Jesi (Ancona), 6 dicembre 2024 – Vedono una Bmw in vendita sui social a 22mila euro e riescono ad acquistarla versando appena due euro: nei guai quattro giovani rumeni, due donne e due uomini. Ieri, al termine di articolata attività investigativa, il commissariato di Jesi, coordinato dal vicequestore Paolo Arena ha denunciato i quattro, dai 24 ai 27 anni già noti alle forze dell’ordine per truffa in concorso.
Il 21 novembre scorso la vittima, un 46enne si è rivolto al commissariato spiegando ai poliziotti di aver postato sui social un annuncio di vendita della propria autovettura Bmw grand Coupè al prezzo 22mila euro.
Sette giorni dopo una donna lo ha contattato mostrandosi interessata all’acquisto e dopo uno scambio di messaggi via WhatsApp, i due si sono accordati per il prezzo di 20mila previa valutazione di persona dell’auto.
La vittima in quell’occasione ha chiarito alla presunta acquirente che per il pagamento avrebbe accettato solo un assegno circolare o bonifico istantaneo.
L’indomani si sono si presentate sotto l’abitazione della vittima, quattro persone, due ragazze e due ragazzi, che, in un italiano piuttosto stentato dicevano essere rumeni. Una delle due donne diceva di essere quella con cui era stata avviata la trattativa.
Verificato il mezzo, avendo riscontrato che era tutto regolare, i cinque hanno raggiunto l’agenzia pratiche auto.
Effettuato l’iter per il passaggio, all’atto del pagamento la donna ha consegnato un assegno delle Poste dell’importo di 20mila euro e non un assegno circolare come d’accordo.
Uno dei ragazzi presenti, ha convinto la vittima che in realtà quello fosse un assegno circolare, facendo leva sul fatto che la vittima non conoscesse la tipologia di assegni circolari emesse dalle Poste.
Effettuato quindi il passaggio, l’auto è stata intestata a questo ragazzo che sosteneva di essere il marito della donna che aveva avviato la trattativa.
L’altro ragazzo presente invece diceva di essere il fratello del nuovo intestatario del mezzo e che insieme a lui erano titolari di una società che vendeva prodotti per il lavaggio delle auto.
Tutti insieme cercavano di rassicurare la vittima sul fatto che la loro solvibilità economica fosse certa.
Il giorno dopo la vittima ha raggiunto lo sportello delle Poste per mettere all’incasso il titolo avuto per la vendita, ma ha scoperto che il conto era vuoto e l’assegno scoperto. Contattata la donna che aveva consegnato l’assegno, lei si è detta dispiaciuta, non riuscendo a capacitarsi di come potesse essere accaduto.
“Farò un un bonifico dello stesso importo” ha detto alla vittima, inviando poco dopo una distinta di pagamento a mezzo bonifico di 20mila euro. Ma la vittima, controllando i movimenti del suo conto corrente, tre giorni dopo ha visto che l’accredito era di 2 euro.
Chi aveva effettuato il bonifico aveva modificato in maniera grossolana l’importo che era di un altro carattere per poi inviarlo a riscontro. I tentativi di contatto da parte della vittima nei giorni a seguire si sono rivelati vani.
Grazie ad un’attenta attività di ricerca nelle banche dati, i poliziotti del commissariato hanno individuato e dato un volto ai quattro responsabili.
I quattro truffatori, nel recente passato si erano appropriati di diversi veicoli per un valore superiore a 100mila euro.
Raggiunti dalla polizia del posto su delega di questo Commissariato, sono stati denunciati per truffa in concorso.
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