Booklet Economia – Previsioni: crescita rivista al ribasso nel 2025, pesa l’incertezza — Assolombarda


Il quadro complessivo: Lombardia e Italia

L’incertezza massima del contesto economico e commerciale globale, esacerbata dalla caotica e imprevedibile politica protezionistica dell’amministrazione Trump ma anche dagli equilibri instabili delle guerre ancora in corso, pesa fortemente sulle prospettive di crescita della Lombardia. La previsione del Pil regionale per il 2025 è rivista al ribasso allo 0,8% (solo a gennaio scorso prevedevamo un incremento dell’1,1%), rilanciando di poco sulla crescita stimata per il 2024 (+0,5%). Le previsioni risentono di questa instabilità che colpisce prioritariamente le imprese, ma non incorporano direttamente le più recenti tariffe annunciate dagli USA, perché il quadro è in continua evoluzione e quindi di difficile simulazione. Considerata, però, la rilevanza dei dazi in vigore e annunciati, specialmente per un territorio fortemente aperto ai mercati internazionali, il presente Booklet approfondisce l’esposizione verso gli USA della Lombardia e dei territori di Assolombarda con riferimento alle esportazioni dirette.

L’espansione lombarda per l’anno in corso, per quanto debole, confermiamo che beneficerà di una ripresa dei consumi e del sostegno dei servizi. Allo stesso tempo, la fase negativa del manifatturiero continuerà anche nel 2025: l’auspicata ripartenza della domanda estera, infatti, è ora inevitabilmente messa in pericolo dalle ricadute delle politiche commerciali americane. La previsione per il Pil lombardo resta comunque sopra la media nazionale, +0,6% nel 2025 (anch’essa rivista all’ingiù dal +0,7% stimato a inizio anno), anche se è più colpita dall’evoluzione del contesto globale.

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Guardando ai prossimi mesi, i segnali positivi arrivano dal rientro dell’inflazione (al netto di eventuali inasprimenti dovuti alla guerra commerciale) e dagli ulteriori tagli della BCE ai tassi d’interesse, che favoriranno rispettivamente consumi e investimenti. I primi, in particolare, saranno sostenuti dalla graduale ripresa del reddito disponibile reale; i secondi, invece, potrebbero ripartire dopo una fase prudente da parte delle imprese, come testimoniato dagli ultimi dati sulla domanda di credito, tornata in territorio positivo dopo diversi trimestri.

Il quadro europeo

La crescita fiacca dell’economia lombarda (e italiana) nel biennio 2024-2025 si colloca a metà strada tra le difficoltà delle regioni tedesche e la performance brillante della Cataluña. Dopo un 2024 chiuso in recessione sia per Baden-Württemberg che per Bayern (rispettivamente -0,4% e -1,0%), le previsioni più recenti per il Pil tedesco nel 2025 vedono una stagnazione (+0,0% secondo il Kiel Institute). Al contrario, continua a ritmo sostenuto l’espansione della Cataluña (già +3,6% nel 2024), con una previsione di +2,2% nel 2025.

Nel quadro europeo, tra i fattori da monitorare nel prossimo futuro, oltre ai rischi al ribasso del quadro commerciale globale, vi sono in senso opposto le ricadute positive che potrebbero derivare dal piano ReArm Europe e dall’ingente piano di investimenti infrastrutturali tedeschi, che rappresenteranno, se effettivamente implementati, un importante shock di domanda per tutta l’industria europea, tedesca in primis. Viste le tempistiche di questi piani, il consenso è che gran parte del loro impatto si verificherà nel 2026, ma dei primi effetti si potrebbero vedere già nella seconda metà del 2025, soprattutto con le prospettive di un incremento di domanda per la meccatronica.

Il quadro lombardo: settori, consumi e occupazione

Tornando al contesto lombardo, le previsioni sull’andamento dei macrosettori indicano, anche per il 2025, un traino della crescita da parte dei servizi. Per il valore aggiunto dell’industria lombarda si prevede invece una contrazione dello -0,9%, leggermente più contenuta rispetto al totale italiano (-1,1%) e anche alle attese di gennaio (-1,2%). Sebbene le nuove politiche sui dazi avranno sicuramente ripercussioni maggiori sulla manifattura, l’incertezza grava anche sui servizi, previsti in espansione dell’1,0% in Lombardia, ma rivisti nettamente al ribasso rispetto allo scorso gennaio (quando ci attendavamo un +1,9%). Anche i dati Istat di marzo indicano un clima di fiducia in calo per le imprese di questo settore, in particolare nel Nord-ovest, con il flusso dei nuovi ordini in indebolimento. D’altro canto, sul finire dell’anno, le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina potrebbe dare maggiore slancio ai servizi alle persone, già in forte crescita specialmente nel comparto alberghiero e della ristorazione. Per concludere il quadro settoriale, prevediamo che il valore aggiunto delle costruzioni scenda di due punti percentuali nel 2025, con l’esaurimento degli incentivi edilizi compensato solo in parte dagli investimenti in infrastrutture del PNRR (già nel 2024 si era evidenziato un rallentamento del settore, con un calo del 2,8% nell’occupazione).

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Oltre alla spinta dei servizi, i consumi si confermano un elemento chiave della crescita lombarda nel 2025, con una espansione prevista all’1,3% (più dell’1,0% nazionale). Anche in questo caso, tuttavia, c’è stato un ridimensionamento delle aspettative rispetto a quanto atteso a inizio anno: il recupero del reddito disponibile reale sembra essere bilanciato da una crescente incertezza, che potrebbe mantenere elevata la propensione al risparmio delle famiglie. Questa prospettiva trova riscontro nel clima di fiducia dei consumatori, nettamente calato a marzo nelle regioni del Nord dopo un inizio anno più ottimista.

Nonostante questa instabilità nell’evoluzione del quadro economico, prevediamo che l’occupazione continui ad aumentare nel 2025, di fatto in linea con l’andamento del Pil: +0,9% in Lombardia (in linea con il +0,8% previsto a gennaio), poco al di sopra del +0,7% italiano. Nell’anno in corso proseguirà quindi il trend positivo del mercato del lavoro lombardo, giunto a un nuovo massimo storico per numero di occupati nel 2024. Le previsioni indicano una crescita, anche per gli occupati, trainata dai servizi, come suggerito dal clima di fiducia delle imprese del Nord-ovest nei primi 3 mesi del 2025, che vede aspettative di occupazione stabile/in espansione per i servizi, mentre appaiono più negative le attese dell’industria.

Allargando lo sguardo al medio termine, vanno tenuti in considerazione i fattori demografici e l’alto tasso di inattività, che a meno di inversioni di rotta limiteranno inevitabilmente la crescita dell’occupazione in prospettiva: come evidenziato nel Booklet Settori e lavoro di marzo, la recente espansione occupazionale lombarda ha infatti attinto principalmente da due bacini che si stanno restringendo, quello dei disoccupati e quello delle forze di lavoro potenziali (ossia la quota di inattivi più vicina al mercato del lavoro).

In questo quadro si inserisce la minaccia dei dazi americani. Nel 2024 la Lombardia ha esportato negli USA beni del valore di 13,7 miliardi di euro, pari all’8,4% dell’export complessivo, una quota inferiore al 10,4% italiano.* Tra i settori più esposti emergono alimentare (mercato americano pari all’11,5%), farmaceutica (11,5%), moda (11,4%), apparecchi elettrici (11,1%), e meccanica (9,9%). Moda e meccanica sono anche particolarmente rilevanti come settori per le esportazioni complessive della Lombardia, di cui rappresentano rispettivamente il 10,6% e il 17,1%.

Milano

Anche per Milano le previsioni di Pil per il 2025 sono riviste al ribasso. Si prospetta una crescita del +1,0% nel 2025 (a gennaio stimavamo un +1,2%), poco al di sopra della media regionale (+0,8%). Lo stimolo arriverà nuovamente dai servizi, in particolare quelli alle persone (commercio, turismo e ristorazione), mentre i servizi alle imprese daranno un minor contributo, coerentemente con una manifattura ancora in fase stagnante, complice la sua forte propensione internazionale. Continuerà, a ritmi superiori rispetto al Pil, la crescita occupazionale, +1,6% nel 2025.

L’esposizione della manifattura milanese è pronunciata verso gli USA, con l’11,0% delle esportazioni metropolitane lì dirette nel 2024 (più della media regionale), per un valore di 6,4 miliardi di euro. Il grado di esposizione è particolarmente elevato per la moda (14,0%), che per altro rappresenta il 19,0% dell’export provinciale, così come per la farmaceutica, per cui il mercato americano vale il 14,0% ma su cui al momento non sono state imposte tariffe aggiuntive. Anche alimentare e apparecchi elettrici, pur rappresentando quote minori dell’export totale, hanno un’elevata esposizione (rispettivamente 14,7% e 17,8%).

Monza Brianza

Dopo un magro +0,2% nel 2024, per Monza Brianza si prevede una ripresa del Pil nel 2025 in linea con quella lombarda, +0,8% (contro il +1,0% di gennaio). La manifattura continuerà ad essere penalizzata, con forti incertezze derivanti dall’innalzamento dei dazi, che potrebbero rallentare l’ottima performance delle esportazioni nel 2024. La crescita complessiva sarà quindi spinta dalle attività dei servizi. Sarà meno marcata la crescita dell’occupazione, +0,4%, di fatto rimanendo stabile rispetto agli ultimi due anni.

L’esposizione di Monza Brianza sul mercato americano è pari al 7,7% (per 1,1 miliardi di euro), poco sotto alla media regionale. Ci sono però differenze molto rilevanti tra i settori. Il farmaceutico ha il grado di esposizione più elevato, 13,9%. Gli USA accolgono quote rilevanti anche delle esportazioni di meccanica e chimica (rispettivamente il 10,0% e l’8,8%), altri settori di specializzazione della provincia. Al contrario, l’importanza del mercato americano è solo del 2,7% per i metalli, che rappresentano la parte più consistente delle esportazioni di Monza Brianza.

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Lodi

Nonostante una leggera revisione al ribasso, la proiezione del Pil di Lodi nel 2025 resta positiva, +1,5%, e nettamente superiore alla media regionale (a gennaio la proiezione era di +1,7%). L’espansione economica sarà spinta sia dai servizi che dalla manifattura, mentre si mostra relativamente più debole il mercato del lavoro, con l’occupazione prevista in rialzo dello 0,5% nel 2025, dopo una leggera contrazione nello scorso anno.

Rispetto al totale regionale, l’esposizione di Lodi sul mercato americano è decisamente inferiore, con 72 milioni di euro, che corrispondono all’1,0% dell’export provinciale (2,3% al netto dell’elettronica, che rappresenta ben il 57,2% delle vendite all’estero e ha un’esposizione pressoché nulla verso gli USA, 0,1%). Settori quali metalli, farmaceutica e meccanica, pur essendo più «dipendenti» dal mercato americano, valgono insieme meno del 10% dell’export provinciale.

Pavia

Dopo la stagnazione stimata per lo scorso anno, prevediamo un’espansione dello 0,5% per il Pil pavese nel 2025, (+0,6% a gennaio), al di sotto della media regionale. Saranno i servizi a sostenere la crescita, mentre il valore aggiunto dell’industria rimarrà di fatto piatto, come accaduto nel 2024. Su questa provincia, inoltre, pesa significativamente il contributo negativo del settore delle costruzioni. Questi fattori si rifletteranno anche sulla debole crescita dell’occupazione nel 2025, +0,3%.

Il mercato di sbocco americano appare poco rilevante per l’export di Pavia, 2,8% del totale nel 2024 (130 milioni di euro), molto al di sotto della media regionale. L’esposizione agli USA risulta significativa per l’elettronica (17,1%), che però vale solamente l’1,5% delle esportazioni della provincia. Considerando i settori più importanti per l’export pavese, la meccanica emerge come quello più esposto, con il mercato americano che vale il 6,4%. Al contrario, questa quota è pari solo all’1,1% per la farmaceutica, che rappresenta più di un quinto delle esportazioni provinciali.

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* L’analisi è limitata alle esportazioni «dirette» della regione e delle province verso gli USA. Considerando le forti interdipendenze delle aziende del territorio lombardo, l’esposizione al mercato americano potrebbe trasmettersi anche tramite canali indiretti.

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