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“Non ci sarà la proroga, calamità per le imprese”


Nuove incombenze per le imprese, ancora difficoltà e obblighi per chi cerca faticosamente di far fronte alle difficoltà di un tempo complesso. La Legge di Bilancio 2024 introduce l’obbligo per tutte le imprese con sede in Italia di stipulare, entro il 31 marzo 2025, una polizza assicurativa contro eventi catastrofali a copertura dei danni subiti da determinati beni. Ad oggi nelle Marche il 95 per cento delle imprese è scoperto: questo vuol dire niente aiuti statali in caso di alluvione o terremoto, preclusa la possibilità di partecipare a bandi pubblici e finanziamenti bancari garantiti dal Medio Credito a rischio. “Chi non si assicura avrà minori possibilità di accesso a fondi e contributi pubblici, spiega il direttore generale Cna Fermo Andrea Caranfa, oltre a possibili svantaggi nell’ottenere contributi, sovvenzioni o agevolazioni finanziarie, anche in caso di calamità. Le spese per riparazioni e ripristino di beni danneggiati da eventi catastrofali saranno interamente a carico dell’impresa. Senza copertura, un evento catastrofale potrebbe comportare la riduzione o l’interruzione dell’attività, con conseguenti perdite economiche e di competitività”.

“Per quello che sappiamo ad oggi, di certo c’è solo che la calamità che si abbatterà dal primo aprile sulle imprese è quella dell’obbligo delle polizze catastrofali, visto che chi non si adeguerà non avrà più l’intervento dello Stato per rimborsare i danni subiti”, chiarisce il presidente Cna Emiliano Tomassini, che aggiunge: “Abbiamo chiesto una proroga di almeno 6 mesi, ma non c’è stato margine di manovra, di ieri la notizia che non ci sarà un rinvio”. Un proroga dunque consentirebbe alle aziende di avere il tempo per adeguarsi, in un momento che è già di grande preoccupazione una ulteriore spesa diventa un vero salasso per le aziende: per una piccola impresa con un capannone di 500 metri quadri e 15 dipendenti, il costo della polizza può andare da 1.500 a 12 mila euro a seconda della fascia di rischio.

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Salate anche le polizze per imprese più piccole, mediamente sopra i 500 euro; le tariffe possono oscillare fra l’1 e il 4 per mille di quanto assicurato. I costi cambiano a seconda del luogo in cui l’impresa ha sede e dell’assicurazione alla quale ci si rivolge: “Ogni compagnia ha elaborato delle proprie mappe di rischio territoriale, in base alle quali vengono fissati i prezzi delle polizze. Una giungla delle tariffe da scongiurare – chiosano Caranfa e Tomassini – con l’intervento del Governo nella catalogazione dei livelli di rischio dei territori. Un’azione che richiedere tempo, e ad oggi sembra non essercene abbastanza. Troviamo ingiusto che ci si debba assicurare per riparare danni dovuti ad anni di mancata manutenzione dei territori. È un ragionamento ostile che va solo in una direzione, oltre a chiedere le assicurazioni si lavorerà anche per rendere fiumi, canali, fossi sicuri e puliti?”.

a.m.



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