Il Commissario all’Agricoltura Ue, Christophe Hansen: “agricoltori sono soluzione, non problema”


Una visione nuova dell’agricoltura in Ue, con gli agricoltori “parte della soluzione e non del problema”, legato al cambiamento climatico, alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza e sovranità alimentare. Guardando ad una Pac post 2027 decisiva per il settore, dove la priorità sarà quella non solo di mantenere le risorse, ma anche di aumentarle (impresa non facile), e di evitare che vengano accorpate in altre voci di bilancio come i Fondi di Coesione. Ma dove determinanti saranno anche la tutela del reddito degli agricoltori, fondamentale perché il settore resti, o meglio torni, attrattivo per i giovani e per evitare l’abbandono delle aree interne, ma anche la semplificazione burocratica, la tutela delle piccole e medie imprese e dell’agricoltura familiare, lo sviluppo reale delle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) per piante più resistenti alle malattie e più produttive con meno risorse, acqua in primis, la cui gestione va rivista profondamente. Elementi di una visione del futuro agricolo europeo condivisa, oggi, nell’anniversario dei Trattati di Roma da cui nacque nel 1957 la Comunità Economica Europea, e di cui l’agricoltura era capitolo unificante e centrale, dal Commissario all’Agricoltura Ue, Christophe Hansen, dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dai rappresentati di tutte le principali organizzazioni agricole italiane, da Confagricoltura a Coldiretti, da Cia-Agricoltori Italiani a Fedagripesca, da Copagri a LegaCoop Agroalimentare, tutti insieme riuniti al tavolo di “Agricoltura è”, il Villaggio al centro di Roma, in Piazza della Repubblica, voluto dal Ministero dell’Agricoltura proprio per celebrare l’anniversario dei Trattati e la visita di Hansen. Al quale, attraverso i vertici di enti come Icqrf, Ismea, Agea e Crea, ma anche di fondazioni culturali come Symbola, è stato mostrato il sistema che rende il Paese Italia campione assoluto e modello della qualità dell’agricoltura in Europa. Hansen che si è detto “onorato” del proprio compito, di poter lavorare per tutelare gli agricoltori europei, e che ha apprezzato la capacità di muoversi insieme del Sistema Italia sul fronte agricolo.
“Ho imparato, in Europa e qui, che quando si parla di agricoltura non ci sono partiti, ma c’è l’Italia, e questa è una cosa molto importante. È un piacere essere qui, in un giorno storico, 68 anni dai trattati di Roma, e ringrazio il Ministro Lollobrigida, per l’idea di “Agricoltura è”. Dobbiamo dialogare – ha detto Hansen – per capire dove sono i problemi, per capire dove andare. Cibo e agricoltura sono fondamentali per la società, per la resilienza economica e sociale dell’Unione Europea, dove ci sono 400 milioni di persone che devono mangiare, senza contare l’export di cui l’Italia è campione con vino, formaggi e non solo”, ha detto Hansen. Che ha aggiunto: “i principi sui cui è stata fondata la Cee 68 anni fa restano validi. Il ruolo dell’agricoltura è essenziale per la nostra comunità, allora come oggi, e anche per il futuro, è importante aver riportato l’agricoltura al centro del dibattito. Gli agricoltori sono parte della soluzione alla sfida del cambiamento climatico, non del problema. Sono aumentati i problemi legati ai prezzi, al reddito degli agricoltori, alle catastrofi climatiche, al mercato: su questo dobbiamo lavorare, anche nelle negoziazioni con i partner mondiali. E dobbiamo parlare di semplificazione: è un’urgenza che ci chiedono gli agricoltori, siamo già intervenuti e lo faremo ancora con un pacchetto di misure entro la fine di aprile. Ma una grande sfida – ha sottolineato Hansen – è quella delle nuove generazioni: l’età media degli agricoltori europei è 57 anni, e solo il 10% sono sotto i 40 anni, se non cambiamo questo avremo problemi enormi, non ci sarà più chi produce cibo. Dobbiamo capire come costruire e supportare un “food system” che sia forte oggi e appetibile per le nuove generazioni, e che garantisca buoni standard di vita nei territori. Aiuteremo gli agricoltori ad avere più reddito dai mercati, ho la missione di difendere e di far crescere il budget per l’agricoltura, mi batterò per questo, dobbiamo fare pressione tutti insieme per questo. Vogliamo un budget separato per la Pac, non unificato con altre voci. La riforma post 2027 dovrà supportare in maniera più semplice e mirata gli agricoltori, non solo i giovani, ma i piccoli e medi, l’agricoltura familiare. Realtà che hanno bisogno di più supporto: 11 ettari è la media dell’azienda agricola italiana, che ha esigenze diverse da quelle di centinaia o di migliaia di ettari che ci sono in altre zone d’Italia e d’Europa. Dobbiamo diversificare le fonti di guadagno, che possono essere la bioenergia, le foreste, ma anche aiutare i giovani con i finanziamenti o prestiti per accedere alla terra e fare impresa. Dobbiamo decarbonizzare l’Europa, e l’energia prodotta dalle aziende agricole, anche attraverso l’agrivoltaico, può aiutare. C’è molto da lavorare a livello Ue, ma anche a livello nazionale, serve cooperazione in questo senso, tra competenze europee e nazionali. Dobbiamo avere un settore agricolo competitivo e resiliente alle sfide della geopolitica – ha aggiunto ancora Hansen – “produttività” e “competitività” sono state parole considerate “negative” negli ultimi anni, invece sono centrali nella nostra attività. Serve un campo mondiale di regole condivise su cui giocare, e serve ricerca scientifica. Non possiamo cancellare di colpo per motivi ecologici l’utilizzo di certe sostanze, di certi agrofarmaci, finché non ci sono alternative realmente disponibili per gli agricoltori, che smetterebbero di produttore, andrebbero in bancarotta: dobbiamo accompagnarli, più velocemente possibile, verso queste alternative. Ma dobbiamo proteggere i raccolti. Serve anche un approccio più organico alla gestione del rischio e delle crisi, ambientali e non solo, dobbiamo studiare nuove forme di assicurazione e di sostegno alle assicurazioni. Dobbiamo anche capire che i cicli Pac sono di 7 anni, ma che gli investimenti in agricoltura si pianificano in 15, 20 anni: dobbiamo rendere questi investimenti profittevoli. Ma la rivoluzione della Pac, per me, non è la strada, piuttosto dobbiamo aggiustare quello che non funziona e conservare quello che funziona. Dobbiamo tutelare in ogni modo gli agricoltori: senza di loro i territori non sarebbero gli stessi, il paesaggio non sarebbe lo stesso, il turismo non sarebbe lo stesso, dobbiamo tenerne conto. Come dobbiamo tenere conto delle Tea, dobbiamo dare agli agricoltori gli strumenti per usarle contro cambiamento climatico, malattie, carenza d’acqua. Dobbiamo implementare e migliorare le normative esistenti, ma anche cambiare l’approccio sbagliato di questi ultimi anni: meno obblighi da rispettare, più incentivi a lavorare in un certo modo. La aree rurali devono essere tutelate e vitali, dobbiamo dargli una prospettiva mantenendo la produzione di cibo in queste aree, non solo per la bellezza, ma per la sicurezza di questi territori, che altrimenti sarebbero spopolati e desertificati. L’Europa fa un’agricoltura di alta qualità, e l’Italia è leader dei prodotti di qualità – ha aggiunto ancora il Commissario all’Agricoltura Ue – ma serve un link sempre più forte tra agricoltura, agricoltori, cibo e territorio. L’Europa deve tutelare questo legame, anche raccontando alle persone da dove viene il cibo, incentivando i consumi locali, migliorando l’etichettatura di origine, lavorando sulle scuole. Confronti come questo di oggi sono fondamentali perchè stiamo costruendo insieme la prossima Pac, e dobbiamo dare una nuova direzione all’agricoltura europea, con un approccio pragmatico, non ideologico. È l’inizio di un percorso nuovo. Governare l’agricoltura non è semplice, perchè ci sono tante esigenze diverse da far convivere. È sfidante, ma gli agricoltori sono i custodi del nostro paesaggio, dei nostri territori, dobbiamo tutelare il lavoro che fanno: è il più grande onore della mia vita lavorare per la tutela degli agricoltori”, ha concluso Hansen, rispondendo di fatto alle richieste e alle visioni espresse dalle organizzazioni agricole (vedi focus), e lanciando un messaggio anche al mondo del vino: “è un settore molto sottopressione, non solo per questioni goepolitiche, ma anche per il cambiamento dei consumi, del clima, e nei prossimi giorni presenterò un pacchetto di misure che arrivano dalle conclusioni del Gruppo Vino di Alto Livello”. “Grazie, Commissario Hansen per essere qui a conoscere il nostro mondo, le nostre rappresentanze dell’agricoltura, in questa expo che abbiamo voluto organizzare in tuo onore – ha detto dal canto suo il Ministro Lollobrigida – per celebrare i trattati di Roma. Grazie a tutte le rappresentanze per la visione unitaria che è emersa, grazie a tutti quelli che lavorano per riformare e per il rafforzamento del Ministero dell’Agricoltura, che è fondamentale, e che un referendum figlio del populismo voleva cancellare. L’agricoltura è il luogo in cui l’Europa sta insieme, e che l’ha unita, come ha ricordato ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ci ha onorato della sua presenza. I 6 Paesi fondatori della Comunità Economica Europea (Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Germania Ovest, ndr) arrivavano da una guerra combattuta tra loro. Si misero insieme, anche intorno all’agricoltura, perché gli conveniva, non solo perché cercavano di costruire un percorso di valori condivisi. Conveniva loro per stare sui mercati e per rafforzare la sicurezza alimentare che era mancata nel conflitto. L’agricoltura era all’articolo 3 e al 39 del Trattato, dove si parla di cibo, qualità, sicurezza. Mettersi insieme è stata la scelta giusta, come lo è oggi crescere insieme, con tutte le difficoltà che ci sono state passando da 6 a 27 Paesi dell’Ue, come sono oggi, e dove va rispettata la diversità. Alla base di quel progetto – ha sottolineato Lollobrigida – c’era la fiducia dei cittadini in quella organizzazione, in quell’idea di Europa, che nel tempo è diminuita, perché prima era un’organizzazione che era politica, che dava un indirizzo, ma poi la burocrazia, spesso fine a se stessa, ha preso il sopravvento, più mirata a salvaguardare se stessa che a far funzionare le cose. Per questo la semplificazione oggi è una necessità del nostro tempo, come lo è avere una visione non autoreferenziale, capendo che non siamo isolati dal mondo, ma nel mondo. Eravamo contrari a come era il Green Deal non perché, ovviamente, siamo contrari alla tutela dell’ambiente, ci mancherebbe, agricoltori e pescatori sono i primi a tutelarlo. Ma oggi c’è un cambio di indirizzo in un’Europa che prima tendeva con regole inapplicabili ad impoverire il sistema produttivo, senza benefici, senza ridurre i consumi, senza incentivare le produzioni, costringendoci ad importare prodotti da chi non rispetta quelle regole che tu stesso ti sei dato. Meno produzione interna, più importazione, rafforzando le economie che distruggono l’ambiente: è qualcosa di illogico, e noi lo stiamo correggendo. Lo hanno chiesto gli agricoltori di tutta Europa, a volte andando oltre i limiti del confronto, e ringrazio le organizzazioni agricole perché non lo hanno mai superato. In 30 anni – ha ricordato Lollobrigida – l’Europa ha perso il 30% delle aziende agricole, e non solo per il processo virtuoso di aggregazione, ma anche per desertificazione e abbandono. Siamo ad un anno dal 21 marzo dello scorso anno che ha visto i leader europei, anche grazie all’Italia e al Governo Meloni, rimettere al centro l’agricoltura, per trasferire alle nuove generazioni la possibilità di fare agricoltura, con il reddito come nodo centrale, perché la passione non basta. Valorizzare i nostri prodotti nel mondo è la strada giusta, e chiaramente c’è il tema dazi, che è un problema per una Nazione esportatrice, e speriamo che l’Ue sia in grado di intervenire come gli spetta in Usa. I dazi non sono stati inventati oggi, sono un problema per tutti. Usa e Ue hanno valori comuni, democratici, dobbiamo dimostrare che questo modello funziona meglio di altri, dobbiamo dialogare. Le tariffe però a volte funzionano e servono: pensiamo alla differenza dei costi di produzione tra i nostri produttori che rispettano le regole, i diritti, e quelli di alcune zone dell’Est e del Sud del mondo, che non lo fanno: le cose vanno riequilibrate. Pensiamo anche all’accordo con il Mercorsur: nel complesso è di fatto positivo, anche per alcuni settori agricoli, ma l’Ue deve garantire che gli accordi tutelino tutti, con equità, non sacrificando un settore o l’altro. Abbiamo visto che le cose possono cambiare: sull’energia, sul cibo importato a basso prezzo da altri Paesi. Per questo l’impegno sulla sovranità alimentare è fondamentale in Ue. Dove l’agricoltura non è più disallineata rispetto alla pesca, non è più vista come in contrasto con l’ambiente: abbiamo aperto una fase positiva e su questa strada vogliamo continuare”, ha concluso Lollobrigida.

Focus – I messaggi delle organizzazioni dell’agricoltura italiana al Commissario Ue, Christophe Hansen
Giansanti (Confagricoltura): “al primo posto la tutela della produttività. Per dare concretezza alle richieste degli agricoltori”
“Nel documento presentato dal Commissario Hansen ci sono elementi che aspettavamo da troppo tempo. Prima tra tutti la tutela della produttività. Per dare concretezza alle richieste degli agricoltori. Occorrono modelli agricoli innovativi che consentano agli agricoltori di accedere ai frutti della ricerca e della scienza, alle risorse digitali e alla tecnologia”. Così il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’incontro odierno con il Commissario Ue, nell’evento “Agricoltura è”, a Roma. Per raggiungere questi obiettivi, per Confagricoltura servono investimenti e una Pac che rimanga una politica agricola. “Diciamo no al Fondo Unico europeo e sì ad un’agricoltura che dia garanzie più alte in termini di sviluppo, approvvigionamenti, stabilità dei mercati e prezzi equi ai consumatori, così come citava l’articolo 39 dei Trattati di Roma, che oggi celebriamo nell’anniversario della firma – prosegue Giansanti – dobbiamo sempre più integrare modelli che certifichino la qualità delle filiere ed essere in grado, attraverso il digitale, di informare correttamente i consumatori. Ci aspettiamo un bilancio per l’agricoltura Ue ambizioso. L’accesso al mercato diventa sempre più stretto e noi non possiamo più permetterci di lasciare indietro le aziende agricole. L’agricoltura italiana vuole essere parte attiva del cambiamento e continuare ad essere protagonista nella garanzia della sicurezza alimentare”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Coldiretti: “Pac solo a veri agricoltori e no a fondo unico per coesione e Politica Agricola Comune”
“L’apertura di Hansen sul tema dell’etichetta d’origine e le perplessità espresse sul Nutriscore vanno nella direzione delle battaglie intraprese da Coldiretti a tutela dei cittadini e degli agricoltori europei per assicurare piena trasparenza nelle scelte di acquisto, promuovendo la Dieta Mediterranea. Un cambio di passo importante rispetto a indirizzi del passato che vanno ora sostenuti assicurando che le risorse della Pac vadano solo ai veri agricoltori ed evitando ogni ipotesi di farle confluire in un fondo unico che rappresenterebbe la fine della Politica Agricola Comune”. È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’incontro a Roma con il Commissario Ue all’Agricoltura, organizzato per “Agricoltura è”, con la partecipazione del presidente Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo.
Hansen si è intrattenuto nello spazio Coldiretti dove gli è stata presentata l’iniziativa della raccolta firme come valido strumento di supporto al lavoro che il Commissario sta svolgendo sul tema dell’origine. La valorizzazione del lavoro degli agricoltori europei passa innanzitutto dall’introduzione dell’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti gli alimenti in commercio nell’Unione, dando la possibilità ai consumatori europei di fare scelte d’acquisto consapevoli, una scelta importante come sottolineato dallo stesso Commissario. Questo obiettivo è al centro della proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da Coldiretti per difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori e porre fine allo scandalo dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime.
La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà, però, essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli comunitari in termini di utilizzo di pesticidi, rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Né è possibile lasciare spazio a forme di etichettatura ingannevoli, come il Nutriscore che, come rilevato anche da Hansen, penalizza le eccellenze made in Italy e promuove paradossalmente i cibi ultra-formulati. L’altro punto fondamentale che deve regolare le nuove politiche europee, secondo Coldiretti, è che i finanziamenti europei vadano solo ai veri agricoltori, quelli che ogni giorno lavorano il territorio e tutelano l’ambiente, garantendo risorse adeguate. Un’esigenza sostenuta dal 77% dei cittadini europei che, secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, ritiene importante il ruolo della Pac per fornire cibo sano e di alta qualità e combattere il cambiamento climatico.
Ma al Commissario Hansen Coldiretti ha ribadito anche la necessità di assicurare una piena autonomia della Pac rigettando ogni ipotesi di far confluire le risorse in un unico contenitore che potrebbe rappresentare l’anticamera, nel breve medio periodo, per un trasferimento di queste risorse ad altri settori e quindi la fine della Politica Agricola Comune. È di vitale importanza per il futuro dell’Europa che le scelte in materia di bilancio comune salvaguardino l’eccezionalismo agricolo, tenendo separati i fondi della Politica Agricola Comune al di fuori di ogni ambiguità, spiega Coldiretti, poiché solo in questo modo sarà possibile difendere la sovranità alimentare del continente in un momento di grandi tensioni e incertezze a livello globale.
“Oggi abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla proposta di unificare i fondi della Pac con quelli della coesione. In un momento così delicato, servono certezze: le risorse destinate all’agricoltura non solo non devono diminuire, ma vanno potenziate. Gli Stati Uniti investono nel settore quasi quattro volte più dell’Europa: non possiamo permetterci di restare indietro”, ha spiegato il presidente Coldiretti Ettore Prandini. “L’Europa – ha proseguito – deve avere un ruolo forte, soprattutto sul tema dei dazi. Servono regole di reciprocità e strumenti che ci consentano di competere nei mercati globali, senza penalizzare i nostri prodotti o i consumatori con logiche antistoriche. Abbiamo firmato un’intesa con la principale organizzazione agricola statunitense (Nfu), scrivendo anche al Presidente Trump e alla presidente Von der Leyen per scongiurare nuovi dazi. Ribadiamo infine un punto essenziale – conclude Prandini – l’etichettatura d’origine obbligatoria su tutti i prodotti europei. È una battaglia di trasparenza, tutela e sovranità alimentare”.

La Cia-Agricoltori Italiani ad Hansen: “rilancio aree interne e reddito a veri agricoltori. Chiarezza su budget per la nuova vision agricola Ue”
Dal rilancio delle aree interne al sostegno al reddito per i veri agricoltori, fino al bilancio europeo nel nuovo quadro finanziario pluriennale e alle criticità del commercio agroalimentare nell’attuale situazione geopolitica internazionale. Sono questi i principali temi discussi dal Commissario Ue all’Agricoltura, Hansen, insieme al presidente Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ha colto l’occasione per esprimere la sua soddisfazione rispetto al nuovo approccio della Commissione Ue, che punta a rilanciare la redditività del settore primario senza dogmi o pregiudizi ideologici. Cia apprezza la discontinuità dall’orizzonte politico della precedente legislatura, in cui gli agricoltori venivano considerati alla stregua di nemici dell’ambiente. Il cambio di passo della nuova vision di Hansen va incontro alle richieste dell’associazione, allontanandosi dagli obiettivi ambientali stringenti del Green Deal e dando priorità alla dimensione economica e sociale, a competitività e semplificazione, con grande accelerazione verso l’innovazione tecnologica. Tutto questo senza mai dimenticare la sostenibilità, per il raggiungimento dell’obiettivo Ue di neutralità climatica entro il 2050. Nel colloquio, Fini ha espresso, particolare apprezzamento per la volontà della Commissione di introdurre strumenti di gestione delle crisi e dei rischi attraverso la Bei, in modo da assicurare le aziende con sistemi integrati, che possano proteggerle dai sempre più frequenti danni causati dal climate change. Per Cia è, ora, necessario fare chiarezza sulle modalità di finanziamento e sulle risorse che occorrono per rispondere a tutte le nuove sfide che attendono il settore agricolo, in un momento in cui sembra essere diventato prioritario il finanziamento di una nuova politica di difesa europea. Cia ribadisce la necessità di una Pac che mantenga la sua propria autonomia, condizione essenziale per la stabilità generale del nostro settore agricolo. Cia è, dunque, contraria a ipotesi di unificazione dei fondi Pac con quelli della coesione, perché ciò rappresenterebbe la fine di una vera politica economica settoriale. Serve, invece, una Pac che semplifichi gli oneri burocratici per le piccole aziende agricole e vada, in particolare, a razionalizzare gli ecoschemi, a sostegno degli agricoltori davvero attivi, che contribuiscono a svolgere la fondamentale funzione ambientale e sociale di presidio del territorio. “Una parte considerevole dei fondi Pac – sottolinea Fini – va, infatti, nelle mani di pochissimi con superfici molto estese e capitali già consolidati, lasciando alla maggior parte delle piccole e medie imprese contributi molto più bassi”.
Rispetto alle aree rurali, Cia chiede all’Europa meno proclami, ma azioni concrete. E’ necessario, dunque, per gli investimenti nelle infrastrutture fisiche e digitali, un pacchetto di risorse aggiuntivo, attingendo – ad esempio – ai fondi di coesione, tanto più che le aziende nelle zone rurali tutelano paesaggio e biodiversità, difendendo le produzioni tipiche del made in Italy. Bisogna, infine, assicurare agli agricoltori un utilizzo sostenibile dei fitofarmaci, senza restrizioni in mancanza di alternative, come pure accelerare sulle tecniche genomiche nella difesa delle colture dalle malattie. Grazie al commissario Hansen – conclude Fini – per la correzione di rotta rispetto al passato e i nuovi obiettivi, adesso serve la certezza di un budget adeguato con cui realizzarli. Ci appelliamo, per questo, anche al ruolo di supervisore dell’agricoltura affidato al vicepresidente esecutivo, Raffaele Fitto. C’è un lavoro importante da fare per la revisione del Quadro finanziario pluriennale, da cui quali dipende buona parte della messa a terra dei lodevoli obiettivi annunciati nella vision”.

Raffaele Drei, presidente Fedagripesca Confcooperative: “la nuova Pac punti sull’aggregazione favorendo le condizioni per rispondere ai nuovi scenari internazionali”
“Dazi? La risposta è aggregarsi, come fa la cooperazione da anni. Solo così si possono affrontare le insidie provenienti dai dazi annunciati dal presidente degli Usa”. Parola di Raffaele Drei, presidente Fedagripesca Confcooperative che a margine dell’incontro promosso oggi dal Ministero dell’Agricoltura con il Commissario Europeo all’Agricoltura Hansen ha affermato: “i nuovi scenari internazionali ci impongono di innalzare il livello di aggregazione delle imprese agricole. Di fronte alla minaccia dei dazi la capacità di aggregarsi in filiera e di condividere strategie comuni tra imprese rappresenta una strada obbligata. È necessario pertanto proseguire con percorsi virtuosi di aggregazione, come quelli che la cooperazione ha saputo guidare negli ultimi anni, per riuscire ad affrontare le sfide di incertezza globale che si stanno prefigurando”.
“L’aggregazione è un modello di coesione e collaborazione – ha proseguito Drei – in linea con i valori riconosciuti dal Presidente della Repubblica Mattarella nei suoi richiami all’economia come strumento di crescita dell’uomo e della pace globale. È un modello di cui il mondo agricolo ha estremamente necessità, sia per affrontare nuovi mercati in paesi culturalmente e geograficamente lontani da noi, sia per gestire le problematiche connesse alla temuta introduzione di dazi. Per questo abbiamo chiesto oggi al Commissario Hansen un impegno concreto da parte della Commissione ad inserire nella futura Pac normative e risorse più incisive in favore dell’aggregazione. La cooperazione, attraverso l’aggregazione dell’offerta, consente di superare la frammentazione aziendale e di costruire un sistema più equilibrato, mettendo a sistema progetti di investimento, di ricerca ed introducendo nuove tecnologie e servizi innovativi”. In conclusione il presidente di Fedagripesca Confcooperative ha chiesto alla politica europea e nazionale di “assumere un ruolo forte e coraggioso nell’applicazione degli orientamenti emersi dalla nuova visione dell’agricoltura presentata dalla Commissione, in particolare in relazione alle problematiche ambientali, anticipando di fatto la naturale scadenza della programmazione Pac, che è stata fortemente connotata dalla visione Timmermans”.

Copagri: “il futuro dell’agricoltura è legato in maniera indissolubile alla ripartizione del valore lungo la filiera”
“Il futuro dell’agricoltura è legato in maniera indissolubile alla ripartizione del valore lungo la filiera e ovviamente all’annosa questione della redditività agricola, quale leva principale per l’attrattività del primario; tutte questioni trattate in maniera esaustiva nella “Visione per l’agricoltura e il cibo” dell’esecutivo Ue, da cui ci aspettiamo proposte normative concrete e operative”. Lo ha sottolineato il presidente Copagri, Tommaso Battista, intervenendo all’incontro con il Commissario Europeo all’Agricoltura Christophe Hansen. “Al netto della sempre più avvertita necessità di difendere il bilancio agricolo comunitario, non bisogna mai dimenticare che il reddito agricolo, tra i più bassi considerando i principali settori produttivi, dovrà derivare prevalentemente dal mercato, che deve essere trasparente; si dovranno pertanto riequilibrare i rapporti fra agricoltura, industria e distribuzione. In mancanza dovrà intervenire la politica. Particolarmente rilevante sarà la messa a terra della positiva attenzione alla valorizzazione di tutte le possibili fonti di diversificazione del reddito, a partire dalla bioeconomia, nonché dei richiami al ricambio generazionale, all’educazione alimentare e alla sempre più decisa spinta verso la ricerca e l’innovazione applicata al settore, tutti temi sui quali è da tempo alta l’attenzione della Copagri”, ha concluso Battista.

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