C’è una misura nella Regione Marche che consente di ottenere finanziamenti a fondo perduto se si assumono persone disoccupate. Un bando molto interessante (nei prossimi paragrafi capiremo perché) e che è stato prorogato per una brevissima finestra temporale. Ecco perché è importante affrettarsi e inviare la domanda se si posseggono i requisiti. Ma vediamo brevemente di cosa si tratta.
Fondo perduto assunzione disoccupati: le caratteristiche del bando
Il Fondo perduto assunzione disoccupati della Regione Marche è un bando che sostiene le imprese che assumono (anche con contratto di lavoro a tempo determinato) soggetti disoccupati, svantaggiati o esposti a rischio di esclusione sociale.
I contributi a fondo perduto variano in base al contratto:
- 19 mila 500 euro per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato;
- 6 mila 500 euro per le assunzioni con contratto a tempo determinato.
In ogni caso, possono accedere al Fondo perduto assunzione disoccupati sia le imprese del territorio marchigiano che i liberi professionisti.
Fondo perduto assunzione disoccupati: la proroga
Insomma, una misura interessante, che ora ha ricevuto una brevissima proroga. Il Fondo perduto assunzione disoccupati della Regione Marche è infatti stato riaperto dal 18 marzo 2025 al 27 marzo 2025 alle ore 13:00.
I dati sulla disoccupazione in Italia
Come abbiamo detto, il Fondo perduto assunzione disoccupati è una misura per l’impiego… Ma cosa raccontano i dati sulla disoccupazione in Italia e nella regione Marche?
Nel gennaio 2025, il tasso di disoccupazione in Italia è leggermente diminuito al 6,3%, con la creazione di 145 mila nuovi posti di lavoro. Tuttavia, le regioni del Sud mostrano dati preoccupanti.
Nel terzo trimestre 2024, la Regione Marche (interessata dalla misura) ha registrato una perdita di 18 mila posti di lavoro dipendente, pari al 3,4% in meno rispetto all’anno precedente. Questo calo è in contrasto con l’andamento nazionale, dove l’occupazione è aumentata del 2,1%. Inoltre, il tasso di disoccupazione nelle Marche è cresciuto del 2,2%, mentre nel resto d’Italia si è registrata una diminuzione del 22,7%.
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