Piano Simest da 1 miliardo per aiutare le esportazioni


Simest ha lanciato un maxi pacchetto da 1 miliardo per sostenere l’export delle imprese italiane. Lo ha fatto per contrastare l’effetto dazi e rafforzare il sistema tricolore alle prese con i venti di guerra commerciale innescati da Trump. L’obbettivo dela società guidata da Regina Corradini D’Arienzo rientra nel Piano d’azione per l’export presentato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e punta a difendere la competitività internazionale. La strategia, spiega Corradini D’Arienzo, è quella di «crescere sui mercati chiave e ad alto potenziale» nel quadro «della regia della Farnesina in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti» e sulla scia delle misure approvate dal «Comitato interministeriale Mef, Maeci e Mimi». Con un focus specifico sull’America Latina e sull’Africa, già al centro del Piano Mattei voluto dalla premier Giorgia Meloni. Le misure si sviluppano lungo quattro filoni. Due nuovi plafond (da 200 e 300 milioni di euro) per finanziare la competitività delle imprese e delle filiere, anche non esportatrici, che intendono investire in America Centrale o Meridionale, ma anche per supportare le aziende che hanno già interessi in quei Paesi. L’altro intervento riguarda l’estensione dell’operatività della misura Africa, già inserita all’interno del Piano Mattei voluto dal governo, anche alle imprese non esportatrici che intendono investire in Africa: i fondi targati Simest potranno, quindi, essere utilizzati non solo, come già accade oggi, per il rafforzamento patrimoniale, anche in Italia, ma per incrementi di capitale e finanziamenti soci alle società controllate, oltre che per supportare le spese per contratti di lavoro destinati all’inserimento in azienda del personale locale.

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IL PASSAGGIO

Un ulteriore aiuto sarà destinato alle imprese energivore. Simest metterà a disposizione fino al 90% del finanziamento per il rafforzamento patrimoniale e l’innovazione dei processi produttivi. A queste misure si aggiungono due nuove sezioni del Fondo 394 che la società gestisce in convenzione con la Farnesina: 200 milioni in più per interventi di equity a supporto della crescita delle Pmi e degli investimenti infrastrutturali. Per la ceo l’obiettivo finale deve essere quello di «ampliare notevolmente il numero di imprese partner, estendendo l’operatività degli strumenti anche alle piccole imprese non esportatrici delle filiere produttive, con focus anche sulla formazione per contribuire a colmare il gap di manodopera riscontrato dai nostri imprenditori».

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