la Sicilia sfrutta meno le detrazioni fiscali rispetto al Nord, si allarga il divario


Il rapporto sulle detrazioni fiscali 2024, realizzato dall’ENEA e dall’Agenzia delle Entrate, fornisce un quadro dettagliato sull’andamento delle agevolazioni fiscali in Italia, con riferimento all’anno precedente. Questo studio analizza la distribuzione delle detrazioni nelle diverse regioni del Paese, evidenziando le disparità esistenti tra Nord, Centro e Sud.

In questo corposo documento di 222 pagine il Dipartimento ha raccolto le cifre essenziali delle detrazioni fiscali per l’anno 2023 degli investimenti di Ecobonus, Bonus Facciate, Bonus Casa (con relativo Bonus Elettrodomestici) e SuperEcobonus (Superbonus). E vengono evidenziati i principali risultati degli interventi di miglioramento energetico degli edifici esistenti agevolati dai quattro provvedimenti.

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Ancora una volta, emergono forti differenze territoriali: il Nord continua a beneficiare in misura maggiore delle detrazioni fiscali rispetto al Sud, con il Centro in una posizione intermedia. Dai dati raccolti, emerge che le regioni settentrionali godono di un volume più alto di detrazioni, specialmente per le spese legate alla casa, come le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, ma anche per l’istruzione e la formazione. Il Centro Italia si posiziona su livelli intermedi, con una distribuzione abbastanza equilibrata tra spese sanitarie, educative e abitative. Al contrario, il Sud – e in particolare la Sicilia – si colloca nella fascia più bassa per utilizzo delle detrazioni fiscali, soprattutto per quanto riguarda i bonus edilizi e le spese per l’istruzione avanzata.

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La situazione delle detrazioni fiscali in Sicilia

 

Entrando nel dettaglio della Sicilia, il rapporto evidenzia che il volume complessivo delle detrazioni fiscali nell’isola è inferiore rispetto alla media nazionale. Le principali categorie di detrazioni utilizzate riguardano le spese sanitarie, che risultano inferiori del 5% rispetto alla media italiana, e i bonus edilizi e per le ristrutturazioni, che sono sfruttati in misura significativamente minore rispetto al Nord Italia, con una differenza del 10% rispetto alla Lombardia. Anche le spese per istruzione e formazione si attestano in linea con la media nazionale, ma con una distribuzione disomogenea tra le province siciliane.

 

 

Le ragioni di questo divario sono molteplici. Da un lato, la capacità reddituale più bassa delle famiglie siciliane incide negativamente sulla possibilità di accedere alle detrazioni, che spesso richiedono anticipazioni di spesa. Dall’altro, le difficoltà nell’ottenere finanziamenti per ristrutturazioni e investimenti in efficienza energetica limitano l’adesione ai bonus edilizi. A ciò si aggiunge la scarsa informazione sulle opportunità fiscali e la complessità burocratica che ostacola l’accesso alle agevolazioni.

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Al confronto con le altre regioni, la Sicilia evidenzia un utilizzo ridotto degli incentivi fiscali, soprattutto nei settori dell’edilizia e dell’innovazione tecnologica domestica. Se in Lombardia ed Emilia-Romagna il ricorso alle detrazioni è molto alto, nel Lazio e in Toscana la situazione appare più bilanciata. Al Sud, invece, il fenomeno risulta più critico, con Calabria, Sicilia e Campania che si trovano agli ultimi posti per volume di detrazioni pro-capite.

 

I dati ENEA: efficienza energetica e bonus edilizi

Secondo il rapporto ENEA, la Sicilia ha registrato un utilizzo contenuto delle agevolazioni legate alla riqualificazione energetica. Il Superbonus 110%, per esempio, ha avuto una diffusione più limitata rispetto ad altre regioni, con un valore complessivo inferiore di circa il 15% rispetto alla media nazionale. Questo è dovuto, ancora una volta, a difficoltà di accesso al credito e alla complessa burocrazia che ha reso più difficoltoso l’avvio dei lavori.

 

 

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Nonostante ciò, negli ultimi due anni si è assistito a una lieve crescita delle richieste di detrazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo energetico, segno che l’interesse per le energie rinnovabili sta lentamente aumentando anche in Sicilia. Tuttavia, il divario con il Nord resta evidente: mentre in regioni come il Veneto e la Lombardia la percentuale di edifici ristrutturati con incentivi statali supera il 35%, in Sicilia questo dato si ferma al 20%.

 

Ecobonus 2023 in Sicilia:  impatto significativo per il parco abitativo per l’efficienza energetica

L’Ecobonus, introdotto dalla Legge 296 del 2006 e successivamente aggiornato da numerosi provvedimenti legislativi, rappresenta una delle principali agevolazioni fiscali destinate a migliorare l’efficienza energetica degli edifici in Italia. Nel 2023, questo strumento ha avuto un impatto significativo, attivando investimenti per oltre 5,8 miliardi di euro, con un risparmio energetico complessivo di 1.700 GWh all’anno. Ma una delle novità più rilevanti riguarda proprio la distribuzione di questi interventi, con la Sicilia che emerge come una delle regioni più dinamiche nel settore della riqualificazione energetica.

 

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In particolare, la Sicilia ha registrato una quota di interventi sugli edifici residenziali che supera il 94%, la percentuale più alta in Italia. Questo dato evidenzia l’importanza dell’Ecobonus nella modernizzazione del parco abitativo siciliano, che sta vedendo una crescente attenzione verso il miglioramento dell’efficienza energetica, soprattutto per quanto riguarda l’installazione di impianti di climatizzazione e la sostituzione degli infissi.

Nel panorama nazionale, gli investimenti per interventi residenziali rappresentano l’86% del totale, ma la Sicilia si distingue anche per l’alto impatto dei risparmi energetici, con il 96,58% dei benefici derivanti proprio dalle abitazioni residenziali. L’isola, dunque, non solo beneficia degli incentivi fiscali, ma si configura come un esempio di come gli incentivi possano guidare una vera e propria rivoluzione verde a livello locale.

Gli interventi più frequenti in Sicilia, come nel resto d’Italia, sono quelli relativi alla climatizzazione invernale (circa il 50% degli investimenti), seguiti dalla sostituzione degli infissi, che ha visto un forte incremento, e dall’isolamento termico degli edifici. È interessante notare come, in Sicilia, la sostituzione degli infissi abbia contribuito in modo significativo al risparmio energetico complessivo, con una quota che supera la media nazionale.

 

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Nonostante il rallentamento generale rispetto agli anni precedenti, con una diminuzione del 33,46% degli interventi nel 2023 rispetto al 2022, la Sicilia si conferma una delle regioni più attive. Questo fenomeno potrebbe essere legato a una crescente sensibilizzazione della popolazione e alla spinta verso l’efficienza energetica in un periodo di crescente incertezza sul fronte energetico. La Sicilia, infatti, beneficia di una forte domanda di riqualificazione edilizia che si integra con politiche di sostenibilità ambientale e risparmio energetico.

In termini di distribuzione territoriale, l’Ecobonus ha avuto un impatto maggiore nelle regioni settentrionali, ma la Sicilia rappresenta una delle realtà meridionali in cui gli incentivi stanno effettivamente generando un cambiamento concreto. Questo sottolinea l’importanza di una continua evoluzione delle politiche fiscali per supportare non solo le regioni più sviluppate, ma anche quelle che, come la Sicilia, hanno un grande potenziale di crescita nella transizione ecologica.

In conclusione, il 2023 ha confermato che l’Ecobonus per la Sicilia si sta affermando come una delle regioni più virtuose, beneficiando pienamente di questa opportunità. L’obiettivo ora è quella di continuare su questa strada, facendo in modo che il risparmio energetico e la sostenibilità diventino pilastri del futuro urbanistico e sociale dell’isola.

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I DATI SULL’ECOBONUS IN ITALIA

 

A livello nazionale, gli investimenti che l’Ecobonus ha attivato con gli interventi conclusi nel 2023 si sono concentrati per l’86,15% su edifici a destinazione residenziale, per il 10,78% su immobili non residenziali e per il 3,06% su edifici a destinazione mista.

A incidere su queste differenze è principalmente la disparità nella distribuzione del reddito. Nelle regioni del Nord, il reddito medio è generalmente più elevato, consentendo una maggiore capacità di spesa e quindi un maggiore accesso agli incentivi fiscali.

 

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Inoltre, la struttura economica di queste regioni è più solida, con un tessuto imprenditoriale sviluppato che sfrutta in modo più efficace i benefici fiscali destinati alle imprese e ai lavoratori autonomi.

Mentre, nel Sud Italia, il minor reddito disponibile riduce la possibilità di anticipare spese detraibili, limitando l’accesso ai benefici fiscali. A questo si aggiunge una minore informazione sulle agevolazioni disponibili e una burocrazia più complessa, che spesso scoraggia i cittadini dal fare richiesta di detrazioni.

 

 

 

Come ridurre il gap?

 

Per ridurre questo divario e favorire un maggiore accesso alle detrazioni in Sicilia, sarebbe necessario attuare strategie mirate. Tra le possibili soluzioni ci sono una più ampia diffusione di informazioni sulle detrazioni disponibili, con campagne di sensibilizzazione a livello regionale, e la semplificazione delle procedure burocratiche, che spesso rappresentano un ostacolo per molti cittadini.

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Inoltre, sarebbe opportuno prevedere incentivi aggiuntivi per le regioni del Sud, con programmi di sostegno specifici per facilitare l’accesso ai bonus edilizi e alle detrazioni su sanità e istruzione.

Il rapporto sulle detrazioni fiscali 2024 conferma quindi che la Sicilia, come altre regioni del Sud, è ancora in difficoltà nell’utilizzare appieno gli strumenti di agevolazione fiscale a disposizione. Per colmare questo gap, servirebbe un maggiore supporto istituzionale, insieme a un impegno concreto nel rendere più accessibili le informazioni e le procedure per ottenere le detrazioni. Solo così i cittadini siciliani potranno beneficiare pienamente delle opportunità offerte dal sistema fiscale italiano.

 

Fonte Dati: Rapporto Detrazioni Fiscali 2024 – Enea

 



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