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nuovi regimi fiscali per il terzo settore


La riforma sulle Onlus sarà in vigore fra meno di un anno e, precisamente, il 1° gennaio 2026: i nuovi regimi fiscali previsti per il Terzo settore riguarderanno 17.462 enti, che dovranno scegliere una nuova veste. Come si fa notare in un articolo de Il Sole 24 Ore di lunedì 24 marzo, saranno maggiormente coinvolte quelle realtà che operano nel campo dell’assistenza sanitaria.

Si tratta dell’ultimo step dello studio della legge delega 106/2016 che riguarda gli Ets e le imprese sociali. La comfort letter, arrivata alla direzione generale Concorrenza della Commissione europea alla rappresentanza italiana presso la Ue, è uno passo fondamentale per la formalizzazione del via libera da Bruxelles.

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Cosa succederà con la riforma delle Onlus

La riforma delle Onlus e i regimi agevolati per gli enti del terzo settore – entrati in vigore solo in parte, per esempio per le detrazioni e le deduzioni a favore delle erogazioni liberali – entreranno in vigore il 1° gennaio 2026, cambiando uno status quo che va avanti da quasi 30 anni attraverso l’applicazione del Dlgs 460/1997.

Gli enti iscritti all’anagrafe dell’agenzia delle Entrate avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per stabilire se iscriversi al Registro unico del terzo settore o se devolvere il patrimonio accumulato con le agevolazioni Onlus a un altro ente con  le stesse finalità.

“La comfort letter della Commissione europea – ha spiegato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del terzo settore – stabilisce un punto importante culturalmente, cioè che gli enti non profit concorrono con le loro attività a realizzare l’interesse generale della comunità, e quindi le agevolazioni a essi destinate non sono aiuti di Stato. La lettera però non dà risposte a tutti i punti interrogativi aperti rispetto ai nuovi regimi fiscali”.

Centrale è il tema dell’Iva per le Onlus che dovessero diventare imprese sociali: “È una questione che necessita di una modifica della norma perché si disinneschi il rischio dell’aliquota del 22% su alcune prestazioni. Sempre a livello fiscale, sull’Irap, oggi gli enti del terzo settore non commerciali hanno un trattamento peggiore rispetto alle imprese profit. Infine, bisogna armonizzare le regole degli Ets con quelle previste per lo sport dilettantistico”, ha aggiunto Parlucchi.

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Riforma Onlus: cosa si dovrà valutare

Le oltre 17 mila Onlus operano, per il 55%, nel settore dell’assistenza sanitaria, sociale e socio-sanitaria. Spesso hanno una convenzione con i Comuni, per assistere persone anziane, fragili o con disabilità. 

Il passaggio al Registro unico sarà una scelta ovvia per la maggioranza di loro: sia per accedere alle agevolazioni fiscali, sia perché “molti bandi pubblici già prevedono l’ammissione delle fondazioni che siano enti del terzo settore, e non più delle fondazioni Onlus, ha detto Franco Taverna, vicepresidente della Fondazione Exodus.

“Il regime Onlus è molto favorevole, perché prevede la non commercialità delle attività svolte e in alcune Regioni, come la Lombardia, l’esenzione dall’Irap – ha dichiarato Monica Poletto, coordinatrice del tavolo tecnico-legislativo del Forum nazionale – Prima di lasciare una condizione consolidata, gli enti stanno valutando che cosa fare. Perciò è essenziale che i chiarimenti delle Entrate arrivino in tempi brevi e siano uno strumento di semplificazione”.



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