NARDÒ – Il Gruppo Porsche ha deciso di accantonare il piano di sviluppo del Nardò Technical Center, il centro di collaudo di cui il colosso del settore automobilistico è proprietario dal 2012. E il comitato “Custodi del Bosco d’Arneo”, insieme al mosaico di associazioni e movimenti che si è attivato per fermare i propositi di ampliamento del sito, può tirare un vero sospiro di sollievo.
Quel progetto, nella formulazione iniziale stimato in circa 80 milioni di euro di investimenti per l’adeguamento o la realizzazione ex novo di piste di collaudo e strutture connesse, aveva provocato proteste, ricorsi e anche un approfondimento richiesto in sede europea sugli impatti ambientali: per la realizzazione delle opere previste, infatti, si sarebbero dovuti espropriare quasi 300 ettari di area boscata, residuo di una foresta secolare, distribuiti tra i territorio di Nardò e Porto Cesareo. Un sacrificio che, ha ribadito più volte l’articolato fronte di opposizione, nemmeno gli interventi di rinaturalizzazione programmati avrebbero potuto compensare.
Esattamente un anno addietro la Regione Puglia, che aveva da subito assunto una posizione molto favorevole alla proposta di ampliamento ( che avrebbe sostenuto con propri finanziamenti), aveva notificato la sospensione dell’Accordo di programma, cornice giuridica indispensabile per il piano di sviluppo, proprio in seguito ai rilievi che erano stati mossi. Il Gruppo Porsche, che dal primo momento aveva garantito l’apertura al dialogo, ha ora deciso di metterci un punto, anche in considerazione di un quadro internazionale nel quale è difficile orientarsi, sia dal punto di vista economico sia da quello geopolitico.
“La decisione di Porsche – recita un comunicato – è il risultato di un’approfondita riflessione e di un intenso dialogo con diversi stakeholder, portato avanti negli ultimi mesi, durante il quale sono state considerate prospettive sociali, ambientali ed economiche. Tra i diversi fattori considerati, hanno avuto un peso rilevante il contesto attuale, sempre più complesso, e i cambiamenti in atto nel settore automobilistico a livello globale”.
Non è comunque in discussione la prosecuzione delle attività che hanno reso il Ntc un punto di riferimento per molte case automobilistiche: “Il Nardò Technical Center – prosegue la nota – continua a rappresentare una componente fondamentale delle capacità integrate di sviluppo e collaudo del Gruppo Porsche, oltre a rimanere un punto di riferimento per l’intero settore automobilistico internazionale. Le attività di testing continueranno a essere svolte nel sito, contribuendo allo sviluppo di tecnologie innovative per la mobilità”.
Amareggiato l’assessore Delli Noci
Una volta messo a conoscenza della decisione del Gruppo Porsche, l’assessore alle Attività Produttive della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci ha commentato con amarezza, pur comprendendo le ragioni di contesto: “Oggi la Puglia è costretta a rinunciare alla realizzazione di un centro mondiale di collaudo di automobili che sarebbe stato un punto di riferimento per i test sulle auto del futuro, dall’elettrico a quelle a guida autonoma.
L’esponente della giunta pugliese sottolinea anche l’impatto in termini di prospettive occupazionali: “Gli sforzi della Regione Puglia di attrarre investimenti da parte di grandi imprese vengono in questo caso vanificati, con la grave perdita di occasioni di crescita e di nuovi posti di lavoro, e di possibilità di sviluppo per un settore in forte crisi come quello dell’automotive. Sebbene il Nardó Technical Centre continuerà con le sue attività di sviluppo e collaudo, questa resta una perdita enorme per il territorio e per chi pensa che lo sviluppo sostenibile sia non solo possibile ma necessario e già in corso”.
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