Da nord a sud i magistrati stanno oggi incrociando le braccia per uno sciopero “a difesa della Costituzione”. Una mobilitazione indetta a dicembre dall’Anm e che, ha spiegato il neosegretario generale Rocco Maruotti, non si limita a essere una giornata di astensione dal lavoro, ma di “incontro con la cittadinanza”. Con le coccarde tricolori sulle toghe e una copia della Costituzione tra le mani, i magistrati hanno spiegato ai cittadini le ragioni del loro no alla riforma sulla separazione delle carriere che, dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera, è ora all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato. Il presidente dell’Anm Cesare Parodi ha detto: “Non è uno sciopero contro qualcuno ma a difesa di una serie di principi della Costituzione in cui fermamente crediamo e che sono fondamentali per i cittadini. È tutto fuorchè una difesa di casta. Noi non difendiamo nessun privilegio”. Dal vertice di governo che si è concluso da poco a Palazzo Chigi trapela “apertura al dialogo con la magistratura”. La premier Meloni il 5 marzo avrà un incontro con i vertici dell’Associazione nazionale magistrati. Alla vigilia dello sciopero era arrivato il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, parlando al Plenum del Csm che ha eletto Pietro Gaeta nuovo Pg della Cassazione, ha invitato il Consiglio superiore della magistratura a procedere con celerità nell’assunzione delle sue decisioni e a contribuire “alla serenità” nei rapporti tra le istituzioni.
Le iniziative
Sono decine le iniziative e gli eventi in programma oggi nelle varie città italiane, con il clou in programma a Roma. Prima si è tenuto un flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione, con i magistrati che hanno indossato la toga sulle spalle, la coccarda tricolore e in mano una copia della Costituzione. A seguire pm e giudici si sono spostati in una sala del cinema Adriano, proprio di fronte il palazzo della Corte, dove si tiene l’assemblea pubblica aperta alla società civile, con i vertici dell’Anm, magistrati e cittadini. Tra gli ospiti lo scrittore Gianrico Carofiglio e l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. Anche a Milano si è svolto un flash mob simile davanti al Palazzo di Giustizia, seguito da un’assemblea in Aula Magna, mentre a Genova l’attore Antonio Albanese ha letto un testo di Piero Calamandrei. A Napoli, invece, l’assemblea si svolge alla biblioteca Tartaglione del Palazzo di Giustizia. In alcune città sono stati organizzati eventi con gli studenti delle scuole superiori e universitari.
Anm: alta la partecipazione allo sciopero
Il segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, ha detto che “sono arrivati dati su una alta partecipazione allo sciopero, di assemblee molto partecipate”. L’adesione è intorno all’80%. Tra i magistrati del Tribunale di Milano “è di circa il 90 per cento”, ha annunciato il presidente del Tribunale milanese Fabio Roia. A Torino si parla del 70%. A Genova l’adesione in procura sarebbe del 95% mentre per il tribunale è dell’80%. A Palermo il 70% dei magistrati del distretto di corte d’appello ha aderito.
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Lo scontro con il governo
Una mobilitazione su larga scala che si inserisce nello scontro con la maggioranza di governo e che arriva a meno di una settimana dall’incontro con la premier Giorgia Meloni, in programma il 5 marzo. Un appuntamento definito dal segretario dell’associazione nazionale magistrati, “un’occasione di confronto per cercare di spiegare ancora una volta le nostre ragioni rispetto alle obiezioni che poniamo sulla riforma e anche per far capire meglio che non siamo nemici della nazione ma persone che svolgono una funzione delicata che è quella di garantire i diritti dei cittadini”. Maruotti ribadisce, inoltre, che la separazione delle carriere “non incide sullo status dei magistrati ma mira a riscrivere un pezzo della Carta costituzionale e lo si sta facendo – sottolinea – in un modo non del tutto condivisibile. Alla Camera dei deputati in prima lettura si è andato avanti con un testo blindato. Noi pensiamo che le modifiche della Costituzione richiederebbero quantomeno un maggiore confronto e ascolto”. Parole rispedite al mittente dal governo con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: “Le riforme costituzionali avremmo avuto il piacere di farle coinvolgendo tutte le categorie, credo che le abbiamo sollecitate e credo che non sempre abbiano raccolto la nostra sollecitazione”. E poi assicura: “Non c’è nessun intervento punitivo nei confronti della magistratura, nessuno spirito di rivalsa” e l’accusa di voler sottoporre il pm all’esecutivo è “decisamente strumentale”.
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