Maggiori incentivi per supportare la crescita delle imprese, favorire le collaborazioni nel settore della ricerca, potenziare l’internazionalizzazione diversificando i mercati, riducendo la dipendenza da aree a rischio geopolitico. Alcune delle azioni proposte dal secondo rapporto di Produttività del Trentino, elaborato da OCSE. L’analisi ha posto particolare attenzione alle microimprese, che rappresentano oltre il 40% dell’occupazione in Trentino evidenziando la carenza di manodopera, presente in molti settori, e l’esigenza di aggiornare le competenze.
Per quanto riguarda l’export, è emerso un dato finora sommerso. Oltre il 7% delle aziende trentine esportano servizi all’estero, una quota doppia rispetto a quelle che commercializzano prodotti.
Sul fronte mercato del lavoro, l’analisi ha posto l’accento sulla necessità di ridurre le barriere fisiche e immateriali alla mobilità dei lavoratori, come casa, pendolarismo e smart working, nonché garantire maggiore stabilità lavorativa ai giovani e ad offrire più servizi per l’infanzia, per favorire la partecipazione femminile e incrementare il tasso di natalità. Calo demografico, fattore discriminante per la partecipazione al mercato del lavoro nel futuro.
Al tavolo del rapporto sulla produttività del Trentino irrompe poi il tema della casa. Prezzi alle stelle e difficoltà nel reperire un alloggio nelle aree a vocazione turistica. Un ostacolo enorme per i lavoratori provenienti da altre regioni. A chiedere soluzioni veloci alla Provincia è il Presidente di Confindustria, Lorenzo Delladio, che sottolinea come il problema rappresenti un freno all’attrattività del Trentino.
I tempi della pubblica amministrazione sono quelli che sono – risponde a malincuore l’assessore Spinelli – che apre al dialogo con le imprese ma non nasconde le difficoltà sul piano normativo di una regolamentazione del fenomeno.
A sollevare la carenza di servizi per imprese e lavoratori, in vista delle transizioni in atto nel mercato del lavoro, è il segretario provinciale della cgil Andrea Grosselli, che propone alla provincia di eseguire uno studio, finora mai fatto, sulle politiche di incentivazione per le imprese.
Se il Pil cresce si presuppone che le politiche funzionino – risponde Spinelli – che ammette la necessità di un sistema che dia indici più precisi. Il tema – prosegue l’assessore – è che“Il Trentino ha poca ‘fame’, serve più voglia di creare e fare impresa”. Le opportunità per supportare la crescita ci sono – sottolinea – ma le imprese devono fare di più per coglierle.
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