Ieri la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto fiscale collegato alla manovra. Il testo, che era già stato approvato dal Senato è quindi convertito in legge. Vediamo le principali novità introdotte, dal bonus Natale al 2 per mille per i partiti politici.
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Dopo l’approvazione di ieri alla Camera, il decreto fiscale collegato alla manovra è legge. Il prossimo step verso l’approvazione della legge di bilancio riguarda il voto sugli emendamenti in Commissione, che dovrebbe iniziare martedì 10 dicembre.
Dopo la fiducia al governo, arrivata con 192 sì, 112 no e 3 astenuti, il provvedimento ha ricevuto l’ok definitivo da Montecitorio. Nel testo originario c’era già il rifinanziamento per le infrastrutture e il rifinanziamento di Ape sociale 2024, ma sono tante le modifiche arrivate durante l’iter al Senato, a partire dalla riapertura dei termini del concordato ed estende la platea del bonus Natale da 100 euro. Manca invece la conferma del taglio da 90 a 70 euro del canone Rai, che la Lega avrebbe voluto; sono entrati nel testo invece la rateizzazione dell’acconto di novembre per le partita Iva e l’aumento di 4,6 milioni della dote del due per mille. È saltata la riforma complessiva del finanziamento ai partiti, circolata con una riformulazione del governo sui testi dell’opposizione, e con questa anche il superamento del tetto del 5×1000 alle onlus prevista nello stesso emendamento.
Nel passaggio al Senato sono arrivati anche 343 milioni di euro per la nuova società Autostrade dello Stato SpA, società interamente controllata dal Mef, per rafforzare la gestione in house delle autostrade statali. E ancora, 3,7 milioni per l’anno 2024, destinati al commissario straordinario nazionale per l’emergenza del granchio blu, al fine di indennizzare le imprese della pesca e dell’acquacoltura operanti nelle regioni Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto che hanno subito danni a causa della diffusione e della proliferazione appunto di questa specie.
Riaperti i termini del concordato preventivo per le partite Iva
La novità più importante del decreto fiscale è la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale (scaduto il 31 ottobre), approvata dal Consiglio dei ministri il 12 novembre con decreto legge, poi confluito nel decreto fiscale per velocizzarne l’approvazione. Il concordato bis guarda agli indecisi, che non hanno aderito alla prima tranche: si applicano le stesse condizioni e la finestra si chiuderà il 12 dicembre. La misura permette per due anni di pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate, coerente con i parametri contenuti nelle banche dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria e i redditi dichiarati dal contribuente.
Il bonus Natale nel decreto fiscale
In arrivo con la tredicesima il bonus Natale da 100 euro, il bonus una tantum da 100 euro riservato ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, che viene esteso ai genitori single con reddito entro i 28mila euro, allargando così la platea dei beneficiari. Iò governo stima ora di raggiungere 4,5 milioni di persone. Il bonus potrà però essere percepito, su richiesta, da un solo coniuge nello stesso nucleo familiare.
Più fondi al 2 per mille per i partiti politici
Aumentano di 4,6 milioni per il 2024 le risorse da distribuire ai partiti sulla base delle scelte dei contribuenti sul 2 per mille dell’Irpef. La dote complessiva sale da 25 milioni a circa 30 milioni. Dopo i dubbi del Quirinale, non è stata messa ai voti la riformulazione del governo, che invece prevedeva una riforma complessiva del finanziamento ai partiti.
Proroga della seconda rata di acconto dell’Irpef per le partite Iva
Rinviato al 16 gennaio, con possibilità di rateizzazione, il pagamento della seconda rata di acconto per le imposte dirette per le partite Iva sotto i 170mila euro: si potrà pagare in un’unica soluzione il 16 gennaio o anche in 5 rate tra gennaio e maggio 2025. La proposta iniziale punta al rinvio anche del versamento per contributi assistenziali e previdenziali.
Il Canone Rai torna a 90 euro l’anno
Durante il passaggio in Commissione in Senato si è registrata una diversità di vedute all’interno della maggioranza, che ha portato alla bocciatura di un emendamento della Lega per la proroga nel 2025 della riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro, misura contenuta nella scorsa manovra. Forza Italia ha votato insieme alle opposizioni.
Payback farmaceutico nel decreto fiscale
Al Senato è arrivato il via libera all’emendamento di Fratelli d’Italia, sottoscritto anche dal Pd, sul payback farmaceutico, il cui obiettivo è un riequilibrio tra le Regioni. L’emendamento ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l’Aifa tenga conto non più del solo criterio “pro-capite”, ossia del numero di abitati, ma anche della quantità di sforamento, dei “rispettivi superamenti dei tetti di spesa”, redistribuendo gli importi alle Regioni.
Transizione 4.0 e autostrade di Stato
Tra le novità, anche l’aumento di 4,7 miliardi di euro della dotazione per il credito di imposta sugli investimenti di Transizione 4.0. Aumentano poi di 343 milioni di euro le risorse per il patrimonio di Autostrade dello Stato, la società in-house del ministero delle Infrastrutture controllata dal Mef per la gestione di tratte autostradali. I fondi sono destinati all’acquisizione dei diritti e obblighi legati alle partecipazioni azionarie di Anas in Concessioni Autostradali Venete, Autostrada Asti-Cuneo, Società italiana per azioni per il traforo del Monte Bianco e Società italiana traforo autostradale del Frejus.
Straordinari per le forze armate
Il decreto fiscale stanzia 20 milioni in più per gli straordinari delle forze armate.
Stop alle sanzioni sulle certificazioni Covid
Il decreto prevede anche la possibilità di usare i fondi Covid del 2020 e 2021 ancora presenti sui bilanci dei servizi sanitari regionali per il recupero delle liste d’attesa. Nessuna sanzione per gli enti locali in caso di mancato invio della certificazione Covid per il 2022. In caso di risorse Covid utilizzate nel 2022 e successivamente non certificate la penalità a carico dell’ente inadempiente si è già configurata automaticamente, sotto forma di obbligo di restituzione allo Stato delle risorse di cui non si è certificato l’impiego.
Emergenza granchio blu
Sono previsti altri fondi per combattere l’emergenza del granchio blu: vengono stanziati 3,7 milioni di euro per l’anno 2024 al commissario straordinario nazionale per l’emergenza del granchio blu per indennizzare le imprese della pesca e dell’acquacoltura di Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto che hanno subito danni a causa della diffusione di questa specie.
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