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Auto, dal governo pronti 750 milioni. Faro delle banche #finsubito prestito immediato


Il governo apre il dialogo con Stellantis attraverso un nuovo fondo per l’automotive, aggiungendo una somma «almeno equivalente o superiore» alle risorse del vecchio fondo, ovvero 750 milioni di euro. E’ quanto ha rivelato il ministro Mimit, Adolfo Urso, a margine del question time alla Camera dove ha spiegato che del vecchio fondo sono rimasti 200 milioni per il prossimo anno, assieme ai 500 milioni già destinati del bando Pnrr alle industrie in fase di transizione. «Stavolta le risorse così significative saranno rivolte tutte a supportare le imprese e i loro investimenti produttivi» e non ad incentivi. Il governo viene incontro alla crisi di uno dei principali gruppi automobilistici europei mentre le banche creditrici hanno acceso un faro sulla situazione creatasi a seguito del divorzio fra Carlo Tavares e il cda: si è aperto un vuoto gestionale temporaneamente coperto da un comitato esecutivo presieduto da John Elkann che non sgombra il campo dalle incertezze. Ieri pomeriggio si sarebbe tenuta una conference call fra le grandi banche creditrici: Hsbc, Credit Agricole, Deutsche bank, Bnp Paribas. Complessivamente l’esposizione si attesta a 32,1 miliardi, di cui 17,3 notes, 3,8 debiti verso banche, 7,2 di finanziamenti garantiti da attività, 2,4 di passività di leasing, 1,4 di altri debiti. Nella graduatoria di banche figurano in retrovia anche Unicredit e Intesa Sanpaolo. Del debito totale, circa il 70% fa capo alle prime quattro estere.

In casi di gruppi di grosse dimensioni, alle prese con eventi straordinari, come appunto l’uscita del capo azienda, è evidente che aumentino l’attenzione. E una delle prime mosse è quella di organizzare una riunione con il cfo Doug Ostermann, succeduto due mesi fa a Natalie Knight.

Nella ricognizione di ieri in video, i top manager bancari hanno fatto il punto predisponendo le richieste da fare a Ostermann per capire il futuro del gruppo basato nei Paesi Bassi, frutto delle nozze a gennaio 2021 fra Fiat Chrysler Automobiles e PSA a cui fanno capo 14 marchi. C’è da capire le prossime mosse a breve, nella prospettiva di sei mesi di gestione transitoria che preoccupa di più, per l’assenza di un vero capo azienda.

LE CARTOLARIZZAZIONI

Sei mesi è un periodo lungo per un settore come l’automotive in profonda crisi e per Stellantis che dovrà velocemente riconvertirsi rispetto alla direzione strategica di Tavares, proiettata verso l’elettrico. In un contesto europeo che frena, gli istituti premono per conoscere le linee del nuovo piano che ancora non c’è, partendo dai numeri in loro possesso ed esaminati nel confronto delle ultime ore. Preoccupa molto i creditori l’impennata debitoria nei sei mesi (31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024), pari a 2,7 miliardi di cui un miliardo tondo relativi a prestiti bancari con Deutsche, Agricole e Bnp.

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«L’aumento dei finanziamenti garantiti da attività al 30 giugno 2024 è dovuto principalmente alle cartolarizzazioni effettuate per finanziare l’aumento del portafoglio SFS USA – si legge nel memo delle banche -. Stellantis ritiene che le linee di credito continueranno a essere rinnovate o sostituite e che sarà in grado di assicurarsi ulteriori fonti di finanziamento a condizioni soddisfacenti». Nel caso in cui non sarà in grado di rinnovare le proprie linee, i crediti costituiti in pegno si ammortizzerebbero nel tempo per ripagare le linee di credito di magazzino.

Intanto FT scrive che in processo semplice Tavares e Stellantis hanno concordato un accordo di uscita che prevede un compenso inferiore al suo pacchetto da 36,5 milioni di euro dell’anno scorso, con una gran parte della sua remunerazione basata sulle prestazioni persa a causa del calo degli utili della casa automobilistica.

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