Coin, Invitalia entra con il 30 per cento e c’è l’accordo con le banche


Salvataggio per Coin, catena italiana retail di fascia alta, che conta 34 negozi diretti e oltre 130 store a insegna Coincasa in Italia e all’estero, Coin Excelsior e Coincasa nei settori dell’abbigliamento, della bellezza e della decorazione d’interni. Poco prima di Pasqua, secondo fonti bancarie, Invitalia ha deliberato, tramite il Fondo Salvaguardia Imprese, un intervento di 10 milioni subordinato alla sigla dell’Accordo di ristrutturazione comprendente l’iniezione di liquidità da parte di investitori.

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LE CONDIZIONI

La decisione del cda dell’Agenzia di promozione pubblica guidata da Bernardo Mattarella sarebbe avvenuta giovedì 17 e il giorno successivo, presso uno studio professionale milanese, i creditori guidati da Europa Investimenti, Unicredit e altri minori hanno sottoscritto la cintura di sicurezza finanziaria. Adesso mancano piccole formalità per dare efficacia alla manovra complessiva che partirà il 27 aprile.

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A fronte dei 10 milioni immessi dal Fondo Salvaguardia Imprese, il gruppo pubblico avrà il 30% del capitale. La manovra è di complessivi 35 milioni: i 25 milioni residui saranno a carico del fondo Utp Restructuring Corporate di Sagitta sgr, società di gestione del risparmio del gruppo Arrow Global, collegato ad Europa Investimenti, acquirente dei crediti da Intesa Sp, Illimity e di altri investitori. Essi sono Mia srl, di proprietà del fondatore di Liu Jo Marco Marchi e, in via residuale, Red Navy srl, Joral Investment srl e Hi-Dec Edizioni srl. Invitalia dovrebbe nominare un suo rappresentante che potrebbe diventare presidente e avere un ruolo di controllo sulla gestione.

Dei 210 milioni circa di esposizione (al 50% garantita da Sace), circa 56 milioni degli 80 verso le banche (pari a circa il 70%) fa capo a Europa Investimenti, il resto a Unicredit, altri istituti e fornitori. A latere, infatti, si sta finalizzando l’accordo con i fornitori. Comunque Coin può uscire dal guado grazie a un asse pubblico-privato e riprendere il cammino per dare continuità al suo brand che da ottobre ha beneficiato della Composizione negoziata della crisi, concessa dal Tribunale di Venezia che è una procedura stragiudiziale che mira a risolvere le difficoltà economiche di un’impresa prima che la crisi si trasformi in insolvenza. Nei mesi scorsi al vertice di Coin si sono insediati Andrea Gabola alla presidenza e Matteo Cosmi alla guida. Ora gli assetti dovranno tener conto del cambio di azionariato e delle prerogative di Invitalia. Coin ha chiuso il 2024 con 280 milioni di ricavi nel 2024 e, dopo il riassetto aziendale che avverrà nel corso di quest’anno, dovrebbe tornare in pareggio alla fine del 2026.

Il Fondo di salvaguardia imprese è nato a maggio 2020, in periodo Covid e deve acquisire partecipazioni di minoranza, con investimento massimo di 30 milioni, al fianco di partner privati, con una exit a 5 anni e condizioni di uscita definite già nell’operazione di investimento.

Finora il Fondo è entrato in una ventina di società. Una delle prime è stata Corneliani, storico brand della moda, con un investimento di 6,5 milioni. E uno degli ultimi in Ferrosud, dove è stato siglato un closing da 28 milioni per il rilancio dello stabilimento di Matera.





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