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Benevento, scoperto un giro di fatture false in Valle Caudina: maxi-sequestro da 450mila euro


I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Montesarchio hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo finalizzata alla confisca diretta e per equivalente, emessa dal gip presso il tribunale ordinario di Benevento, nei confronti di tre società operanti nel settore dell’edilizia aventi sede rispettivamente a Bonea, Arpaia e Montesarchio, in relazione alle ipotesi di reato di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omessa presentazione della dichiarazione ai fini Iva.

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Il decreto di sequestro riguarda somme di denaro nella disponibilità delle società e degli amministratori di diritto. Sullo sfondo della misura le precedenti indagini coordinate dalla Procura, retta da Gianfranco Scarfò, ed eseguite dai finanzieri di Montesarchio, che hanno consentito di ricostruire un giro di fatturazioni relative a operazioni inesistenti, «finalizzato unicamente alla falsa rappresentazione di costi per la relativa indebita detrazione da parte delle società utilizzatrici».

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In particolare, secondo l’accusa, dalla verifica fiscale e dalle successive indagini, «sono emersi elementi in ordine alla condotta del rappresentante legale di una società, risultato anche percettore di reddito di cittadinanza, di costituzione di un’impresa al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti. Questa non aveva sede effettiva né presso la sede legale né presso il luogo d’esercizio dichiarato, non ha esibito alcuna documentazione amministrativo-contabile e non è risultata avere alle dipendenze personale e automezzi. L’amministratore, inoltre, non ha mai presentato le prescritte dichiarazioni fiscali e tantomeno effettuato alcun versamento di imposte».

Tuttavia, nel corso degli accertamenti, sarebbe anche emerso che la  società in questione «aveva intrattenuto rapporti commerciali esclusivamente con altre due imprese e le fatture emesse avevano ad oggetto cessioni di beni e prestazioni di manodopera che presupponevano l’acquisto di materiale e la disponibilità di mezzi e personale che di fatto la società emittente le fatture false non aveva documentato».

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In ogni caso, il provvedimento appena eseguito è finalizzato al sequestro dell’indebito risparmio delle imposte dovute all’erario, pari a circa 450.000 euro, a favore di società operanti nel settore dell’edilizia e legalmente rappresentate da soggetti legati da vincoli di parentela. Si tratta di una misura cautelare reale disposta in sede di indagini preliminari, suscettibile di impugnazione, e i destinatari sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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