell’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. L’upcycling differisce dal riciclo tradizionale creando nuove applicazioni industriali e opportunità di valorizzazione con vantaggi economici (Riduce i costi di smaltimento – Crea nuove filiere produttive – Migliora l’efficienza complessiva) e ambientali (Diminuisce rifiuti in discarica – Riduce emissioni di gas serra – Preserva risorse naturali limitate).

In questo scenario le Accademie possono creare una vera e propria cultura lavorativa antispreco coinvolgendo le aziende partner nei percorsi di formazione specifici e stimolando processi di innovazione per il recupero e la valorizzazione degli sprechi alimentari. In particolare, le Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ stanno creando reti territoriali con le imprese, che, attraverso la formazione, possano introdurre innovazioni sostenibili, unirsi in progetti e far crescere la cultura anti spreco.

Le imprese sono il vero snodo dell’impegno delle Accademie, in particolare le micro e piccole imprese di cui si compongono i settori agroalimentare e del turismo. Il tema sta assumendo contorni tali che anche la prossima Giornata della Ristorazione, il 17 maggio, sarà dedicata proprio alla lotta allo spreco alimentare. Uno dei primi portabandiera dell’impegno contro lo spreco alimentare nell’ambito delle Accademie è il Biova Project, nato a San Salvario a Torino nel 2019 da un’idea di Emanuela Barbano e Franco Dipietro, che ritira il pane invenduto dai punti vendita della GDO o da realtà locali e lo utilizza per sostituire il malto d’orzo per produrre birra, oggi distribuita nei supermercati, nei locali negli hotel, nei caffè e sui treni. Ogni 150 chilogrammi di pane recuperato vengono prodotti 2.500 litri di birra premium, risparmiando il 30% di malto d’orzo e di materie prime e, grazie a questa produzione, nel processo si evita di immettere in atmosfera 1.365 chilogrammi di CO2.

La consapevolezza e la conoscenza dei sistemi antispreco portano benefici immediati alle imprese, come ha dimostrato Silvio Barbero dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha presentato il progetto di formazione Foster, rivolto agli operatori della ristorazione. Le imprese che hanno aderito, con un totale di 6.500 operatori, hanno monitorato i loro processi e hanno ridotto il loro spreco del 9% circa, a seconda della situazione di ogni centro o ristorante.

Le Accademie di filiera hanno nella loro missione il coinvolgimento di più imprese possibile con le quali non solo attivare corsi di formazione per i dipendenti, ma anche far crescere le reti e le esperienze orientate alla sostenibilità e all’innovazione. I corsi sono rivolti sia ai dipendenti delle aziende con sede in Piemonte sia ai disoccupati piemontesi. Grazie al sostegno della Regione Piemonte sono gratuiti per i disoccupati e sono cofinanziati delle imprese. www.accademiepiemonte.it

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