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Meloni alle imprese sui dazi: ora un patto. La premier punta a stanziamenti per 25 miliardi


di
Adriana Logroscino

Il tentativo di rassicurare le categorie. Confartigianato: rischiamo una pandemia economica

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Giorgia Meloni alla ventina di rappresentanti delle categorie imprenditoriali, che ha convocato a Palazzo Chigi per individuare una strategia dopo i dazi di Trump, propone «un patto per fare fronte comune» davanti alla tempesta economica. Tre i piani di intervento che il governo — con Meloni tutta la task force, a partire dai vicepremier Tajani e Salvini, pur collegati da remoto — promette. Uno interno: sostegni alle imprese attraverso la riprogrammazione dei fondi di Pnrr, Coesione e piano Energia e clima, per almeno 25 miliardi complessivi, per attivare i quali la trattativa con Bruxelles «per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità» è già iniziata. Uno europeo: ammorbidimento dei vincoli imposti dal green deal e del patto di stabilità, veri «dazi autoimposti».

 L’ultimo con gli Usa: con l’amministrazione Trump si deve negoziare — dice la premier ufficializzando il suo viaggio a Washington del 17 aprile —, ecco perché Roma «non avrebbe supportato la linea europea se fosse stata quella di una escalation». L’obiettivo della missione è quello «zero per zero dazi» già annunciato da von der Leyen.




















































Alle imprese, d’altro canto, la presidente del Consiglio chiede di non cedere all’allarmismo «in grado di fare più danni dei dazi» e spiega i motivi della sua relativa tranquillità: «Il peso — dice la premier — sarà in parte assorbito in fase di intermediazione, e poi la forza della nostra esportazione non è tanto nella competitività del prezzo, quanto nella qualità del prodotto», i due concetti cardine.

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Nella sala verde di Palazzo Chigi, la task force fronteggia preoccupazioni e richieste delle categorie. «Rischiamo una pandemia economica» avverte la Confartigianato. «Il terremoto dazi potrebbe ridurre di 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie», secondo Confesercenti. I più allarmati sono i rappresentanti dell’agroalimentare. Stima un danno dai dazi «intorno ai 3 miliardi» la Confagricoltura. Coldiretti chiede che «il 13 per cento delle risorse vada al settore» e Cia di «negoziare con una sola voce». Meloni offre un altro impegno: «Individueremo ulteriori strumenti di promozione del Made in Italy per raggiungere nuovi mercati».

Tajani che ieri ha incontrato il suo omologo olandese, Caspar Veldkamp, ragiona da giorni in un’ottica europea. Salvini, invece, attacca ancora la Ue e «la sua burocrazia che soffoca lo sviluppo». E le opposizioni in Parlamento rivendicano: Meloni riferisca in Aula prima di volare a Washington.

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