Gli Usa alle aziende Ue: «Cancellate l’inclusione». Parigi: no a interferenze


Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Niente diversità, siamo americani. Vietate anche equità e inclusione, pena la messa al bando delle imprese – qualunque sia la loro provenienza o area di lavoro – che intendono rispondere a bandi di gara americani. Da qualche giorno le ambasciate Usa in Europa hanno cominciato a inviare lettere a società e studi legali che abitualmente partecipano ad appalti e bandi americani. Le aziende francesi sono particolarmente nel mirino. Nelle missive, di cui il quotidiano economico francese Les Echos si è procurato due esemplari, si invitano gli interlocutori ad adeguarsi all’ordine esecutivo 14.173, «relativo alla fine delle discriminazioni illecite e al ripristino delle opportunità professionali basate sul merito», che il presidente Trump ha già emanato negli Usa. Questo provvedimento mette fuorilegge i programmi e le azioni per favorire diversità, equità e inclusione all’interno di aziende, pubblica amministrazione e università. Se un tempo gli Usa si vantavano di esportare democrazia, l’America di Trump punta ora a esportare la «lotta contro le discriminazioni», etichettando così la nuova crociata contro le misure di discriminazione positiva o i sistemi di quote a favore delle minoranze, siano esse di genere, razziali o sociali. Le aziende europee che vogliono lavorare con gli Usa sono dunque invitate a esibire un certificato di «non diversità attiva». Nella missiva si precisa che «i potenziali contraenti (di contratti con enti americani) o partecipanti (a gare d’appalto negli Stati Uniti) devono certificare di non mettere in atto programmi di promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione (racchiusi nella sigla inglese Dei) che violano le leggi federali anti-discriminazione» ormai in vigore negli Usa. Alle lettere è allegato un modulo da compilare. I destinatari appartengono ai settori più diversi: telecomunicazioni, energia, farmaceutica, beni di lusso, consulenza.

Se l’azienda interpellata non è in grado di fornire adeguata garanzia di «non attuare alcun programma che promuova diversità, equità e inclusione», viene concesso un termine di cinque giorni per conformarsi. In caso di mancata firma: «vi saremmo grati se poteste fornirci motivazioni dettagliate, che inoltreremo al nostro ufficio legale». Non si precisano le sanzioni a cui si rischia di incorrere, ma il tono è stato giudicato minaccioso da più osservatori. Il ministero del Commercio francese ha denunciato «un’ingerenza americana». «Le interferenze americane nelle politiche di inclusione delle imprese francesi, come la minaccia di dazi doganali ingiustificati, sono inaccettabili», ha affermato il ministero in una nota.

LE CRITICHE

Anche se in Francia non può esistere una politica codificata di discriminazione positiva – poiché è vietato per legge raccogliere dati razziali ed etnici – il ministero dell’Economia ha espresso critiche ufficiali: «Questa pratica riflette i valori del nuovo governo Usa. Non sono gli stessi dei nostri», ha dichiarato una fonte vicina al ministro dell’Economia francese, Eric Lombard, assicurando che «il ministero lo ricorderà ai suoi omologhi nel governo degli Stati Uniti». Negli Usa, la crociata non si ferma. Ora nel mirino c’è la Disney. La Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti (Fcc) ha annunciato l’apertura di un’indagine sulle pratiche di diversità e inclusione dell’azienda, per verificare se stia promuovendo la diversità «in un modo che non rispetta» le normative governative. Un portavoce della Disney ha dichiarato che l’azienda sta esaminando la lettera e ha aggiunto: «Non vediamo l’ora di collaborare con la commissione per rispondere alle sue domande».

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento