Questa campagna di sensibilizzazione si inserisce in una strategia più ampia del governo, mirata a recuperare risorse. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, punta a raccogliere 1,2 miliardi dal concordato, che si aggiungerebbero agli 1,3 miliardi già ottenuti entro fine ottobre
L’Agenzia delle Entrate sta spingendo per un’adesione massiccia al concordato preventivo biennale, un’iniziativa rivolta a circa 700.000 imprenditori e professionisti con redditi dichiarati inferiori a 15.000 euro. Questi contribuenti, che mostrano anomalie rispetto ai dipendenti del medesimo settore economico, sono stati contattati tramite Pec con una proposta: aderire al concordato per congelare tasse e controlli per due anni, aumentando la loro affidabilità fiscale.
Un patto per regolarizzare i redditi
Nelle comunicazioni, l’Agenzia sottolinea l’opportunità di regolarizzare la propria posizione. Chi lo desidera può presentare una dichiarazione integrativa per il 2023 o aderire al concordato entro il 12 dicembre. Inoltre, è possibile avvalersi del ravvedimento speciale fino al 31 marzo 2025 per sanare eventuali debiti relativi agli anni dal 2018 al 2022. L’obiettivo è chiaramente duplice: da un lato, regolarizzare i redditi rendendoli coerenti con i parametri di settore; dall’altro, incentivare comportamenti fiscali più trasparenti.
Il governo e la ricerca di fondi per il taglio dell’Irpef
Questa campagna di sensibilizzazione si inserisce in una strategia più ampia del governo, mirata a recuperare risorse. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, punta a raccogliere 1,2 miliardi dal concordato, che si aggiungerebbero agli 1,3 miliardi già ottenuti entro fine ottobre. Con 2,5 miliardi, l’esecutivo vorrebbe ridurre l’aliquota Irpef del secondo scaglione dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro. Tuttavia, i numeri delle adesioni alla prima fase del concordato sono stati inferiori alle aspettative: solo 522.000 contribuenti su 4,4 milioni potenziali hanno accettato l’accordo.
La critica della Lega e la proposta alternativa
La Lega, attraverso il dipartimento Economia, ha criticato apertamente l’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate. Secondo il partito, l’invio massiccio di lettere ha un’impostazione coercitiva che tradisce lo spirito originale del concordato, pensato come uno strumento di lealtà tra contribuenti e Stato. Al contrario, il Carroccio propone una maxi-rottamazione delle cartelle esattoriali: la cosiddetta “rottamazione quinquies”. Questo piano prevede una rateizzazione in dieci anni, senza interessi, delle cartelle esattoriali notificate fino al 31 dicembre 2013. Una misura che, secondo la Lega, potrebbe rappresentare una soluzione più equa e sostenibile.
Strumenti fiscali tra opportunità e pressioni
Il concordato preventivo biennale rappresenta, almeno nelle intenzioni, un’occasione per i contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale con vantaggi significativi. Tuttavia, l’approccio adottato dall’Agenzia delle Entrate, insieme alle tensioni politiche che accompagnano queste misure, mette in evidenza la complessità del rapporto tra Erario e contribuenti. Tra incentivi fiscali, contestazioni e proposte alternative, resta da vedere quale strada prevarrà per raggiungere un equilibrio tra la necessità di recuperare risorse e quella di mantenere un clima di fiducia reciproca.
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