Nota stampa PD Messina Felice Calabrò e Alessandro Russo
La doppia nomina dei direttori generali di ArisMe e Patrimonio Messina S.p.A. che è stata
effettuata nella giornata di ieri irrompe nel dibattito politico cittadino con un clamore che non si può non stigmatizzare per alcuni profili molto evidenti.
Innanzitutto, la nomina di Salvo Puccio a direttore generale di ArisMe, senza che questi lasci l’analogo ruolo che nel contempo riveste al Comune di Messina pone un serio problema di opportunità: qualche tempo fa, Puccio lasciò l’incarico di direttore generale della Città Metropolitana per dedicarsi a tempo pieno al Comune di Messina, che presenta una tale mole di lavoro e di impegno che non consentirebbe altre attività. La nomina anche ad ArisMe fa sorgere dei dubbi circa la possibilità concreta di poter dedicare il necessario tempo a entrambi i ruoli a cui è chiamato. Il risanamento urbano, tema centrale per la politica cittadina, richiede una dedizione e un dinamismo che siano praticamente esclusivi. Come si può immaginare, quindi, che il direttore generale del Comune, a capo di una macchina così complessa come l’ente, possa adeguatamente coprire anche i compiti che si prevedono sempre più pressanti del risanamento urbano in vista delle scadenze
imposte dal PNRR, dai PinQuA e dal termine probabile del commissariamento di Governo?
D’altro canto, non può suscitare minore stupore la nomina a Direttore generale di Patrimonio S.p.A. del dott. Pietro Picciolo. Soprassediamo e tacciamo sulle modalità di selezione utilizzate, sulle quali ci riserviamo di intervenire con la nostra attività ispettiva
prossimamente; ci chiediamo: come è possibile che una figura che riveste più ruoli e contestualmente tra la commissione di liquidazione di ATM Azienda speciale e il C.d.A. di ASM Taormina possa seguire il difficilissimo e delicato tema dell’emergenza abitativa messinese — anche questa, oggetto di bandi di finanziamento pubblico in prossima scadenza e che necessitano una evidente accelerazione, stante l’attuale quantità di alloggi acquistati, che sono solo 3 — dovendosi suddividere in tutti questi altri incarichi amministrativi tra la città capoluogo e il Comune di Taormina?
Ci domandiamo come sia possibile che l’Amministrazione Basile proceda a effettuare nomine di figure, tutte politicamente vicine alla maggioranza, che rivestono più ruoli e più parti nelle varie amministrazioni. Ora, pur comprendendo che la nomina dei vertici delle aziende partecipate risponde a logiche fiduciarie, cosa diversa è il conferimento d’incarchi gestionali, quali quelli di cui trattasi. Sicuramente i direttori generali nominati da ultimo avranno tutti i requisiti richiesti, tuttavia l’acclarata vicinanza dei medesimi alla compagine politica che amministra lascia perplessi. Ma sicuramente si tratta di coincidenze che sarà cura nostra accertare nell’interesse di tutti.
Felice Calabrò
Alessandro Russo
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