Un tavolo in prefettura per la sicurezza sul lavoro non è purtroppo una novità. Da anni ormai gli infortuni e gli incidenti sono una quotidiana realtà con la quale lavoratori e imprese si trovano coinvolti, in una costante e ricorrente difficoltà di incidere concretamente sull’apparente impossibilità di lavorare senza incidenti. Presieduto dal prefetto Darco Pellos, si è tenuto un incontro di particolare interesse nel corso del quale le parti sociali hanno discusso di come integrare e completare le previsioni del nuovo piano strategico regionale per la sicurezza del lavoro, che la Regione del Veneto dedica alla memoria di Lorenzo Parelli.
Sicurezza sul lavoro in memoria di Lorenzo Parelli
Lo studente di 18 anni perse la vita schiacciato da una trave nell’ultimo giorno di stage il 21 gennaio del 2022, presso un’azienda meccanica di Udine dove stava svolgendo uno stage di studio come frequentatore di un centro di formazione professionale della città friulana.
Il caso di Lorenzo, con il suo carico di assurda ineluttabilità, ha portato a riflessioni importanti sulla distinzione tra attività di lavoro e di studio, tra formazione e pratica lavorativa, non ancora risolto ed ancora dai contorni vaghi, dando comunque corso alla Carta di Lorenzo che impegna imprese e scuola a maggior coinvolgimento ed attenzione sulla sicurezza dei giovani.
La carta di Lorenzo
Il piano regionale punterà pertanto anche sulla prevenzione negli istituti professionali, in modo che l’alternanza scuola-lavoro non sia più una fonte di pericolo, oltre a toccare diversi aspetti della prevenzione che, insieme, potranno portare ad una maggiore sicurezza complessiva degli ambienti di lavoro.
Si interviene con il rafforzamento degli organici dello Spisal, con la registrazione e lo studio degli infortuni gravi oltre che di quelli mortali, con la mappatura bimestrale della situazione e aumento dei controlli.
Il piano di sicurezza sul lavoro spiegato dall’Assessore Lanzarin
L’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, ricorda che proprio per l’aumento degli incidenti mortali avvenuti in Veneto, la regione è intervenuta puntando su prevenzione e controlli, formazione, semplificazione e sulle necessarie risorse economiche per rafforzare il personale degli Spisal.
Per ottenere questo risultato la regione programma di investire più del doppio della somma che aveva impiegato due anni fa, come risulta dalla risposta che l’assessore ha fornito all’interrogazione della consigliera Vanessa Camani del Partito Democratico, ponendo al centro della propria azione il rafforzamento degli organici dello Spisal, l’organo tecnico cardine dei controlli nelle aziende.
Come intervenire sulla sicurezza sul lavoro
Il piano interviene inoltre prevedendo che i proventi ottenuti dalle sanzioni alle aziende non in regola con le norme sulla sicurezza del lavoro, siano utilizzate per realizzare corsi di formazione e progetti di sensibilizzazione alla sicurezza, facendo rientrare dalla finestra della sensibilizzazione sulla sicurezza, quello che è uscito dalla porta dei mancati adeguamenti e dei spesso furbeschi risparmi nel campo delle dotazioni o dei sistemi di sicurezza.
Questi sono i principali punti del maxi piano da oltre 16 milioni di euro che la Regione Veneto si appresta ad adottare, che sarà sottoposto al parere della giunta la prossima settimana, e che conclude un confronto di mesi con i sindacati e le parti sociali.
La partecipazione dei sindacati a questo approccio condiviso ha portato anche all’inserimento di specifiche previsioni a riguardo dei Pfas, una sostanza con la quale sono ancora molti i lavoratori esposti ai contatti per i quali è necessario prevedere una particolare sorveglianza sanitaria, che verrà resa possibile attraverso piani territoriali mirati.
Prima di tutto la prevenzione
Un altro aspetto importante del nuovo piano regionale, che rappresenta un passaggio culturale importante sulla strada della prevenzione, è quello del prendere in considerazione in modo sistematico il tema degli incidenti sul lavoro, un tema di assoluta importanza, su cui non abbiamo mai abbassato la guardia, tanto è vero la Regione del Veneto ha promosso anche un’imponente campagna di comunicazione per la sensibilizzazione nei confronti degli infortuni sul lavoro sostiene l’assessore Lanzarin che riconosce tanto l’importanza della prevenzione quanto la sostanziale inadeguatezza del quadro attuale.
Tiziana Basso, segretaria generale della Cgil Veneto, definisce un ritardo inaudito quello della prevenzione degli infortuni sul lavoro che, ora che il Piano sarà finalmente operativo, vigileremo affinché venga attuato in ogni suo punto.
Per la Uil Veneto, che si esprime con le parole del segretario generale Roberto Toigo, il piano regionale è un documento importantissimo, colmo di impegni, frutto di una collaborazione lunga e condivisa con l’obiettivo di raggiungere Zero Morti sul Lavoro.
Il tavolo
Di tutto questo si è parlato mercoledì scorso al tavolo convocato dal prefetto Darco Pellos per fare il punto della situazione in una situazione nella quale si sono purtroppo registrati due morti in meno di un mese nella realtà veneziana.
Uno scenario complicato e grave fatto a soli sei giorni dall’ultimo incidente mortale a Sottomarina, in cui ha perso la vita l’operaio 21enne Andrea Canzonieri di Vicenza, e a neppure un mese dalla scomparsa del trasportatore 49enne, Alessandro Brunello, caduto da un imbarcazione sul Canal Salso a Mestre il 29 gennaio scorso.
La consapevolezza della gravità della situazione è risultata condivisa ritenendo che la soluzione non possa essere posta sui due assi della volontà delle aziende di rispettare le norme così come della consapevolezza dei lavoratori della propria tutela, spesso trascurata o non pienamente compresa da loro stessi
Il sostegno della tecnologia e dell’intelligenza artificiale potrebbe essere uno strumento in più che farebbe di Venezia un’apripista nell’adozione di tecnologie per migliorare la sicurezza nel lavoro.
Un supporto tecnologico per la sicurezza sul lavoro
Daniele Giordano, segretario generale della Cgil di Venezia ha proposto di avviare una sperimentazione del monitoraggio digitale in edilizia e nelle manutenzioni meccaniche, proposta che ha raccolto il favore dell’Ance, l’associazione dei costruttori, e di Confindustria, entrambe aperte all’innovazione che potrebbe prendere avvio nella particolare situazione dei cantieri edili, che conoscono una complessità ed un esposizione al rischio molto elevata.
Il supporto tecnologico potrebbe rispondere in parte anche alle carenze di controllo da parte dei tecnici Usl, scesi da 19 a 14 nel corso del 2024 secondo i dati dell’Usl 3, dato confermato dall’ispettorato del lavoro che conosce un gap enorme tra i professionisti necessari e quelli effettivi, (si parla di 17 su 90).
Tecnologia e attività umane per aumentare la sicurezza sul lavoro
Il prefetto ha ricordato che si è affrontato il tema della ripartizione degli interventi fra chi si occupa dei controlli e della distribuzione di risorse per evitare sovrapposizioni. Il ragionamento poi è sulle nuove tecnologie, sui modelli tipo “Bim” (Building Information Modeling) per ottimizzare le informazioni tramite l’aiuto di software avanzati per il controllo della sicurezza, visto che le risorse umane non sono onnipresenti».
Un modo pratico e utile di associare la tecnologia alle attività umane che, in un settore così importante e specifico come la sicurezza sul lavoro, potrebbe assumere un ruolo davvero dirimente, un cambio di passo che, come avviene spesso con le nuove tecnologie che progressivamente entrano nella nostra vita quotidiana, può comportare l’assunzione di nuove abitudini comportamentali, che aiutino alla tutela.
I sistemi informatici nei cantieri registrando automaticamente le presenze, aiutano a contrastare l’illegalità e l’elusione normativa negli appalti, contribuendo a migliorare la sicurezza e a prevenire gli infortuni, e pertanto, attraverso un accordo sindacale, il cantiere spiega Giordano riceve in tempo reale dal badge digitale del lavoratore i dati sul contratto, sulla presenza, la posizione nell’area di lavoro, la sua condizione di salute attraverso dei sensori, se sta lavorando a una certa altezza, se è impegnato in straordinari.
Un sistema di monitoraggio completo, applicabile a tutti i lavoratori presenti nel cantiere a qualsiasi titolo, sia dipendenti che autonomi, che consente di evidenziare le eventuali anomalie monitorando la situazione in tempo reale.
La gestione del sistema, in accordo con la tutela della privacy e della dignità prevista dallo Statuto dei lavoratori, dovrebbe essere affidata a prefetto e Spisal.
In attesa del prossimo tavolo
Il perfezionamento dell’accordo dovrebbe avvenire in un prossimo tavolo, convocato nella sede della Cassa Edile per il giorno 12 marzo e presieduto dall’Usl 3, che potrebbe essere finanziato con fondi comunitari attivati dalla Camera di Commercio di Venezia
Crediamo che per sconfiggere questo brutto primato di morti e incidenti serva una prevenzione che coinvolga imprenditori, datori di lavoro e operai», afferma Dario De Rossi della segreteria Cisl Venezia, che pare essersi davvero avviata con questo tavolo che ha visto istituzioni, parti sociali e datoriali, concordare su sistemi innovativi di tutela, che possono innestarsi e completare i contenuti del nuovo “Piano per la salute e sicurezza sul lavoro” che la regione Veneto sta assumendo.
La gravità della situazione sul lato della sicurezza sul lavoro è così importante da evidenziare la necessità di un cambio di passo sul sistema della prevenzione; norme, controlli, sanzioni e formazione non sembrano più sufficienti e riescono solo a contenere il problema ma non ad invertire il suo corso.
Forse l’adozione di strumenti tecnologici, che inducano le persone ad adeguarsi al loro controllo, può essere una parte della soluzione.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link