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Le modalità di calcolo dell’ISEE sono state oggetto di una modifica che ha suscitato numerose critiche, specialmente da parte delle famiglie con figli adulti: ecco cosa sapere.
Con l’arrivo del 2024, le modalità di calcolo dell’ISEE sono state oggetto di una modifica che ha suscitato numerose critiche, specialmente da parte delle famiglie con figli adulti non ancora economicamente indipendenti. Si tratta di un ritorno a criteri più stringenti per la definizione del nucleo familiare, con effetti diretti sulla possibilità di accedere a bonus e agevolazioni sociali.
Figli adulti e ISEE: cosa prevede ad oggi la legge
La normativa aggiornata, entrata in vigore dal 1° gennaio 2024, stabilisce che i figli maggiorenni, anche se non conviventi, debbano essere considerati ancora parte del nucleo familiare dei genitori se:
- Non sono sposati;
- Non raggiungono un reddito sufficiente per essere considerati fiscalmente indipendenti;
- Non hanno figli.
Una stretta che ha generato malcontento soprattutto tra quei genitori con figli nella cosiddetta “zona grigia”: giovani neet (né studenti, né lavoratori) che, pur avendo superato i 26 anni, risultano ancora economicamente a carico.
Le ragioni della stretta e il ritorno alle regole pre – Reddito di Cittadinanza
La nuova disciplina non rappresenta in realtà una novità assoluta, ma piuttosto un “ritorno al passato”. Con la riforma legata alla transizione dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione, il governo ha reintrodotto la regola in vigore prima del 2019, che obbliga ad includere nel calcolo ISEE anche i figli maggiorenni, se non autonomi.
Lo ha chiarito il Ministero del Lavoro, confermando che l’abrogazione di una specifica deroga ha ripristinato la norma prevista dal DPCM 159/2013: in pratica, i figli maggiorenni non conviventi ma ancora fiscalmente a carico, non sposati e senza figli, restano agganciati all’ISEE della famiglia d’origine.
Residenza diversa: non basta più per fare ISEE separati
Un mito da sfatare: la sola residenza anagrafica diversa non basta più per escludere il figlio dal nucleo familiare ai fini ISEE. Per essere considerato a parte, il figlio deve:
- Essere fiscalmente indipendente (con reddito sopra la soglia prevista);
- Avere figli propri;
- Essere sposato.
Se non sussiste nessuna di queste condizioni, il figlio resta legato all’ISEE dei genitori, indipendentemente dall’età o dalla residenza.
Indipendenza economica: le soglie di reddito per staccarsi dal nucleo familiare
Il parametro determinante resta il reddito. Un figlio maggiorenne non è più considerato a carico, e quindi può uscire dal nucleo ISEE, solo se guadagna:
- Più di 4.000 euro all’anno se ha meno di 24 anni;
- Più di 2.840,51 euro all’anno se ha superato i 24 anni.
Chi non raggiunge queste soglie continua a rientrare nel calcolo dell’ISEE familiare, con il rischio concreto di innalzare l’indicatore e perdere così l’accesso a molte misure di sostegno pubblico.
Un colpo per le famiglie meno abbienti, l’ISEE si gonfia: tra diritto e realtà sociale
Questa revisione ha avuto effetti rilevanti soprattutto per quelle famiglie con figli adulti in difficoltà economica, ma ancora formalmente a carico. Nella pratica, significa che molte domande per bonus sociali, esenzioni sanitarie, agevolazioni abitative e sconti scolastici potrebbero non essere più accolte, anche se la condizione economica reale della famiglia non è cambiata.
Questa modifica alle regole ISEE ha sollevato un dibattito acceso: da un lato c’è chi la interpreta come un tentativo di contrastare un’eccessiva dipendenza dai sussidi; dall’altro, emerge la preoccupazione per un sistema che rischia di colpire proprio le famiglie più fragili, costrette a farsi carico di figli adulti in un mercato del lavoro difficile.
Conoscere queste regole è oggi più che mai essenziale per evitare brutte sorprese nella richiesta di agevolazioni.
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