PORDENONE – Il 2024 si chiude con un bilancio di sostanziale tenuta per il tessuto industriale del Friuli Venezia Giulia nonostante il complesso scenario geopolitico internazionale: lo evidenzia il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, tracciando un quadro della situazione economica durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno svoltasi questa mattina nella sede di piazzetta del Portello.
«In un contesto mondiale segnato da crisi e tensioni, con la perdita del mercato russo e le difficoltà nelle relazioni con la Cina, la nostra economia ha dimostrato una notevole capacità di resistenza, mantenendo i livelli produttivi», sottolinea Agrusti.
Il Presidente cita in particolare la positiva risoluzione del caso Wärtsilä a Trieste, «frutto di una straordinaria battaglia condotta unitariamente dalle forze politiche ed economiche del territorio». Se il comparto della subfornitura automotive e, in parte, quello dell’elettrodomestico mostrano alcune criticità, con un fisiologico aumento del ricorso alla cassa integrazione, la tenuta del settore legno-arredo contribuisce a delineare un quadro complessivamente rassicurante.
«A fronte di tutti i cigni neri incrociati, le cose sono andate meglio di quanto potessimo immaginare», osserva Agrusti. Guardando al 2025, il Presidente di Confindustria Alto Adriatico intravede «qualche speranza in più», legata in particolare a una possibile conclusione del conflitto in Europa e alla prospettiva di ricostruire più ampie relazioni industriali e commerciali. «Gli impatti delle politiche economiche della nuova amministrazione americana andranno attentamente valutati», conclude Agrusti, «ma potrebbero avere un effetto benefico, spingendo l’Europa a una maggiore unità».
Confindustria Alto Adriatico, assieme a Regione e CCIAA di Pordenone-Udine lavorerà presto al piano decennale per la manifattura, strumento estremamente importante di cui Agrusti ha illustrato questa mattina i pilastri fondamentali su cui si baserà.
«Anzitutto la crescita dimensionale delle piccole imprese con meno di 15 dipendenti – che costituiscono oltre l’80% del sistema manifatturiero – promuovendo tra di esse aggregazione ed evoluzione tecnologica. Inoltre, la creazione di un modello di partnership tra grandi imprese e subfornitori con l’obiettivo di favorire l’evoluzione tecnologica delle piccole con quelle di maggiori dimensioni. Infine, la digitalizzazione del sistema industriale in linea con i concetti di Industria 4.0 e 5.0».
Il documento, secondo quanto spiegato da Agrusti, si propone di creare anche un ambiente che possa risultare più attrattivo di quanto lo è ora per imprese che estere che vogliono investire – affrontando problemi come la burocrazia, le regole fiscali in continua evoluzione e le procedure autorizzative troppo lunghe. Il Presidente di CAA ha specificato anche che «il piano decennale non sarà un ghost plan, ma verrà al contrario verificato anno per anno nella sua attuazione. Ed è chiaro – ha chiosato – che le risorse pubbliche per il mondo produttivo dovranno essere orientate seguendo questo piano».
Sulla questione Agrusti ha concluso dicendo che dovrebbe esserci uno sforzo da parte dei decisori pubblici nell’utilizzo di strumenti finanziari, come Friulia, per creare una sezione dedicata a start-up reali, senza chiedere eccessive garanzie.
2024 | LE TAPPE PRINCIPALI
Confindustria Alto Adriatico archivia un anno davvero importante contraddistinto dall’impegno per la formazione e lo sviluppo del capitale umano: l’inaugurazione dell’Academy in Ghana alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito l’iniziativa «esemplare», il revamping del Plant 1 alla LEF di San Vito al Tagliamento, i nuovi locali dell’ITS Alto Adriatico Academy al Valle Center di Pordenone e, in sottofondo, l’incessante attività sulla sicurezza (con l’Alta Scuola) che resta un tema centrale con iniziative rivolte a imprese, istituzioni e giovani.
Prima su tutte la Carta di Lorenzo, piattaforma nazionale che CAA sottoscrisse sin dal principio che è stata, anche nel 2024, fonte di numerosi approfondimenti convegnistici. Un documento prezioso sottoscritto a ottobre dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini durante il Consiglio Generale dell’associazione, evento propiziato dall’Assemblea generale di CAA a Grado a settembre. Sempre in tema di sicurezza, il progetto Zero morti sul lavoro ha dato impulso a seminari e confronti sulla prevenzione agli infortuni, ponendo particolare attenzione alle tecnologie di sicurezza e all’ergonomia.
Formazione sotto i riflettori anche con l’inaugurazione del Plant 1 della LEF, già sede storica dell’azienda digitale modello trasformata in fisionomia e utilizzo rispetto al passato grazie a un investimento di circa 1,5 milioni di euro. Nel Plant 1, infatti, troverà spazio anche un’area dedicata a ITS Alto Adriatico che amplierà la propria offerta formativa con la creazione di quattro postazioni didattiche basate su e.DO – robot modulare e multi-asse, con intelligenza integrata open-source.
A settembre la grande Assemblea Generale di CAA interamente dedicata al capitale umano con le lectio magistralis di Roberto Cingolani, AD e DG di Leonardo e Pierroberto Folgiero, AD e DG del Gruppo Fincantieri e la partecipazione, tra agli altri, del Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini e del Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga.
A Grado, la sera precedente l’Assemblea, arrivarono anche i primi quindici lavoratori ghanesi provenienti dalla Academy, «la prima volta dall’entrata in vigore del decreto Cutro, come ebbe modo di precisare lo stesso Agrusti, in cui si riuscì a dare forma concreta a un progetto del genere (la previsione entro i primi mesi del 2025 è di incrementarne il numero fino ad almeno 250/300)».
Al convegno, come durante l’assemblea 2023 a Trieste, centinaia di giovani iscritti agli ITS regionali.
Ha certamente contraddistinto l’ultimo bimestre l’inaugurazione al Valle Center della sede di ITS Alto Adriatico Academy, 750 metri quadrati di pura innovazione pronti ad accogliere, tra pochi giorni, 120 studenti – con altri mille mq al piano superiore già acquisiti (il preliminare è stato sottoscritto).
Nuove aule e spazi moderni attrezzati con lo stato dell’arte tecnologico che si innestano in un intero ecosistema formativo progettato per avvicinare gli studenti alle realtà più avanzate del mondo del lavoro, mettendo l’hi-tech al centro del percorso educativo.
Un investimento complessivo di circa 14,5 milioni di euro (ricevuti e spesi nel 2024 grazie alla collaborazione del Polo Tecnologico e della LEF) completato secondo cronoprogramma con l’attivazione dei laboratori anche ad Amaro (Ud) e alla LEF stessa. «Esiste quindi una piattaforma formativa – ha detto Agrusti – che porta dentro anche pezzi dell’Area Science Park di Trieste che ci consentirà di immaginare il piano decennale della manifattura. Attivati invece a Pordenone i contatti per creare nella zona uno Student Restaurant.
Sempre nell’ultimo bimestre il Graduation Day – evento destinato a ripetersi negli anni per sancire il matrimonio tra la città e la sua vocazione all’alta formazione, l’elezione di Francesca Ros a Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori CAA e l’annuncio di Agrusti, avvenuto in occasione degli Operation Talks svoltisi alla LEF, di un nuovo progetto internazionale: la futura fabbrica di cioccolato in Ghana in cui è coinvolta, tra gli altri, la facoltà di Agraria dell’Università di Udine.
Impegnati anche due imprenditori – il primo è tra i più importanti produttori italiani di cioccolata, il secondo è un italiano. Obiettivo, nel quale saranno impegnate direttamente la stessa CAA e Camera di Commercio di Pordenone-Udine, creare una cooperativa di ragazzi ghanesi capace di erogare ai singoli lavoratori trattamenti economici superiori di almeno il cinquanta percento di quelli medi del Ghana. «Ghana che – come ha commentato il Presidente di CAA – diventa di fatto una piattaforma da cui poi estendere altri progetti. Il Governo ha in questo senso messo a nostra disposizione strumenti previsti dal Piano Mattei e, nelle prossime settimane – ha informato – incontreremo la controparte Istituzionale».
Sicurezza e formazione di nuovo sotto i riflettori a fine anno, infine, con l’istituzione di un inedito organismo bilaterale CAA-sindacati costituito per monitorare gli effetti dell’intelligenza artificiale nelle imprese, elaborare codici di condotta e promuovere percorsi formativi.
«Il CRO resti risorsa strategica per l’intera regione e il Paese mantenendo e potenziando la sua capacità di attrazione che si estende dal Meridione al vicino Veneto»: ha sottolineato Agrusti ed è un caso unico in Italia, nato da un grande movimento di popolo e da un’operazione di democrazia sanitaria in risposta all’alto tasso di tumori in Friuli Venezia Giulia; e tale deve restare, slegato da qualsiasi azienda sanitaria, dev’essere punto di riferimento e interfaccia per tutte le realtà della regione».
Agrusti ha informato che la Fondazione, grazie anche alla raccolta di risorse tra gli imprenditori del territorio, ha recentemente «creato sale multimediali ad altissima definizione che permettono di seguire con precisione interventi realizzati anche all’estero». L’intervento più significativo, ha informato, riguarda ora il rinnovamento del Campus, struttura inaugurata una quindicina di anni fa: «Con Marine Interiors rifaremo in brevissimo tempo le aree comuni e le stanze», ha aggiunto Agrusti precisando che la Fondazione si occuperà anche della successiva manutenzione, «sempre seguendo le indicazioni delle direzioni generale e scientifica del CRO».
Il Presidente è intervenuto sul futuro della sanità regionale spiegando che «un ospedale totalmente slegato dall’Università, come quello di Pordenone, non ha un grande futuro. Va integrato con le gli atenei di Udine e Trieste in modo che gli specializzandi lo possano frequentare; questo accordo, che consentirebbe al CRO di mantenere l’autonomia e continuare ad essere riferimento per entrambe le realtà universitarie – ha detto – dovrebbe essere stipulato tra le Aziende sanitarie, la Regione e le Università. Non ho ancora esaminato nel dettaglio il piano oncologico ma credo che entro l’anno il CIV del CRO di cui io faccio parte – il Comitato di Indirizzo e Verifica – si riunirà per esprimere una propria valutazione».
In futuro, come ipotesi, Agrusti non ha infine escluso l’eventualità di un’azienda sanitaria unica tra Pordenone e Udine.
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