il caso
La sezione etnea dell’associazione nazionale dei magistrati ha stigmatizzato gli interventi di dievrrsi esponenti politici dai toni sprezzanti
«Deploriamo ancora una volta i toni sprezzanti e offensivi con i quali taluni esponenti della maggioranza politica del Paese e della stampa hanno “salutato” la scelta di una nostra collega giudice, che si è trovata già esposta ad accanimento mediatico, di lasciare la magistratura, scelta personale e volontaria, che va semplicemente rispettata».
E’ quanto si legge in una nota della giunta esecutiva dell’’Anm di Catania, che riporta alcuni commenti sottolineandone la gravità. «In questa come nelle ulteriori vicende nelle quali segmenti della politica e della stampa, anziché confrontarsi – come è legittimo – con gli argomenti spesi nei provvedimenti giudiziari, hanno preferito scavare nelle vite private dei magistrati estensori, deplorarne la libertà di manifestazione del pensiero – aggiunge la nota – e comunque, anche per criticarne le scelte, usato toni di stigma contro le loro persone con metodi aggressivi e intimidatori. Invitiamo tutti, a prescindere dallo schieramento politico, ad abbandonare un simile approccio, che crea solo disinformazione, confusione e una immotivata e pregiudiziale sfiducia dei cittadini nella magistratura, e ad alzare la propria voce, se non si condividono questi toni e questi metodi».
«Ci sembra doveroso ricordare – si legge ancora – che, lungi dal costituire “pagina vergognosa”, il provvedimento del tribunale di Catania all’origine della gogna contro la collega, ritualmente impugnato dal ministero dell’Interno, nel corso del 2024 ha generato un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea da parte della Corte di Cassazione (organo che doveva decidere sulla impugnazione), a seguito del quale lo stesso Ministero ha deciso di modificare con decreto proprio la disciplina del profilo censurato dal Tribunale di Catania, per poi rinunciare al ricorso, con estinzione del giudizio in Cassazione».
La nota dell’Anm di Catania elenca e biasima alcuni commenti di politica e stampa dei giorni scorsi: «Iolanda Apostolico ha lasciato la magistratura: meglio tardi che mai, ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista senza creare imbarazzi…». E ancora: «Ora sarà libera di manifestare nelle piazze o magari di buttarsi tra le file della sinistra. La Apostolico si è resa conto di non essere adatta a ricoprire un ruolo terzo e imparziale e questo lo apprezziamo. Ma, oltre a dimettersi, la ormai ex giudice farebbe bene anche a chiedere scusa a tutti gli italiani e alla Magistratura stessa per aver scritto pagine vergognose che non potranno essere cancellate».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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