“Ancora una volta rischiamo di rimanere inascoltati”. La rassegnazione, espressa dal direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Sergio Capelli, si legge nei dati sull’inquinamento dell’aria e il tasso di motorizzazione presentati in occasione della campagna “Città2030, come cambia la mobilità”. Ogni 100 abitanti, a Torino, ci sono 69 auto: è record nazionale. Monitorando l’aria torinese, nel 2024, sono stati registrati 55 giorni oltre i livelli consigliati di Pm10 nelle stazioni di Rebaudengo e Lingotto, ben oltre il limite dei 35 giorni consentiti, secondo il rapporto Legambiente Mal’Aria. Nonostante qualche miglioramento, grazie a una primavera piovosa, la situazione rimane critica e “con questi dati non arriveremo pronti agli obiettivi del 2030“, sottolinea Mirko Laurenti dell’ufficio scientifico Legambiente nazionale. Il problema è di salute – il particolato atmosferico è la quarta causa di morte nel mondo – e di sicurezza stradale – a Torino si registrano 5 incidenti ogni 1.000 abitanti.
Secondo l’agenzia europea per l’Ambiente, oltre l’83% della popolazione in zone urbane è esposta, quotidianamente a tutti gli agenti inquinanti e sempre oltre i livelli consigliati. L’aria cattiva uccide circa 49mila persone all’anno e in Italia “l’emergenza è nazionale”, come sottolineato da Laurenti. A Torino sono circa 1.450 le ospedalizzazioni riconducibili a cause da inquinamento atmosferico, che per i polmoni “hanno l’effetto di un continuo fumo passivo che ci fa perdere 14 mesi di vita, se residenti in nord Italia, e 17 mesi se abitiamo in zone urbane” secondo Ennio Cadum, docente di Igiene ambientale all’Università di Pavia.
Ad alzare i livelli di inquinamento atmosferico contribuiscono molto le quattro ruote, ma i torinesi continuano a scegliere l’auto. Per Fulvio Bellora, presidente Comis, Coordinamento mobilità integrata e sostenibile, la risposta del settore pubblico dei trasporti non aiuta a invertire questo trend. Ritardi, guasti, scarsità di servizio nei fine settimana, zone non raggiungibili dai mezzi pubblici. La mobilità ferroviaria, dopo la bici o l’andare a piedi, è la meno inquinante, ma secondo i dati Comis, l’85% dei treni piemontesi arrivano in ritardo, violando l’accordo Regione-Trenitalia che richiede il 95% di puntualità. Più auto e meno treni. Durante la pandemia, le corse ferroviarie sono naturalmente diminuite, a emergenza conclusa, sono state ripristinate: non in Piemonte, dove rimane un taglio del 15-20%. Di fronte a questi disservizi sono aumentati gli abbonamenti, “slegati e ingiustificati rispetto alla qualità del servizio”, sottolinea Bellora.
La soluzione sta nella fluidità e integrazione fra i vari mezzi di trasporto, non di competizione. Nel frattempo, il trasporto pubblico collettivo è spesso un “diritto negato a chi ne avrebbe più bisogno, che invece dovrebbe fermare il declino sociale e ambientale” per Stefania Pugliese, responsabile Ambiente Cgil Piemonte, “è un trasporto che ci serve e che ci salva”.
La risposta di Chiara Foglietta, assessora all’Ambiente del comune di Torino, chiama in causa l’esecutivo per i fondi stanziati: “Il governo non finanzia a sufficienza il trasporto pubblico locale, allo stesso tempo nessuno vuole un cantiere che gli blocchi il traffico, ma le grandi opere servono”. L’assessora, soddisfatta dei risultati del report di Mal’Aria che vede migliorare la posizione Torino in relazione all’inquinamento, ribadisce l’importanza di muoversi insieme a livello regionale. Si tratta di un “investimento strategico, perché comprare un’automobile ha un costo che le famiglie non possono più sostenere in molti casi, sono anche pochissimi i giovani ad avere un’auto a uso esclusivo”.
Presente all’incontro anche Angelo Robotto, responsabile della direzione Ambiente della Regione Piemonte, per cui il problema non è economico ma di “visioni diverse”. Se per parlare di mobilità si parte dall’inquinamento dell’aria è per la complessità del problema, come sottolineato da Alice De Marzo, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: “le soluzioni sono diverse ma la città deve diventare a misura di persona, oggi vince ancora l’auto”.
La prossima tappa della campagna sarà a Padova. Legambiente raggiungerà i vari capoluoghi fino al 17 e 18 marzo per progettare i prossimi cinque anni, arrivando all’obiettivo 2030 con una mobilità più sostenibile e i polmoni più liberi.
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