Sono molte le realtà nazionali che, in questi ultimi anni, utilizzano materiali di scarto naturali per realizzare prodotti a basso impatto ambientale, soprattutto nell’ambito delle costruzioni. Un procedimento innovativo e in continua evoluzione che rappresenta un impulso fondamentale per la crescita della cosiddetta bioedilizia. Tra queste aziende, la startup pugliese W3DS si occupa di produrre cemento sostenibile a partire dai gusci di cozze tarantine. Ma com’è possibile usare i gusci delle cozze per arrivare al cemento e alla creazione di altri materiali per l’edilizia?
Cosa fa la startup W3DS
W3DS è l’acronimo di Wasted Shells, ovvero gusci-conchiglie scartati e racchiude perfettamente la mission di un’azienda molto giovane che ha già ottenuto risultati importanti. Nata dall’intuizione di un gruppo di giovani imprenditori di diversa formazione e competenze, la startup trasforma i gusci di mitili e molluschi, prevalentemente la cozza nera, vanto di Taranto e presidio Slow Food, in carbonato di calcio di alta qualità. Un elemento, essenziale per la formazione del cemento, che si presta a moltissimi usi in ambito edile: il carbonato di calcio, infatti, solitamente si estrae da cave di rocce carbonatiche, con un alto impatto ambientale.
L’azienda, dunque, valorizza uno scarto diffuso sul territorio che, con il 96% di carbonato di calcio nella sua composizione, rappresenta un vero tesoro in termini di qualità della materia prima. Inoltre, traccia ogni passaggio dello smaltimento, per una totale trasparenza. Nel contempo, favorisce anche la nascita di nuove realtà commerciali, capaci di rispondere a una richiesta sempre più alta di prodotti che possano diventare nuova linfa per l’edilizia verde. Materiali i cui usi futuri sono ancora tutti da esplorare, ma che già aprono scenari straordinari. Un circolo virtuoso notevole.
Come è fatto il cemento sostenibile con le cozze
W3DS preleva la materia prima da quelle aziende, di Taranto ma non solo, che si occupano della coltura e della vendita delle cozze alle realtà che poi le distribuiscono nei supermercati e nelle pescherie. Vengono acquistati, insomma, solo i gusci semilavorati e vuoti. Contestualmente, W3DS garantisce la totale trasparenza di ogni passaggio, certificando che ogni scarto sia smaltito a norma di legge, diventando materiale sostenibile.
Tutti gli scarti vengono puliti, trattati ad altissime temperature per eliminare ogni traccia organica residua, macinati e setacciati. Essi diventano quindi un carbonato di calcio di purezza elevata, prodotto in diverse granulometrie. Da questo schema produttivo, dunque, sono esclusi gli scarti delle cozze e dei mitili utilizzati per la ristorazione e vedremo successivamente perché.
Che usi ha il cemento sostenibile fatto con le cozze?
W3DS realizza in particolare prodotti per le malte per la stampa 3D. I tecnici stanno realizzando anche altri prototipi di cemento e diversi tipi di mattoni.
Questo tipo di cemento, inoltre, è molto apprezzato nel campo dell’edilizia come filler, una sostanza che serve ad aggregare altro materiale per riempire eventuali zone vuote. In genere si aggiunge alla malta e ai conglomerati.
Forse, l’uso più affascinante e di grande impatto per l’ambiente, però, è quello per la realizzazione e la rigenerazione di barriere coralline artificiali. Esse vengono stampate in 3D e poi sistemate per dar vita ad habitat marini sostenibili. Come dire, ciò che viene dal mare ritorna al mare in qualche modo.
Non finisce qui. W3DS sta anche sperimentando l’uso del carbonato di calcio estratto dalle cozze per realizzare una pasta modellabile. La magia si realizza mescolando il carbonato di calcio con un addensante alimentare.
Altri usi del cemento sostenibile fatto con i gusci di mitili
Sempre in Puglia, regione italiana tra le più ricche in termini di pesca di cozze e vongole, un progetto del Politecnico di Bari prevede l’impiego di gusci di mitili polverizzati nella realizzazione di materiali edili utilizzati per la costruzione di fondi stradali e piste ciclabili. In questo caso, le polveri sono mescolate ai sedimenti raccolti dragando i porti. In un solo colpo, quindi, si ripuliscono i fondali marini e si riciclano i gusci di mitili che, lo ricordiamo, pur essendo naturali non si possono smaltire nell’organico, essendo composti in prevalenza da carbonato di calcio.
Perché non si possono riutilizzare le cozze da ristorazione?
Per quanto la prospettiva sia affascinante, al momento non è possibile recuperare anche i gusci buttati dai ristoranti perché, a livello di normativa, la legge non li considera rifiuti. Questo a causa della contaminazione con l’olio e altri condimenti.
Tra l’altro, i gusci delle cozze non si buttano nell’umido come si può comunemente pensare. Tuttavia, non è detto che in futuro non si possa lavorare anche su questo tipo di scarti, molto numerosi e grandemente disponibili, soprattutto in quelle regioni, come la Puglia, che si sostengono grazie alla produzione ittica e alla ristorazione.
Perché il cemento con gusci di cozze e altri scarti naturali è sostenibile?
Gli scarti come i gusci di cozze, vongole e altri mitili rappresentano una risorsa a basso costo e ad alto potenziale per il settore delle costruzioni, perché:
- riducono i rifiuti e le emissioni di anidride carbonica
- contribuiscono alla creazione di materiali più ecologici e durevoli
- trasformano la produzione di un elemento ancora essenziale per le costruzioni, come il cemento, che, nella sua versione classica ha altissima emissione di anidride carbonica, a causa della cottura dei calcari.
Con le sfide ambientali che dovremmo affrontare da ora in avanti, diventa sempre più importante, dunque, iniziare a lavorare sulla produzione pulita di materiali che ci permettono di riciclare scarti naturali di diverso tipo.
Quali altri molluschi si possono usare per cemento e derivati?
W3DS è solo una delle tante aziende che nel mondo stanno lavorando sul riciclo degli scarti di acquacoltura nell’ottica della creazione sostenibile di cemento e derivati come il calcestruzzo (che è formato da cemento e altri elementi come sabbia e ghiaia). Tra i materiali di partenza non ci sono solo le cozze, ma altri molluschi bivalve, ognuno con caratteristiche precise.
I gusci d’ostrica sono composti per oltre il 90% di carbonato di calcio. Quando il contenuto di gusci rimane entro il 20% rispetto alla sabbia naturale, il calcestruzzo mantiene buone proprietà meccaniche. E, se usati nella maniera giusta, garantiscono compressione, elasticità e resistenza a gelo e disgelo.
La littorina obtusata ha gusci che in passato venivano usati per produrre calcestruzzo leggero. Trattati e tritati possono creare una cenere che sostituisce fino al 40% del cemento. Il contenuto adeguato si attesta intorno al 10%, quantità che migliorano resistenza e durabilità del prodotto finale.
I gusci di capesante migliorano la resistenza al gelo grazie al contenuto di chitina, un polisaccaride che si trova negli esoscheletri di alcuni insetti e nella cellulosa.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui