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Nel mondo il patrimonio dei miliardari è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni #finsubito prestito immediato


Negli ultimi dieci anni, la ricchezza globale dei miliardari è esplosa, passando velocemente da 6.300 miliardi di dollari nel 2015 a 14.000 miliardi di dollari nel 2024, segnando un aumento di 121 punti percentuali. A rivelarlo sono i dati contenuti nella decima edizione dell’Ubs Billionaire Ambitions Report, i quali mostrano che il numero di super-ricchi è quasi raddoppiato, passando da 1.757 individui a 2.682, con un particolare picco registrato nell’anno 2021. La ricchezza dei miliardari cinesi è incrementata, così come è aumentato il patrimonio dei paperoni statunitensi – che hanno ottenuto i profitti maggiori tra tutti gli altri nel 2024 – ed europei, nonostante il lieve rallentamento a partire dal 2020 causato da tassi di interesse più elevati. A trainare il fenomeno sono il settore tech, il settore industriale e in particolare quello relativo all’economia green, al quale si aggiungono l’aerospaziale, la difesa. Nell’ambito immobiliare invece si registra l’andamento più lento, probabilmente a causa dei tassi d’interesse introdotti negli USA ed in Europa a partire dal 2022.

I dati contenuti nel report mostrano che i miliardari statunitensi hanno ottenuto i maggiori profitti nel 2024, raggiungendo i 5.800 miliardi di dollari (+27,6%) e rappresentando così il 40% del patrimonio dei miliardari a livello mondiale. Cresciuto anche il numero di paperoni statunitensi, che con 101 nuovi super-ricchi ha toccato quota 835. I miliardari cinesi invece hanno visto aumentare del 137,6% la loro ricchezza dal 2015 al 2020, ma successivamente è scesa del 16% a 1.800 miliardi di dollari, che risultano però più del doppio del patrimonio del 2015 che si attestava a quota 887,3 miliardi. In Europa occidentale invece, la ricchezza accumulata è aumentata del 43,6% dal 2015 al 2020 passando da 1.500 a 2.100 miliardi di dollari, per poi salire nuovamente a 2.700 miliardi di dollari (+29%) nell’anno corrente, trainata da imprenditori che hanno concentrato i loro affari nel settore del software, della messaggistica e dello streaming musicale. Inoltre, il rapporto fa il punto anche su quanto accaduto con la pandemia di Covid-19, ovvero evidenzia che dal 2020 si è registrata una maggiore frequenza di trasferimenti: un miliardario su 15 ha deciso di emigrare in paesi come Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Singapore e Stati Uniti, e in quattro anni hanno traslocato super-ricchi il cui patrimonio complessivo supera i 400 miliardi di dollari. In particolare, le regioni del Medio Oriente e africane sono state quelle che hanno attirato il maggior numero di capitali.

Per quanto riguarda i settori più proficui, al primo posto vola quello tecnologico, che ha permesso di triplicare il patrimonio da 788,9 miliardi di dollari nel 2015 a 2.400 miliardi nel 2024. Rispetto al passato, ovvero quando i magnati promuovevano la diffusione dell’e-commerce, dei social media e del settore dei pagamenti digitali, è esplosa la tendenza che riguarda l’IA generativa, la cybersecurity, la tecnologia finanziaria, la stampa 3D e la robotica, confermando la proporzionalità diretta tra innovazione tecnologica e attenzione dedicata al tema. Al secondo posto segue il settore industriale, che ha registrato il maggiore incremento passando da 480,4 a 1.300 miliardi di dollari, mentre particolare attenzione è stata dedicata a quello immobiliare, che ha registrato un andamento più lento rispetto a tutti gli altri. Tuttavia, si prevede che nei prossimi 12 mesi il 43% dei super-ricchi incrementerà la propria esposizione al settore anche se, d’altra parte, è stato registrato anche un aumento degli investimenti nei beni rifugio considerati sicuri: il 40% dei miliardari intervistati intende incrementare l’esposizione all’oro e ai metalli preziosi nell’arco di 12 mesi.

Il rapporto conferma una tendenza ormai consolidata: dietro la retorica della “crisi perenne” che da decenni avvolge l’Italia e le società occidentali non si cela una reale scarsità di ricchezza, ma una sua distribuzione sempre più diseguale. Un crescente ammontare di capitale si concentra nelle mani di una ristretta élite economica e finanziaria, mentre la maggior parte della popolazione si trova a fare i conti con salari stagnanti, potere d’acquisto in declino e una carenza di servizi essenziali. Una dinamica che L’Indipendente ha analizzato in dettaglio nel Monthly Report n. 27, “Si stanno prendendo tutto”.

[di Roberto Demaio]





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